martedì 3 agosto 2010

Questa storia...



A volte si ferma all'osteria di Brunin quando finisce di lavorare. Mada ha un'età indefinita, una dignità assoluta e vende i vestiti sulla spiaggia.
Porta la cesta sulla testa come un equilibrista impugna il bilanciere tra le mani; quando è senza la gerla cammina allo stesso modo: testa eretta e spalle dritte. Mada sorride sempre e viene dal Senegal.
D'inverno fa la badante a Busalla; all'inizio dell'estate molla tutto e propone ai bagnanti della Liguria vestiti dai colori corruschi e camicione dalle nuance levantine.
In agosto prende il traghetto e parte per Sardegna per fare le treccine ai capelli di ragazzine viziate di Roma o di Milano.
L'altro giorno si è seduta sotto la veranda di Brunin; era stanca dal troppo camminare. Ha preso due bottiglie di acqua ghiacciata: una per sé e l'altra per chi la voleva, perchè Mada è fatta così.
Il più delle volte ascolta; sgrana gli occhi e segue i discorsi delle persone con la curiosità di una intelligenza bambina. Raramente parla della sua terra, quasi ne fosse gelosa. L'altro giorno ha accennato a qualcosa, poi si è fermata di botto, portando il suo fuoco ottico all'infinito, oltre alla ferrovia, la spiaggia, il mare. “Prima a Dakar si stava bene, ma bene veramente”, ha detto, prima di rinchiudersi in un mondo inaccessibile agli umani.
Il Senegal era un paese dignitosamente povero, basava gran parte delle sue esportazioni sulla pesca, e l'ingresso di valuta pregiata dall'estero ha posto in second'ordine i bisogni dei 35.000 pescatori locali. Con una serie di accordi economici, i governanti senegalesi danno annualmente in concessione lo sfruttamento delle aree di pesca del Senegal ad altri paesi: il contraente più privilegiato è l'Unione europea. Gli effetti sono disastrosi: mentre i grandi pescherecci d'altura prelevano migliaia di tonnellate di pesce – gettando poi via il 90% delle catture – vicino alla riva i pescatori senegalesi non hanno letteralmente più nulla da mangiare. Sono costretti ad avventurarsi sempre più al largo, con povere imbarcazioni che non sono adatte a fronteggiare il mare aperto. E così sono sempre più frequenti i resoconti di incidenti, anche mortali, in cui grandi navi da pesca piombano in mezzo alle reti distruggendole e rovesciando le barche. Il problema della pesca e delle conseguenze sociali che esso comporta già adesso, ma che si svilupperà in modo sempre più drammatico in futuro, è talmente grande che nessuno può nasconderselo sotto il tappeto. I poveri pescatori senegalesi vanno di giorno in giorno ad ingrossare le bidonville di Dakar. I più fortunati riescono a scappare da quell'inferno. Mada è una di quelle.
L'acqua è finita e il treno per Genova sta arrivando. Mada se ne va, dopo aver raccolto e messo in bilico sulla testa la sua cesta. Appena uscita dalla veranda un uomo le sibila una frase il cui explicit dice “tornatevene a casa vostra”. Queste quattro parole stridono come il controcanto di un ubriaco in un pessimo piano bar di provincia. Ma Mada sorride. Sorride e se ne va. 
(Foto da www.esvaso.it)

8 commenti:

  1. Senegalesi, gente normalmente davvero dignitosa, rispettosa ed allegra. Viva i Touré Kunda

    http://www.youtube.com/watch?v=jj1qLomDlaY&feature=related

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  2. Ci sono storie triste di persone che con il cuore a pezzi lasciano la propria terra dove si hanno radici profondi, sogni e speranze vane e ogni passo in avanti per un'altra terra e una lacrima che lascia dietro di se, Forse si troverà un pezzo di pane nel mondo verso dove ti protrai ma non potrà mai darti il calore umano della propria gente e allora quando la stupidità e la meschinità di un altro popolo ti urla dietro ci si rende conto di quanto è vuota la gente e credo che sorridergli è la cosa migliore perché non si può lottare con l’ignoranza, ma ne acquisti in dignità proseguendo il proprio cammino
    ciao
    agata

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  3. Come dice Agata, è solo un problema d'ignoranza e di egocentrismo. Questo si manifesta tutti i giorni, e non solo nei confronti degli immigrati. L'ottobre scorso ho assistito ad una scena pietosissima nella metropolitana di Parigi: c'era un cieco ed il suo cane guida che muovevano da un marciapidi all'altro in mezzo alla solita folla frettolosa e disattenta. Qualcuno spintona il cieco e pesta una zampa del cane; questo d'istinto afferra con la bocca la giacca a vento dell'autore del pestone, il quale - benché fosse il solo responsabile e non avesse subito alcun danno (il cane non stretto la presa), incomincia ad insultare il cieco accusato di non mettere la museruola all'animale. Il minorato è in confusione, certo non si rende conto di cosa stia succedendo, ma più si scusa, più l'altro l'insulta. La gente continua a sfilare di corsa indifferente... .

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  4. Per me questa storia non ha un finale triste, anzi, sapete perchè? Mada sorride, quel sorriso è la speranza che è in essa, racchiude anche il ritorno alla propria patria, alle proprie origini, alle proprie tradizioni, lei lo sa, per questo sorride, è speranzosa, piena di forza, non si da per vinta,gioisce! "tornatevene a casa vostra", sono parole cariche d'odio, infamie, pesanti, razziste, queste; si è forse dimenticato "l'uomo bianco", l'europeo in primis di aver in passato sfruttato quelle terre e quelle genti? che da sempre è arrivato solo per distruggere e non per "seminare", ha sempre preso e mai dato nulla in cambio, disprezzando il più delle volte?!lo schiavismo, lo sfruttamento delle risorse, a mio avviso il fenomeno dell'immigrazione attuale, è un riscatto da parte della nostra cultura del nostro mondo occidentale! possiamo riscattarci solo offrendo nuove possibilità a queste persone!

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  5. Io insegno da 28 anni.
    Nella mia carriera ho incontrato tante tante ragazze e non come Mada, senegalesi, ghanesi, ivoriane, albanesi che mi hanno dato lezioni di onestà e dignità.
    Le ringrazio tutte.
    Un sorriso a te Aldo.
    Cordialmente Mariaconcetta

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  6. Abbiamo paura, paura della gente migliore di noi, paura di doverci confrontare con delle anime migliori e terrore di perdere nel confronto.
    In verità vogliamo difendere il nostro benessere, quello che ci ha portati ad essere miseramente materialisti e orrendamente egoisti.
    C'è anche il fatto che molto spesso non si conosce la realtà di certi paesi e della loro gente.
    gente coraggiosa che affronta le belve feroci che noi siamo ...con un sorriso

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  7. Il sorriso di Mada alla fine della storia significa un'infinità di cose...
    che la donna è abituata a sentire tali frasi.Probabilmente avrà intuito già dalle prime volte il senso di quelle parole osservando l'espressione di superiorità ed arroganza con cui veniva apostrofata...
    che il sorriso è indice di accettazione ragionata e distaccata di offese e sgarbi rivolti alla sua persona.
    che esso esprime un intelligente spirito di adattamento ad una situazione ingiusta ,senza mostrare alcuna reazione impulsiva od aggressiva.
    e che denota un lungo e faticoso lavoro di introspezione e ricchezza interiore,derivati dalla sofferenza e dalla mancanza di rispetto subita ripetutamente.
    Sintetizzerei tutto questo in NOBILTA' D'ANIMO.

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  8. Mada,figura degna dell'emigrata per ragioni di sopravvivenza,quando ne incontro una(o) sulla spiaggia in Sardegna d'estate,gli parlo e spiego che non posso comprare ad ognuna"Mada" ma che capisco e l'uomo,il razzista ignorante come tanti ha la fortuna di non aver bisogno di emigrare per vivere e mangiare.Sono figlia di emigrati italiani e sono stata una Mada da ragazzina e quanta rabbia nel spiegare che il lavoro era un diritto per tutti e che mio padre non era un ladro ma offriva il sudore e la fatica ad una nazione accogliente che ne aveva bisogno.Quanti razzisti e quante Mada in questo mondo sciocco ed egoista che non sa che spesso oggi è il suo modernismo e consumerismo che uccide paesi che erano degni e autonomi anche se non ricchi.Grande Aldo,grazie dalla Francia. Laura,figlia di emigrati e oggi universale perché la sofferenza e la condizione umana la vede con gli occhi di chi soffre.

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