Ma credete proprio che ne valga la pena. Di avvelenarsi il
sangue, di perdere il sonno per questi politicanti, dico. Di stare a sentire quel
tedesco che ci definisce un popolo di clown. Proprio loro, che con un clown
imbianchino hanno innescato la più terribile ecatombe che l’uomo ricordi. Proprio
loro che indossano i calzini bianchi sotto i sandali o che mettono la
marmellata sulla pizza. Ma siamo proprio sicuri che ne valga la pena?
Stamattina mi sono affacciato alla finestra. C’era il sole e
il panorama era riposante, dopo giorni di nuvole e pioggia. Colori tenui, linee
perfette. Vele pallide solcavano il mare. Il fumo dai comignoli saliva dritto
senza compromessi – una fune stesa tra la terra e il cielo. Arriva mia figlia
che mi schiocca un bacio prima di andare a scuola. Un bacio antico, sonoro e
allegro. Pieno di vita. Sincero. Si diverte a fare rumore, quando mi bacia
sulla guancia. Per me quella è la prova acustica dell’esistenza della parola
amore. Lo schiocco: smack!
Quel rumore così dolce è la prova di quanto poco importano
le esternazioni di un tedesco (tanto alla prossima partita gliene diamo ancora
tre). Mentre cogito, sullo schermo c’è
un politico che gesticola rabbiosamente verso qualcuno, mentre il conduttore
cerca di calmarli – “Altrimenti non si capisce nulla”, dice.