giovedì 28 aprile 2011

Referendum, referendum


 


Forse è una deformazione professionale. Il fatto di chiedere alle persone che cosa ne pensino di un certo argomento, dovrebbe far parte del bagaglio professionale di qualsiasi giornalista. Così il lettore riesce ad essere parte integrante del prodotto di cui lui stesso usufruisce ogni santa mattina.

Credo che sia per questa ragione (molto personale) che ho una venerazione per il sistema del referendum, per questa forma di democrazia che chiama il popolo a esprimersi nel controllo diretto e immediato sul lavoro legislativo del suo parlamento. Passo anche sopra alle sue limitazioni, all'idea che il popolo possa solo abrogare e non proporre, ma ci tengo al referendum come alla cosa più preziosa che mi è rimasta per affermare la mia cittadinanza.

Il potere politico ha elaborato nel tempo troppi mezzi per sfuggire al mio controllo, per eludere il mio mandato di elettore, per farsi i fatti suoi, nonostante i solenni impegni che, con me, si è preso.

L'istituto del referendum è stato massacrato negli ultimi venti anni. Ai poteri non piace la democrazia in questo paese, non quando sfugge alle loro intenzioni e al loro controllo. A nessun potere piace, neppure alla sinistra quando si è fatta potere. Passati i referendum su divorzio e aborto, constatato come era possibile i cittadini potessero rivoltare le leggi del Parlamento, non è stato difficile studiare contromisure: il popolo è tornato a dire la sua su questioni fondamentali ed è stato come se nulla fosse accaduto. Peggio, il popolo è stato preso in giro. Ha detto che andavano abrogati i finanziamenti ai partiti e i partiti hanno trovato il modo di finanziarsi più e meglio. Ha detto che il sistema politico del paese dovesse essere di temperamento inequivocabilmente maggioritario ed è stato inventato un agghiacciante ibrido. Il popolo si è persino espresso per la fine del ministero dell'agricoltura ed è stato inventato il ministero delle politiche agricole.

Pare che bisogni parlar bene dei radicali, della loro indefessa opera di democrazia referendaria. Ma ricordate come i radicali ci abbiano costretto ad andare a votare per dozzine di referendum, mettendo assieme questioni capitali con altre oscure. Si può uccidere un atto democratico anche per eccesso. Perché lo hanno fatto? Forse i radicali sono stati troppo ingenui, innocentemente entusiasti? Sarò un uomo di animo impuro, ma non lo credo. Il referendum è anche strumento del potere. Chi ha in pugno le firme brandisce un'arma che può costringere altri poteri a patteggiare; patti che non riguardano necessariamente la materia del contendere e men che meno il volere popolare. È successo anche questo. Fino a che i cittadini hanno smesso di crederci e non sono più andati a votare.

Si potrà dunque fare il referendum su una legge che reputo odiosa e in certi punti addirittura priva di umana decenza, come quella sulla privatizzazione dell’acqua. Tremo all'idea che i miei concittadini disperino di modificarla e lascino perdere le schede e i seggi. Tremo all'idea che nessuno li informi in modo esauriente su quello che potranno decidere. Sono terrorizzato all'idea di quello che potrà uscir di bocca, a chi ha il potere di parlare a voce alta, per rendere il meno comprensibile possibile quello che, a fatica, siamo riusciti a capire.

Solo mi allevierebbe l'ansia sapere che ci sono cittadini in giro per il paese che si stanno organizzando per conto loro, che fermano le persone per spiegar loro che crimine sarebbe dare in mano un bene prezioso come l’acqua ad un manipolo di speculatori. Un tema che i rappresentanti del popolo non hanno saputo trattare se non come una questione di potere. Se questo referendum si farà, sono certo che non saranno i cittadini a lacerarsi, ma i poteri. Quelli che si autoproclamano voce del popolo...

9 commenti:

  1. il referendum è stato massacrato e con esso la democrazia e la capacità del popolo di pensare. Abili politici hanno portato le coscienze delle persone a livello zero, e la gente forse questo lo ha permesso troppo facilmente, inseguendo illusioni...Sarò un illusa ma al potere del prossimo referendum ci credo ancora e ci spero..spero che sia l'inizio della strada di ritorno..alla coscienza ed alla democrazia.

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  2. Io non mancherò l'appuntamento di giugno, e come me spero tanti altri cittadini. L'acqua è un bene troppo importante per lasciarlo in mano a pochi, sarebbe come privatizzare la nostra stessa vita, visto che siamo fatti di acqua.
    Ai Radicali si può rimproverare di avere abusato di un sistema straordinario chiamando il popolo ad esprimersi su questioni che potevano tranquillamente essere lasciate ai politici... qualcuno era tanto tecnico da risultare agghiacciante... ma personalmente dico...
    ...viva i referendum!

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  3. L'acqua é mia, tua, nostra...
    E' nostra.
    Non di LORO.
    Deve rimanere di tutti e per tutti.
    Giù le mani dal bicchiere pieno!
    La democrazia si pratica attraverso la libertà , la libertà attraverso la partecipazione cosciente e consapevole.
    Pratica difficile da realizzare in un contesto così narcotizzante e deviante.
    Solo la consapevolezza del sè come persona non supina ci eviterà di diventare rane bollite.
    Una carezza a te.
    Mariaconcetta

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  4. sono sempre andata a mettere la mia crocetta a tutti i referendum , il primo è stato per il divorzio ed ero giovane e innamorata. Forse è stato uno dei pochi non riveduto e corretto . Ci hanno detto che costano tantissimo alla collettività , non hanno preso in considerazione la nostra idea ...si dovrebbe essere tutti pazzamente radicali per continuare a crederci . Quest'anno spero , come sempre, che sia la volta giusta per tutti e quattro i quesiti ...io ci vado e un po' di persone le ho convinte poi...sarà quel che Dio, o chi per lui, vorrà ...

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  5. Caro Aldo,
    io sono uno dei cittadini che si sente “massacrato” e “raggirato” dall’uso che è stato fatto dello strumento referendario. Praticamente nulla è andato in porto di quanto voluto nell’urna del referendum, se si eccettua divorzio e aborto.
    Non che io abbia condiviso tutto quello ne era venuto fuori, tutt’altro: l’abolizione del Ministero dell’Agricoltura era (ed è) un’idiozia, ed ebbe successo solo per il disgusto che il cittadino prova per la politica. Se allora si fosse proposto d’abolire il Ministero di Grazie e Giustizia o quello degli Esteri, della Difesa o di qualunque altro, avrebbe avuto lo stesso esito. La rinuncia al Nucleare, sotto l’emozione di Cernobil, fu un’altra sciagura a mio avviso, perché da quella decisione non ne venne la logica conseguenza di perseguire strade alternative, lasciando l’Italia completamente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento delle fonti d’energia.
    Questa democrazia “delegata” a terzi, i politici di professione che, per il periodo che governano non credono di dover rendere conto del loro operato, non mi piace perché imperfetta e fonte di tutte le storture delle quali ci lamentiamo ogni giorno.
    Il referendum, strumento prezioso di democrazia, trova il limite nel quorum, sicché chi non si pronuncia, vota due volte. Se negli Usa o in Inghilterra vigesse il quorum nelle Elezioni del Presidente o del Parlamento, non ci sarebbero mai eletti, tanto è basso il dato d’affluenza alle urne in quei Paesi.
    Un referendum senza quorum, stimolerebbe governi ed opposizioni a parlare di cosa si vuole conservare o abolire, ma stando così le cose il governante di turno non ha nessun interesse a proteggere una legge messa in discussione e confida nel mancato raggiungimento del quorum.
    E l’uomo della strada, disgustato dalla politica, non va a pronunciarsi, tanto il suo parere non verrà in nessun modo tenuto in considerazione (vedi la responsabilità dei magistrati, l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti...).

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  6. I referendum sono un mezzo necessario per esprimere la nostra scelta....L'acqua è un bene prezioso e privatizzarla è allucinante, tutto è un business... vergogna! siamo nelle mani di politici beceri e corrotti, non è democrazia la nostra...Dobbiamo ribellarci, dobbiamo esprimere il nostro sdegno!

    Grazie Aldo caro, un abbraccio

    eleoora B.

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  7. visto che in tv ne parlano veramente poco, cerchiamo di diffondere informazioni sul referendum del 12-13 giugno a quante più persone possibili, tramite il web, gli amici. parliamone e portiamo a votare quanta più gente possibile!

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  8. Andrò a votare, e spero che si raggiunga il quorum e che vincano i si, è una cosa vcergognosa la privatizzazione dell'acqua, è quasi come se si volesse privatizzare l'aria che si respira ......

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