“Un
nucleo di aria fredda proveniente dai Balcani porterà un fronte
nuvoloso che interesserà tutto il nord Italia. Durante la giornata
di oggi infatti pioverà qua e là”.
Qua
e là? No, non è l'esternazione di mia nonna fatta alla metà del
secolo scorso guardando il cielo nebbioso di Parma. È una
dichiarazione scientifica di un ufficiale dell'aeronautica militare
pagato dalla rete pubblica nazionale non per esprimere ponderati
azzardi come un ebreo cabalista, ma per dirci se a Lavagna o a
Albareto pioverà o meno da qui a qualche ora. È come se al termine
di una partita, il telecronista dicesse ai telespettatori che la
Sampdoria ha perso due o tre a zero o forse ha pareggiato. Ma non è
escluso che possa anche aver vinto uno a zero.
È
solo un esempio di uno dei più perniciosi miti di questo scorcio di
epoca: la professionalità. Siamo tutti, chi più e chi meno,
null’altro che volenterosi mestieranti, amatori, artigiani di
categorie più disparate.
Come
possiamo dimenticarci delle prime dichiarazioni dei grillini,
paracadutati come soldati in terra nemica in Parlamento? Che non
erano senz'altro peggio dei primi onorevoli di Forza Italia. Ci siamo
abituati a tutto, anche ad un partito con un nome pazzesco come Forza
Italia. Ci abituiamo a tutto, questo è il problema. Tanto che se
domani Salvo del Grande Fratello fondasse un partito con il nome di
Una Lacrima Sul Viso (U.L.V.S., acronimo per la stampa...), tra una
settimana saremmo qui a parlare del capogruppo di Una Lacrima Sul
Viso o della mozione presentata in Parlamento da Una Lacrima Sul
Viso.
Tentiamo
tutti quanti, a volte con qualche talento e qualche profitto, di
sbarcare il lunario nel modo più piacevole di quelli messici a
disposizione dal fato. Questa è la verità.
Ma
se a questo doloroso rosario di cialtronaggine, pressapochismo e
incapacità riuscissimo a togliere il cilicio ideologico della
professionalità, non sarebbe forse meglio?
Ve
lo ricordate quando i comunisti – quelli con un dito di barba, la
pipa in bocca e Marx sotto il braccio – si autodefinivano
“professionisti della Rivoluzione”?
Beh,
visti i risultati, non sarebbe stato più prudente chiamarsi
“dilettanti della Rivoluzione”?...
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