L’autoradio non ti restituisce solo musica e parole in rima, talvolta ti aiuta ad avere delle rivelazioni sorprendenti.
Per esempio: è in uscita un libro che analizza tutti proverbi e i modi di dire che influenzano la nostra vita: come sarà il tempo, in relazione al volo di un pipistrello o alla colorazione del cielo? Qual è il periodo più propizio per la semina in funzione del ciclo mestruale di una donna o del ciclo lunare? L’autore del tomo ha anche l’ardire di stilare una classifica in base alla percentuale di attendibilità dei detti. Bel colpo.
Il modo di dire più gettonato di questi ultimi tempi, però, non è contemplato nel volume preso in considerazione dai due speakers radiofonici. Quello che più frequentemente si sente dire in giro è che “navighiamo in un mare di cacca”. La percentuale si attesta sul 100%.
E non è nemmeno un modo di dire, ma il risultato di un lungo reportage scritto da una giornalista inglese che si è presa la briga di analizzare a fondo un problema. Ha seguito il ciclo delle feci umane dalla “fonte” alla soluzione finale (di solito in mezzo a qualche oceano). Secondo Rose George – questo è il nome della reporter britannica – più di due miliardi di persone in tutto il mondo usa le “toilettes volanti”: ovvero esplicano le loro funzioni corporali in un sacchetto di plastica che va a finire nel peggiore dei casi in mezzo alla strada.
Ci sarebbe quasi da ridere, se non si desse un’occhiata anche alle conseguenze di questo “problema”.
Negli ultimi dieci anni questa arma di distruzione di massa – la cacca – ha ucciso più persone di tutte le guerre. Nelle prossime quattro ore, ucciderà l’equivalente di due jumbo pieni di bambini. È un problema da terzo mondo, ma anche in occidente i sistemi per sbarazzarci con discrezione di quest’arma terribile stanno per collassare. Nel suo interessante – e nauseante – articolo, la giornalista ci spiega che un grammo di feci contiene “dieci milioni di virus, un milione di batteri, mille uova di parassiti, cento larve di vermi”.
Sembra non sia utile tirare l’acqua per sbarazzarci del problema: il 90% dei liquami del mondo finisce senza trattamento alcuno negli oceani, nei fiumi e nei laghi.
Nel 1993, per esempio, nella civilissima Milwaukee, 400 persone sono morte a causa di una epidemia di una criptosporidiosi portata dalle feci umane. Si è scoperto che la città pompava liquami trattati nel lago Michigan e ne beveva l’acqua.
Quale sarà il nostro futuro in relazione a questo bisogno corporale? L’attuale metodo di smaltimento ha le ore contate: troppo elevato il consumo di acqua e energia. Non ci resta che tornare all’antico. Fare i bisogni in un pitale, per poi aspettare ditte apposite che si occuperanno dello smaltimento secondo metodi più sostenibili.
Intanto, accontentiamoci di sapere che almeno un proverbio ha un’attendibilità pressoché certa: navighiamo in un mare di cacca...
Non so quali rifiuti sono più tossici se i liquami prodotti dagli uomini per sopravvivere, quindi fisiologici, piuttosto che il putridume dei politicanti, che ci ricolmano delle loro infinite miserie. Siamo in ogni caso messi come l'aretino pietro... Con una mano davanti e una dietro... sigh
RispondiEliminaMariaconcetta
ormai non ci sono più rifiuti...non tossici, siamo talmente pieni di medicinali, di prodotti OGM,di minerali depositati nei vari organi, di schifezze varie...che facciamo concorrenza agli scarti di una qualsiasi industria....e pensare che meno di 50 anni fa...la cacca serviva da concime...ed era ottima...50 anni fa...(se poi applichiamo questo discorso alla classe politica.....non siamo buoni neanche per un riciclo...)
RispondiEliminaby Bruna
Di naturale non c'è più nulla. Neppure il letame. Ricordo ancora il piacere che ho provato nel cogliere dei meravigliosi, profumati, giganteschi prataioli trovati su un prato concimato da una dozzina di pacifiche mucche. Allora non pensavo che mangiando i funghi avrei fatto il pieno di antibiotici...Anche il letame aveva la sua poesia, l'aveva cantato De Andrè : "dai diamanti non nasce nulla, dal letame nascono i fior". La cacca umana non ispira versi di questo genere, quella animale si, ci sarà una ragione! Qualcuno però ha detto (sarà vero?l'ho letto da qualche parte tempo fa )che ci si può produrre energia. Fosse vero! Energia pulita!
RispondiEliminaNon ho parole da aggiungere!
RispondiEliminaLa "cacca" se adeguatamente trattata può trasformarsi da arma in energia vitale.
Dipende solo da noi cosa scegliamo di fare!
De Andrè diceva:
"dal letame nascono i fiori, dai diamanti non nasce niente!
con affetto
anna
“Navighiamo in un mare di merda”, caro Aldo, non è un proverbio, al massimo un’affermazione.
RispondiEliminaIn genere sono gli Americani e le loro Università che sparano ...corbellerie, serviteci sotto forma di ricerca scientifica e con l’alibi del risultato statistica, ma questa signora è un’inglese... .
Vuoi vedere che adesso sono gli Inglesi a rincorrere gli Americani a chi la spara più grossa?
In realtà la merda è ricchezza: è il miglior concime al mondo, come ben sapevano i nostri vecchi che avevano imparato a renderla immune da virus e batteri... . Chi non ricorda i mucchi fumiganti messi a maturare ai margini dei campi coltivati, di qualche anno fa? Poi sono arrivati i concimi chimici che ai vantaggi della praticità e dell’immediata disponibilità, uniscono disinvoltamente la subdola attitudine a farci ammalare tutti di cancro.
La merda anche una fonte di energia economica ed inesauribile. Chiedetelo, se non ci credete, agli allevatori emiliani, i quali dagli escrementi dei loro maiali ottengono gas ed energia elettrica per le loro aziende e ne vendono ancora... .
E l’urina? Questa è ancora forse più preziosa. Lo sanno bene le case farmaceutiche che fanno a botte per riuscire ad installare nelle comunità raccoglitori appositi, pagando anche bene. Inoltre, opportunamente diluita, è un concime incredibile.
Sai quanto sia pericoloso il latte assunto appena munto? Ma quello, per fortuna, non abbiamo ancora dimenticato come si fa a renderlo innocuo.... .
Finalmente comincia a farsi strada la verità che l’immondizia sia una ricchezza, non nel senso intuito da generazioni di camorristi, bensì come capacità di recupero di materie prime e di riciclo: rimangono solo i verdi a non volerlo capire, ostacolando la costruzione di qualsiasi tipo d’impianto di trasformazione.
Immaginate, allora, di poter recuperare su larga scala le deiezioni umane, né più, né meno come si fa negli allevamenti emiliani: affrancheremmo il mondo dal carbone, dal petrolio e dall’atomo, risolvendo il problema dell’inquinamento del pianeta e ci guadagneremmo ancora in salute.