Ieri sera stavo sfogliando pigramente
un numero arretrato dell'Internazionale. Stavo aspettando di compiere
il mio rito serale – la raccolta differenziata a termine giornata.
Tra i tanti e interessanti articoli che ogni settimana il rotocalco
ci propone, uno non manca mai, almeno da una decina di anni, da
quando cioè mi reco all'edicola ogni santo venerdì per comprare
questa summa di ciò che accade nel mondo. L'appuntamento in
questione riguardava l'emergenza idrica che sembra interessare tutto
il pianeta. Nel frattempo i titoli del telegiornale ci hanno mostrato
in serie la faccia di Renzi, il ghigno impazzito di Grillo e un ampio
servizio su Bombolo della Terza C.
Le proiezioni sul calo dell'acqua
potabile nel pianeta sono sconvolgenti, dice l'articolo, e speriamo
siano anche influenzate da quel quid di catastrofismo che alimenta
sempre i dossier ecologici (vedi Luca Mercalli, il Nostradamus del
barometro). L'articolo, al netto dei commenti personali, definisce la
crisi idrica, “una tragedia immensa che i governi continuano a
ignorare.
C'è da chiedersi quando ci si imbatte
in questo genere di notizie, come si cambierebbe la politica – e
come cambierebbe il mondo -, se le vere e concrete necessità
dell'uomo (fame, sete, povertà, ignoranza, malattie), fossero
quotidianamente e normalmente in cima alla lista dei pensieri dei
potenti.
Se, mettiamo, l'incontro tra Renzie e
Frau Merkel fosse trattato come un piccolo e penoso dettaglio
amministrativo e burocratico da affrontare controvoglia nei ritagli
di tempo lasciati dalla politica dell'acqua, della salute,
dell'educazione, della cultura. Forse potrebbe accadere che
l'incontro in quanto tale (due persone che si stringono la mano e si
scambiano convenevoli e magliette dei calciatori della Fiorentina),
sarebbe sbrigato in fretta e senza le fanfare e i fanfaroni
dell'informazione. E lasciare, quindi, spazio agli interventi da
mettere in campo per evitare di morire di sete in un futuro che le
Cassandre prevedono prossimo.
Quindi, le grandi questioni
rimetterebbero a posto anche le piccole. Ma purtroppo ora siamo
all'opposto: le cazzate impediscono di pensare alle grandi questioni.
E intanto il tempo passa e l'acqua scarseggia...
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