Stamattina mi sono alzato di buon mattino. Diciamo tre ore abbondanti prima di prendere il treno. Fuori era ancora tutto buio. I lampioni illuminavano di luce arancione ghiaccio, neve e il nero del selcio. Mi sono imbacuccato e sono uscito. A piedi.
Mi piace camminare, mi fa bene al corpo. Sì, mi fa bene soprattutto all'anima. Ed è di questa seconda opzione che ho bisogno. Mi devo curare l’anima, ogni tanto.
Camminando vedo un sacco di cose, e di ogni cosa posso cogliere la sostanza; la lentezza è un lusso e un privilegio, ma è anche un ottimo veicolo della conoscenza. Conosco molte cose in più del mondo che mi circonda da quando vado a piedi, una conoscenza non superficiale, ma quasi tattile. Camminando ci si può fermare in qualunque momento senza mettere la freccia, liberi di variare il tragitto e i suoi tempi per accettare l'incontro imprevisto con una persona, un paesaggio, o anche solo una splendida fontana ghiacciata.
Andando a piedi i pensieri hanno la possibilità di dispiegarsi con calma in una chiarezza inaspettata, e non di rado si sciolgono con grande naturalezza nodi che ci parevano irriducibili. E si fanno più leggeri, sempre: c'è già lo zaino che ci pesa sul groppone senza dover aggiungere peso superfluo.
Andando a piedi si riacquistano qualità perdute: il senso delle distanze, la percezione del tempo, il senso delle proporzioni.
Ho imparato ad andare a piedi al tempo della permanenza a Londra. Girovagavo dappertutto. Perdendomi e dormendo sulle panchine di un parco a caso. Poi un giorno mi fermai per una micidiale periartrite. E la mia impresa più grande – podisticamente parlando – fu quella di raggiungere il bagno dalla stanza da letto. Pian piano tornai a deambulare normalmente e il giorno che riacquistai la mia mobilità lo ricordo come uno dei giorni più belli della mia vita.
Da quei primi passi ho imparato a considerare l'uso delle gambe un dono prezioso, una grande chance nella vita. Questa mattina volevo andare a trovare un amico, prima di andare a lavorare. E ci volevo andare a piedi, sfidando il vento gelido che spira quando si attraversa il ponte di San Rocco per poi inerpicarmi su su fino al cimitero.
Mi sembra in questo modo di dare il giusto peso ad un gesto trattato con grande sufficienza. Andare a trovare un amico: è una cosa importante.
Tutto questo può sembrare sproporzionato, ridicolo? Forse, a chi non sa andare a piedi.
Penso che Claudio avrà apprezzato...
lo penso ank'io....;-)) andare a trovare un amiko a piedi..fa bene all'anima.....sia all'anima dell'amiko ke all'anima di ki sa andare a piedi...e vedere,a rakkontare ,a kogliere le essenze...delle anime,anke!;-) kkgw.
RispondiEliminaC'è una spiegazione scientifica al fatto che andare a piedi il cervello ragiona meglio e trova soluzioni nascoste, che una volta trovate paiono semplici e ciò che ieri dava ansia dopo una bella camminata l'ansia si è sciolta come neve al sole. Se poi si cammina al mattino , quando gli altri dormono, facendo caso ai riflessi dei lampioni ed ai disegni sul selciato allora tutto diventa piccolo e lontano come attraverso un binocolo rovesciato così nei polmoni entrano il 78% d'azoto ,il 21% d'ossigeno, Argon, biossido d'azoto, e poca altra roba e col cuore ringraziano
RispondiEliminaCamminavo in una tiepida giornata settembrina in quel di Borgotaro ed i pensieri si incupivano, affrettai il passo,ma ciò nonostante trovandomi in via Caduti del lavoro, il pensiero rimaneva fisso su quelle centinaia di morti bianche che tutti gli anni funestano i cantieri e nella sincera tristezza e compassione mi immisi girando a destra in una strada successiva e quasi mi sentii sollevato, ma subito vidi il cartello... ero infilato in via Martiri della Libertà! inizialmente feci un ragiionamento sulla correttezza del nome e se fosse stato più giusto dire Via Martiri per la libertà, mah! ci avranno pensato bene... pensai ed il pensiero andò a tanti fatti eroici e come vi sia fin troppa retorica nella loro commemorazione, perchè all'atto pratico questa libertà poi è divenuta una parola abbastanza priva di significato oggettivo, ma soggettivamente ognuno la interpreta come vuole e mentre ero assorto nei miei pensieri sulla sinistra finalmente ero arrivato in Via del Cimitero! allora mi guardai intorno...ma non c'è un'altra strada ?
RispondiEliminaCiao Aldo, oggi sei di una tenerezza disarmante. Noi viviamo in un mondo irrequieto, frettoloso, egoista, nel quale si è persa la dimensione umana. Hai fatto centro, hai mirato al cuore, hai fatto vibrare le corde dei sentimenti e sarei felice se molti amici leggessero l'articolo di oggi e ti sarebbero grati. La maggiore gratitutdine la esprimeranno tutti coloro che non saranno trattati con frettolosità al limite della indifferenza, perché ritrovano la speranza di sentirsi ancora anima e dignità. La metafora è sublime, l'umanita deve rallentare il passo, andare a piedi, lasciare i mezzi veloci che non permettono di guardare chi e cosa sta vicino a noi, ne guadagneremmo tutti noi, il mondo sarebbe migliore.
RispondiEliminaLieta serata
Antonio Lanza
Mi piace tanto camminare, fortunatamente vivo a roma accanto a Villa Ada, e a 100 mt ho anche un altro parco, metto le cuffiette e cammino, penso e mi rilasso, inizialmente lo trovavo un po' noioso, il dottore mi aveva quasi obbligata a farlo...poi pian piano ho apprezzato, adesso son diventata una buona camminatrice, anch'io prima di andare in uffico passa a salutar gli amici, prendiamo un caffè, e poi facendo sempre tardi..di corsa al lavoro...Concordo Aldo fa' bene all'anima!!! spesso il week end vado in campagna, amo tanto la natura, li non mi risparmio, cammino cammino e giungo nel casale di un vecchio contadino, lui attende la mia visita, mi racconta storie bellissime, m'incanta, ed io felice ritorno allegra a volte penso con gratitudine al dottore.... si fa' bene all'anima camminare... Grazie
RispondiEliminaeleonora becelli
Come si fa a non darti ragione, anch'io cammino tanto volentieri, per le stesse ragioni che hai elencato, e poi, certo Claudio ha sicuramente apprezzato.....
RispondiEliminaA.L.
Io non conoscevo Claudio, conosco il luogo dove lui dimora, non è come la città chiassosa e frenetica. Lui vive in un luogo dove tutto è ridimensionato e posto nel giusto valore, non c'è fretta, non c'è clamore, c'è solo la quiete.....e quel nostro arrampicarci in inutili pensieri non ha motivo di essere e riscopriamo la bellezza delle cose semplici, e i pensieri stessi si riportano, quasi da soli, nell'aspettativa che meritano. Le nostre frette vengono disilluse dalla realtà dei pensieri che finalmente sono costruttivi, grazie Claudio per farci ancora riflettere su noi stessi .
RispondiEliminaBruna
l'Amico ti avrebbe sorriso in modo disarmante, avresti colto nei suoi occhi le contraddizioni del suo pensiero, l'Amico era così. LM
RispondiElimina...... ciao Aldo <3 , anch'io amo ed ho sempre amato andare a piedi , in cità come in campagna /mare /montagna .....condivido tutte le tue ragioni e sensazioni del xchè e del cosa si prova ....tu le hai descritte magnificamente....per un attimo ero a Genova a passeggiare insieme a Te caro amico <3 .....e .....credo proprio che Claudio avrà apprezzato e capito il tuo gesto <3 un abbraccio <3
RispondiElimina