lunedì 18 marzo 2013

Grazie, Francesco




Da buon padrone di casa, è da una decina di anni che cerco di fare conoscere il mondo a mia figlia.
Da quando, cioè, ho contribuito a catapultare sull'universo quei due occhi azzurri pieni di curiosità.

Ho provato a spiegarle quanto meraviglioso possa essere il tramonto, quando il cielo si colora di oro antico, per poi virare nelle varie tonalità di grigio.
L'ho portata su uno scoglio, proprio sulla punta, in quella posizione spuria, tra l'igneo e il liquido, dove più forte è il subbuglio dell'acqua contro la roccia. Lei sembra aver capito il messaggio e mi ha stretto la mano, fessurando un po' gli occhi per meglio apprezzare lo spettacolo. “Che bello”, mi ha sussurrato alla fine, rompendo il silenzio solcato solo dalla risacca.

Ho provato a spiegarle quanto vicino a Dio possa portarti una pianticella di basilico, quando all'inizio di maggio nascono le prime foglioline. Ci alterniamo, io e lei, nell'abbeverare la nostra creatura, e ci perdiamo ore a vezzeggiarla e ad incamerare il suo profumo, ad occhi chiusi – questo perché lei è convinta che gli odori svaniscono, se solo tenti di guardarli.
Mi guarda con una severità eccessiva quando spezzo le sue foglie per farne il pesto. Forse ha capito meglio di me che quelle foglie possono accorciare la distanza tra il cielo e la terra, tra l'uomo e Dio.
Può sembrare patetico, lo so, ma non è così, amici miei.

L'impresa più ardua è stata quella di mostrarle un nostro simile che possa competere con un tramonto o con una pianticella di basilico. Una persona che le possa rendere più sopportabile, in futuro, la sua esistenza terrena.
È dieci anni che mi arrovello, provo con tutti quelli che penso possano suscitare in lei sentimenti assolutamente positivi. Lei dopo un po' si stufa e il suo sguardo prende la via più semplice, quella dell'I-Pad.
Forse aveva capito che neppure io ci credevo tanto; è incredibile quanto i bambini abbiano sviluppati ricettori sensibili a tutte le incrinature della voce.

Ieri stavo guardando la Tv e c'era un signore che parlava con un buffo accento straniero. Diceva cose semplici e tutti applaudivano.
Qualcuno piangeva, pure.
Di felicità, penso.
Mia figlia si è seduta di fianco a me, per tutta la durata della trasmissione. Alla fine mi ha preso la mano e me l'ha stretta forte. “Che bello, papà”, mi ha sussurrato.

Grazie, Francesco. 

6 commenti:

  1. Antonio Lanza
    ciao Aldo, ho due figlie femmine alle quali spero colmarle di affetto e dialogare con loro per capire quale mondo sia in sintonia con i nostri valori. Il Papa è come il papà se indicano la strada da percorrere per realizzare i loro sogni che una società seria deve garantire o far sognare. Una società deve tener conto dei sogni dei giovani o almeno del loro destino

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  2. Coloro che non dimenticano da dove vengono e, nel contempo guardano fiduciosi il nuovo orizzonte..beh, sono anime elette, trascinatori di popoli, credo che farà cose grandi per noi tutti

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  3. Non vivere su questa terra

    come un estraneo

    e come un vagabondo sognatore.

    Vivi in questo mondo

    come nella casa di tuo padre:

    credi al grano, alla terra, al mare,

    ma prima di tutto credi all’uomo.

    Ama le nuvole, le macchine, i libri,

    ma prima di tutto ama l’uomo.

    Senti la tristezza del ramo che secca,

    dell’astro che si spegne,

    dell’animale ferito che rantola,

    ma prima di tutto senti la tristezza

    e il dolore dell’uomo.

    Ti diano gioia

    tutti i beni della terra:

    l’ombra e la luce ti diano gioia,

    le quattro stagioni ti diano gioia,

    ma soprattutto, a piene mani,

    ti dia gioia l’uomo!



    Nazim Hikmet

    A.L.

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  4. Caro Aldo, mi hai regalato un quadretto d’una tenerezza infinita.
    Quel meraviglioso rapporto tra padre e figlia in cui l’amore paterno si concretizza nell’ansia per il futuro della quella creatura che a noi s’affida con incondizionata fiducia.
    Per quell’esserino sogniamo un mondo migliore fatto di sensazioni , profumi, e... di esempi positivi diventati oggi così rari che da indurci allo smarrimento.
    Poi, quando meno ce l’aspettiamo... .
    Si, Aldo, qualcuno c’è ancora e loro, i nostri figli, con gli occhi dell’innocenza sanno individuarlo prima di noi... , restituendoci la speranza.

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  5. Nelle persone semplici e schiette sta la grandezza del Creato e dunque di Dio e questa grandezza può essere vista nella piantina di basilico od in un Papa e la purezza di un giovane figlio/a è la finestra più trasparente per affacciarsi a questa verità

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  6. Hai espresso una scena di grande suggestione e di notevole ricchezza poetica !Rodolfo

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