“Tu che fai tanto
il mangiapreti...e in ogni romanzo ci metti una tonaca”. Mi sono
sentito picchiettare sulla spalla e rivolgere questa frase. Proprio
ieri, proprio a me. Ho sorriso come un ebete come mi capita quando
sono preso in castagna. Sono andato a casa e ho sfogliato i i miei
romanzi. È vero, tutto vero. Ho pure fatto la prefazione
entusiastica di uno scritto di un cardinale del Seicento (Jean
Francois Paul De Gondi-La Congiura dei Fieschi Ed. Rupe Mutevole).
Perché faccio di
tutto per infilare un prete, una chiesa, una canonica in ogni
scritto?
Perché? Un rovello
ha infastidito il mio tranquillo pensare per tutto il pomeriggio. E
sono arrivato ad una conclusione: perché trovo i preti persone
interessanti. Ecco perché.
Interessanti per la
tensione e l'altezza della discussione che mi costringono a tenere
quando discutiamo (e discutiamo spesso). Perché quando mi imbatto
con loro me ne torno a casa con la sensazione che se mai questo Paese
conoscerà – per dirla alla Mazzini – un Risorgimento spirituale,
politico e morale che lo emancipi dalla fogna dove si è ridotto a
consumarsi, sarà anzitutto da quei luoghi che potrà aver inizio.
Questo perché loro hanno quello che è essenziale e che oramai manca
in ogni altro dove: il libro, la voce e il luogo. Loro hanno i
Testamenti, la voce per annunciarli, il luogo per praticarla.
Ma oltre a trovarli
interessanti devo confessare che sto bene con loro e mi trovo a mio
agio nelle pievi, urbane e silvestri e post industriali che siano.
Posso dire di essere amico dei preti e di sentirmi a suo agio con
loro. Proprio perché siamo amici, quando ci incontriamo, troviamo
sempre il tempo per fare quattro chiacchiere senza nessun obiettivo,
terreno o celeste che sia. Ci raccontiamo le nostre private
esistenze. E in questo non ho mai avvertito una qualche alterità, o
distanza o censura. Parliamo liberamente, io stesso racconto di me in
assoluta libertà. E mai ci capita di parlare di sesso. Mai. E solo
perché non è un tema che noi riteniamo interessante. Ma non lo è
mai, quando lo è vissuto con la naturale serenità che si merita.
Parlavo con loro e loro sapevano di me anche un paio di anni fa
quando l'unione con la mia compagna e madre di mia figlia non era
vincolata da nessun matrimonio, ma questo non è mai stato oggetto di
nessun imbarazzo.
Nemmeno nel Vangelo
si è parlato granché di sesso. Anzi non se ne parla quasi mai. Non
sappiamo nulla della vita affettiva di Cristo e dei suoi discepoli.
Sappiamo che tra i discepoli del Cristo c'erano delle donne, e chi
tra loro più lo ha amato – amato al punto tale da sfidare la legge
e i soldati per andare al sepolcro – era una Donna. Gli altri, gli
uomini, si diedero alla macchia. Qualunque sia stata la vita
affettiva e, nel caso, sessuale, di Cristo è stata così naturalmente
serena da non meritare menzione. Sono altre le questioni che il
Cristo si è premurato di porci come pressanti.
Eppure non posso
dimenticare la morbosa insistenza con la quale, nella mia infanzia, i
preti mi raffiguravano una vita di peccato se solo pensavo al sesso.
Al punto di provare a convincermi che io stesso e il mio corpo
eravamo la fonte di tutti i mali e la causa della perdizione nelle
fiamme dell'inferno.
Infatti, non
dimentico. E so bene che la chiesa cattolica è ancora in gran parte
preda dell'ossessione sessuofobica che si è consumata nella grande
ipocrisia della castità, di cui ha smarrito senso e ragione. Cristo
disse che la castità è delle colombe. E le colombe non sono né
astinenti, né celibi, ma innocenti. E ancora so che gli scandali
sessuali che si stanno consumando e ancora si consumeranno in futuro,
nascono in questa ipocrisia, nella costrizione, nell'inumana
difficoltà di un prete di non potersi beare dell'affettività
femminile. E tutto questo per un'imposizione dottrinaria che nulla ha
a che vedere con i Libri Sacri.
C'è anche dice che gli
scandali sessuali ed economici, avranno sulla chiesa un impatto
simile alla Riforma Protestante.
E credo, e spero,
che sia un'ipotesi plausibile: mi fa un gran piacere sapere che tra i
miei amici posso annoverare tanti Martin Lutero sparsi per le pievi
ai confini di un marcescente impero...
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