C'è un conto che
non mi torna.
I giornali e le
televisioni che ci invitano ad attrezzarci per la catastrofe, ad
organizzarci per una vita di stenti, di terrore e sangue, non sono
forse gli stessi che non molti anni fa ci infarcivano la mente di top
manager, top model, top segretari di partito e luccicavano d'oro e di
successo?
Sì, sono gli
stessi.
Non ho mai capito,
pur lavorando per anni nel settore, se e in quale misura sono loro ad
influenzare gli umori del paese e se e in quale misura ne sono
influenzati.
Diciamo, in estrema
sintesi, che non mi fido più. Non mi fidavo quando i media
raccontavano di un paese in cui dovevamo stare sereni, che la strada
imboccata era quella giusta e non fido ora che ci descrivono poveri e
angosciati.
Nella realtà ho
capito che molti di noi dovranno ridiscutere, forse drasticamente,
consumi e tenore di vita.
E ho deciso che il
primo taglio sarà destinato al consumo di giornali e televisione...
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