Odio, guerre, bombe,
lacrime, polvere, ospedali in fiamme, asili fatti saltare in aria.
Voglia istintiva di
polverizzare il telecomando, come unico baluardo dell'autodifesa. Ma
tutto contrasta con il modernissimo tabù “dell'uomo che deve
sapere, che deve essere informato”.
Il tabù vince e il
televisore resta acceso. Ne consegue che la sindrome dell'angoscia da
persona informata non è stata ancora debellata e miete le sue
vittime a miliardi.
Più della quantità
di cattive notizie, preoccupa la qualità della comunicazione.
Ci mostrano tutto, e
non c'è carica di dolore che non esploda nelle nostre cucine e nelle
nostre teste, così, senza filtri. Non c'è nessuno levetta, in
questo mostruoso videogame truccato che ci permetta di interferire,
di cambiare qualcosa.
Paradossalmente,
eventuali intenzioni “civili” del comunicatore di turno (ti
mostro gli orrori del mondo per spingerti a reagire), rischiano di
ottenere l'effetto contrario: la spettacolarizzazione dell'orrore
inchioda il telespettatore alla sua totale impotenza.
La lotta è impari
tra il Grande Male Mondiale e i nostri tinelli.
Così nasce l'unico
anticorpo possibile: quello dell'abitudine.
Se ci pensate bene,
amici miei, siamo già abituati...
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