venerdì 8 ottobre 2010

Spiccioli di attualità

È stata la prima volta dopo anni e anni. Ma dovevo farlo. Un'angoscia tattile mi percorreva tutto il corpo. Cercavo di evitare lo sguardo della ragazza. Tutt'intorno ogni cosa si asteneva dall'accadere. Volevo fuggire, subito e velocemente, ma oramai era troppo tardi.
A complicare ancora di più la situazione c'era lo sguardo attonito della signora in fila dietro di me che aveva visto chiaramente che cosa avevo stretto in mano. Arriva anche il mio turno, ineludibilmente. Il parallelepipedo di gomma con la scritta gotica e vagamente sinistra “prossimo cliente” annaspa nel fine corsa del rullo rotante. Oramai nulla mi divide dalla cassiera.
Appoggio lamette e schiuma da barba (prendo freneticamente anche una barretta di cioccolato). I numeri verdi del registratore di cassa mi informano che spendo 6 euro e 28 centesimi. La ragazza non parla e mi guarda interrogativamente. Apro il palmo della mano e le consegno una banconota verde da 100 euro. L'odio sprizza dai suoi occhi. Mi chiede con astio “almeno 1 euro e 28 centesimi”. Mi vergogno come un cane e le mostro una moneta bronzea da 5 centesimi e una da 2. Sento che potrebbe tranquillamente lapidarmi come un'adultera araba.
È la prima volta in anni di spese nei supermercati, che mi presento all'appuntamento finale con la cassiera con una banconota di grosso taglio. Di solito mi premunisco di un foglio che si avvicina al presumibile importo. Oppure presento la tessera Bancomat.
Quel giorno volli sfidare la sorte. Volli sovvertire la regola degli spiccioli, una fisima tutta italiana. Mi sono voluto documentare, usando lo strumento dei forum in rete. Ma il mistero italiano rimane insoluto. In compenso ho appreso le ipotesi più svariate. Qualcuno ipotizza che è tutta colpa dei turisti stranieri, le cui spese alimentano una parte importante dell'economia italiana. I poverini sono costretti a ritornare in patria tascate di spiccioli e banconote di piccolo taglio, in quanto gli uffici di cambio degli aeroporti accettano solo i tagli più grandi.
Ma questa spiegazione non è del tutto esaustiva. Forse è un retaggio mentale che i negozianti si portano dietro dagli Settanta, quando il fenomeno aveva preso le sembianze del delirio. La mancanza di spiccioli – a quel tempo reale – aveva riempito le tasche degli italiani di caramelle (preferibilmente le More di liquirizia) e i portafogli dei consumatori di mini assegni, il cui importo variava dalle 50 alle 350 lire.
Alle fine, però, nessuna di queste spiegazioni affronta il problema vero; cioè l'idea (ancora una volta tutta italiana) che cambiare i soldi sia compito della persona che compra un prodotto o un servizio e non dell'addetto alla vendita. I commercianti si comportano come se facessero un favore ai clienti prendendo i loro soldi.
E continueranno a farlo finchè noi glielo permetteremo. 

8 commenti:

  1. Questo è un comportamento tutto italiano che non ho mai capito... Sono arrivata in Italia, dalla Francia, quarant'anni fa, e mi ha sempre meravigliata e scandalizzata questa cosa... e ancora non mi ci sono abituata... Credevo di essere l'unica... Grazie per averne fatto un articolo.

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  2. pensavo anche io di essere l'unico... Grazie a te

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  3. È proprio vero, non ci avevo mai pensato... Sicuri che all'estero non succeda la stessa cosa? Sempre a dire: mi dispiace, anche quando tiri fuori un biglietto da venti. E dire che, una volta cambiato, si volatilizza... Ah, tempi duri!

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  4. non ho mai avuto problemi di questo genere perchè me ne sono sempre infischiato. io i soldi li ho, cara cassiera o caro cassiere, se vuoi li prendi, sennò ti mollo la merce lì e me ne vado da un'altra parte e tu perdi la vendita. che poi lo sguardo sia d'odio, non mi interessa minimamente: il problema è suo, non mio. così come quando entro in un negozio e la giovane commessa mi accoglie con un io nemmeno rispondo, giro i tacchi ed esco: non tollero alla mia età, 67 anni, confidenze non concesse. mi si dice che ormai così fan tutti. certo, tutti meno uno.

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  5. Ciao Aldo , sono Marcello.
    Innanzitutto permettimi nuovamente di farti sapere quanto piacere mi ha fatto rivederti dopo cosi tanto tempo, e sopratutto constatare ( lo ammetto....con grande gioia....) che non sei cambiato affatto .... sempre il mitico , poliedrico , calmo , profondo ...Aldo.
    Riguardo quanto scritto sopra...mi permetto di riportare la mia personalissima esperienza relativa ai pagamenti alle casse. In Italia purtroppo e' cosi'...non si scappa...ma in Giappone........ehehehe....un' altra zuppa...! Non solo vieni accolto ( sempre e comunque ) con un sorriso sincero ( gli "scazzi" rimangono a casa ) e poi indifferentemente dal totale da pagare nessuno palesera' mai disappunto se presenti una banconota di grosso taglio. Il resto ti verra' rigorosamente presentato nell'apposita vaschetta di plastica " del resto " e verrai congedato con un ulteriore sorriso seguito dalla ormai ( almeno per me...) consueta litania...: " Arigatou gozaimasu..."
    L'Italia e' un gran bel paese , sicuramente uno dei piu' belli che mi sia capitato di vedere , purtroppo pero' e mal gestito , e cosa ancor piu' grave..., credo che gli Italiani si stiano abituando a questa " mala gestione " .
    Non aggiungo altro....duole solamente pensare che una cultura millenaria come la nostra si stia lentamente scavando la fossa da sola.
    Anyway, ciao di nuovo Aldo . E come dicono in Jap .... GAMBATTE NE...! ( CONTINUA COSI' CORAGGIO ! )
    Marcello.

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  6. Lo ammetto. Sono uno di quelli che chiede scusa se paga il giornale con una banconota da 20 euro (figurarsi da 100). Invece me ne infischio delle smorfie di certe commesse (ma vale anche per i commessi) quando per pagare 5 euro e 95 uso il bancomat o la carta di credito. So bene che molte banche fanno ancora pagare la commissione su queste operazioni (questo sì che è uno scandalo) ma dall'altra parte siamo nel 2010 non nel 1910...
    Matteo

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  7. quando sono nervosa e mi devo rilassare apro il mio bel cassetto e recupero le monetine. è come uno stato di grazia avvicinarsi alle casse con le monetine....hai provato mai Aldo?
    cassiera :-sono 3'50 euro
    ed io metto tutte monetina da 10 cents, 5 cents...e oltre....
    e la mia vendetta mi viene servita su un piatto d'argento
    by Bruna

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  8. Quando mia moglie stira, raccatta e mette nel porcellino i chili di monetine che trova nelle tasche dei pantaloni, delle giacche e perfino delle camicie: è la paga della stiroira, dice... .
    Poi io ho anche la cassetta delle elemosine del Tempio che, una volta al mese, svuoto: metto in cassa l’equivalente in cartamoneta e trattengo i ramini che finiscono nel solito porcellino della cucina... .
    Periodicamente, mia moglie ed io apriamo il porcellino e facciamo i pacchetti da 10, da cinque ed anche da... meno; scriviamo diligentemente sopra l’importo ed usciamo a far la spesa che, altrimenti, sono abituato a pagare con la carta di credito... .
    Non ci crederai, caro Aldo, ma sono accolto come un benefattore... . Ma come dici tu, è solo l’abitudine, perché non mi risulta che da quando c’è l’euro le monetine siano più mancate... .
    PS.: @ l’amica francese...: quando c’era il franco, cara signora, è vero che in Francia non mancavano le monetine, ma era abitudine molto diffusa sbagliarsi nel resto con gli stranieri.... .

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