Può capitare in un momento di irreversibile vacuità e svogliatezza di leggere addirittura le cronache di una riunione dell'Api (acronimo che sta per - penso ma non ci metterei la mano sul fuoco - Alleanza per L'Italia).
La foto che campeggia sull'articolo della cronaca congressuale basterebbe per giustificare la rottamazione del quotidiano, per destinare quelle pagine al più consono ruolo di involucro per uova. La foto è quella di Francesco Rutelli, l'uomo (politico mi sembra una parola enorme) che viene da uno dei più impressionanti filotti negativi che la storia repubblicana ricordi. Dopo aver perso lo scontro elettorale con Sua Bassezza e consegnato la Capitale a Gianni Alemanno, Rutelli si appresta ad affondare il neonato e speranzoso Terzo Polo.
Leggendo tra le righe – lo ammetto: non ho accartocciato quella pagina – scopro che perfino un evento così accessorio della vita nazionale riesce a riassumere il clima di furiosa inconcludenza che domina il Paese. Ognuno è in disaccordo con qualcun'altro, si litiga anche con il cameriere del piano bar, si accusa governi nazionali ed esecutivi di altri Mondi, come se quanto verrà deliberato da questo nobile ma modico partitino, che in qualunque altra parte del mondo conterebbe meno di una bocciofila, potesse veramente influire sulla storia unversale.
Ma Rutelli, sentendosi dopo tanto tempo ascoltabile e ascoltato, continua a concionare, riuscendo perfino a abbozzare un programma per le future elezioni: “La nostra prima battaglia sarà per il lavoro e il futuro dei giovani”. Incredibile, mai sentito prima d'ora: la dichiarazione è riportata anche dall'agenzia Apcom, evidentemente attonita da tanta arguzia e lungimiranza.
Ogni ambiente, oramai, riproduce al proprio interno i segni del disastro, che non riguarda più soltanto i ceti sociali, ma i singoli individui, convinti che le loro ragioni siano imprescindibili, mentre tutto il resto sia inutile e relativo.
Presto arriveranno le telecamere della Cbs per le riunioni del Rotary e quelle della Bbc per gli incontri dei boy scouts. Anche gli inquilini del più misero dei condomini si frammenteranno per meglio interpretare le anime del verbo politico.
Tutti contro tutti, in una sorta di corsa all'autodistruzione. Di questo passo non è più in forse l'unità d'Italia, ma l'unità di Francesco Rutelli...
Ormai si rasenta la schizofrenia acuta caro Aldo.
RispondiEliminaTutti ad osannare il nuovo che arriva ( per loro é sempre Natale).
Il cambiare tutto per non cambiare nulla di gattopardesca memoria.
Tomasi di Lampedusa... che profeta!
Briciole?
Io le definirei pixel...
Cordialmente.
Mariaconcetta
vorrei passare questa serata un pò più serioso e non sbellicandomi di risate...la tua arguzia mi fa digerire il troppo salmone mangiato... Ti ringrazio per ciò che scrivi e come lo scrivi....Ti auguro un felice natale....lasciamo per un attimo da parte il Rutello....penso che non valga la pena neanche di ricordarsi di lui...Mi sembra che ami molto ascoltarsi....non è vero?.. :))) bigi
RispondiEliminaQuand'ero ragazzo girava un detto: "anche le pulci hanno la tosse", espressione di saggezza siciliana che magistralmente sintetizzava l'irrilevanza del fastidio che può darti chi non conta. Mi dispiace per Casini, ma credo che, con cotanta compagnia, si sia messo proprio nei casini.
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