domenica 12 dicembre 2010

Ovile Italia

Ho pagato una contravvenzione. L'ho pagata per la seconda volta, visto che la prima è arrivata nelle casse comunali con 48 ore di ritardo; questo non per pigrizia, quanto perchè, per motivi di lavoro, mi sono dovuto assentare dal luogo in cui risiedo per parecchio tempo.
Ho ripagato l'intero importo della multa, e non, come la logica potrebbe (erroneamente) portare a pensare, l'interesse di mora per il colpevole ritardo di 48 ore. La multa primigenia mi è stata comminata a Pisa (città che, ovviamente, non voglio vedere più, nemmeno in cartolina).
Le mura pisane sono tenute sotto stretta sorveglianza da occhi elettronici, in paziente attesa di turisti da spennare. Il navigatore satellitare mi ha portato dritto dritto nella bocca del leone. Svantaggi della tecnologia.

Il pagamento della multa per la seconda volta (totale 200 euro circa) non mi provocato rabbia, né frustrazione; anzi, ho fissato il cielo con un sorriso ebete e mi sono sentito migliore.
Come la maggior parte dei cittadini italiani, verso oramai in uno stato di sospensione che si avvicina all'ascesi. Cammino leggero di fianco a quel cimitero di logica che è l'Italia e sento che il mio corpo, giuridicamente parlando, non ha più consistenza. Tutto il paesaggio ha perso la forza, il colore delle cose depigmentati, le espressioni della gente rallentati in una enorme moviola. La testa era piena di pensieri che scivolavano uno sull'altro andando a rompersi in tutte le direzioni.
Potevano farmi di tutto (multe, tasse, balzelli, una tantum, fustigazioni), ma la mia anima è altrove.
Ciò che i grandi martiri hanno ottenuto con le pratiche mistiche e la mortificazione della carne, io l'ho ottenuto semplicemente vivendo con il pesante cilicio di pratiche fiscali e burocratiche. Cavilli e vessazioni sono, per l'uomo che sappia coglierne il provvidenziale significato, un prezioso tirocinio: espletarle tutti, fino alle sue più persecutorie insulsaggini, avvicina al Grande Vuoto e, infine, porta dritto all'Estasi.

Con il mio bollettino postale ripiegato in tasca (trenta minuti di attesa), ho camminato a lungo sotto al fradicio cielo padano, sentendomi, finalmente, parte del Grande Nulla...

10 commenti:

  1. Bel pezzo, che filologicamente condivido, ma filosoficamente mi trova da tutt'altra parte. Queste cose mi fanno ancora, per fortuna, girare pesantemente gli zebedei. Le angherie della burocrazia e dellle norme insulse sono le cose peggiori per la società e forse mi saranno indiffrenti solo quando raggiungerò il Nirvana.

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  2. Sì, sopportare le vessazioni è pesante e faticoso.
    Ho trascorso TUTTO il 2006 a dimostrare di aver pagato delle cartelle che mi venivano richieste per la seconda volta. E' stato allucinante.....non racconto per non arrabbiarmi nuovamente

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  3. se comincio a raccontarvi la mia storia con L'eni occuperei tutto lo spazio di fb.
    Non è solo questione di burocrazia, ma il fatto che non si può parlare con un essre umano,si, qualcuno al col center che ti dice che hai ragione, ma che intanto devi pagare e che lui non c'entra niente, ed ha ragione. Lui non c'entra: poveri ragazzi che si trovano a fare dei lavori allucinanti! Maledette aziende che non hanno un minimo di coerenza e rispettabilità! Anna

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  4. accidenti se è incredibile quello che hai scritto !!!! non c'è via d'uscita.... ognuno di noi ha storie allucinanti di vessazioni, ingiustizie e amenità che ti riducono alla follia ! complimenti veramente !

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  5. Altro che vita nel deserto e cibarsi di cavallette, locuste e radici come Giovanni Battista, altro che anni di vita ascetica e contemplativa per raggiungere il Nirvana...
    E' tutto più a portata... di tasca... Basta soggiacere alle pratiche ciniche dei Comuni che s'inventano tutto e ancor di più per battere cassa...
    Aluito!!!!!!!!!!!!
    Un sorriso a te Aldo!

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  6. Caro Aldo, che dirti?
    Hai tutta la mia solidarietà( e posso giurare, anche quella di tutti gli Italiani). Siamo tutti nella stessa barca e ciascuno di noi ha subito - con la tua stessa rassegnazione - angherie d'ogni genere. Anche perché: cosa fai, ti rivolgi alla giustizia?
    Solo per tirarti su il morale, ti racconto una ...facezia: "Avendo bisogno di un "integrale" di nascita, scrivo al Comune di Roma (lì vidi la luce, ahimé) seguendo le istruzioni del Sito comunale e pagando, naturlmente.
    Dopo lunga attesa, di certificati me ne arrivani due (però, che efficenza!), ma entrambi SBAGLIATI. Risultavo, infatti sposato a Velletri, città che non ho mai avuto neanche il piacere di visitare.
    Telefono rappresentando che io mi sono sposato a Vercelli, ma il solerte impiegato mi spiega che sono io a sbagliarmi perché il dottore (!) che ha riportato la trascrizione è un funzionario serissimo ed affidabilissimo: morale devevo rivolgermi al Tribunale per effettuare la correzione..." .

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  7. lucia.tonmbari@libero.it13 dicembre 2010 alle ore 18:19

    ..hai descritto uno stato d'animo che spesso ci accomuna ai grandi martiri..ed oggi è proprio santa lucia la santa che ridona la vista e che SPERIAMO DOMANI tolga fette di prosciutto sù un bel pò di occhi..quindi aldo scherziamo coi fanti ma lasciamo stare i santi..;-))...(reazione:eccezionale!ssshhhh...)

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  8. Molto amaro e anche ironico.Ogni mondo è paese,resta vero anche oggi.Non direi che faccio parte del gran nulla,me ne sono estratta partendo per Marte qualche mese,mi ha fatto un bene immenso,da poco ricommincio ad occuparmi delle facende ammistrative che prendono più della metà della vita e tanto dello stipendio ma lo faccio con serenità,basta che non mi rubino lo spirito e l'anima,c'è ancora speranza.Le città,le frequento poco,sono un po' allergica ma come concentrano tutto li',sei obbligato ad andarci certe volte.Quando ne esco,respiro e mi sento meno oppressa.Che vita,che bell'universo,non solo l'Italia ma tanti paesi di cui il mio.Laura dalla Francia.

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  9. CIAO ALDO, LA MIA SOLIDARIETà
    ANTONIO LANZA

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  10. Anch'io, dall'occhio malefico elettronico pisano che vedemmi di 7 km superar lo limite in grande dritto asfalto largo, lui videmi solitario tranquillo andar, nulla pietà ebbe in me.
    sovvennemi d'un conterran fuggiasco lo suo pensiero in Inferno detto.
    Ahi Pisa, vituperio de le genti
    del bel paese là dove ’l sì suona,
    poi che i vicini a te punir son lenti,
    muovasi la Capraia e la Gorgona,
    e faccian siepe ad Arno in su la foce,
    sì ch’elli annieghi in te ogne persona!

    (Dante Alighieri, Divina Commedia, I, XXXIII, 79-84) dai primi annidel 1300 quale attualità !

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