Siamo tutti con il fiato sospeso. Accendiamo la Tv e guardiamo se nelle anteprime dei telegiornali si intravede la foto di quella bambina di 13 anni che manca da casa da tanto – troppo, perlamiseria, troppo – tempo.
La tragedia di Bergamo non è un fatto eccezionale. Ogni anno, dicono le statistiche sempre pronte a rispondere ad ogni nostro dubbio, duecento minori sono inghiottiti nel nulla. Duecento; quasi due al giorno. Uno, forse, mentre sto scrivendo, uno mentre voi state leggendo. Tutti drammi enormi. La differenza lo fa il numero e l'importanza dei cronisti che si occupano del caso.
Molto fa anche il trend dell'informazione. Tempo addietro l'audience era calamitata dagli stupri. Ora è tutto sopito; ma le violenze sulle donne, ahimé, non sono terminate e nemmeno, penso, diminuite. Solamente non se ne parla più.
Qualche giorno fa mi è capitata sotto il naso un'indagine su un argomento un po' demodè: l'usura. Quello che mi stravolge di questo triste fenomeno è l'ammontare della cifra fatale che porta alla catastrofe le vittime. C'è gente che si è rivolta ai futuri boia per 5.000 euro. Come è possibile, ci si chiede ascoltando queste sordide storie, che un italiano per quanto in difficoltà, non riesca a mettere insieme in altri modi una somma che non basta nemmeno a comprare uno scooter del cavolo?
A parte quelle (blindate) delle banche, quante altre porte chiuse (parenti, amici, colleghi) deve aver trovato quel poveretto, per dover infilare la testa nel cappio degli strozzini?
Quanto sordo è diventato l'egoismo sociale se un nostro simile e connazionale arriva a distruggere la vita sua e dei suoi famigliari per 10 merdosissime banconote da 500 euro?
Ma il punto è un altro.
Il tabù del danaro (l'unico rimasto, almeno nel mondo occidentale) è diventato così forte che solo di questo ci si vergogna: ammettere di essere senza un quattrino è un'onta incancellabile. Perchè tutte le debolezze sono concesse e giustificate, tutte le schifezze, turpiloqui e bestemmie, tutte le sconfitte. Tutte tranne una: non aver soldi in tasca...
...è vero Aldo....il non avere denaro da gettare è una sconfitta che questa nostra società non accetta....Ho notato però che se vuoi conservare le " amicizie" ed i "parenti" non chiedere mai loro denaro in prestito....anzi...non chiedere mai nulla....:)))))).....Ciao. Buona mattinata !!
RispondiEliminaE' vero: non avere soldi in tasca incuote terrore! E nel migliore dei casi parenti e amici di danno del morto di fame.
RispondiEliminaC'è gente disposta a tutto per schivare tale vergogna. Ma è una vergogna che viene da lontano, troppo spesso provocata dall'emulazione e sollecitata dal consumismo. Perché stiamo parlando non di quella mancanza di soldi che non ti fa sbarcare il lunario, bensì di quella che non ti fa vestire firmato o non ti porta in vacanza. Cioè di quella che non ti fa reggere il ritmo del vicino, del collega, del parente. Un problema sociale che prescinde dai bisogni primari.
C'è ANCHE GENTE CHE SI COMPORTA CON DIGNITà ANCHE IN MOMENTI DI MISERIA NERA. l'USURA è UNA BRUTTA BESTIA, UNA CALAMITà DA ARGINARE CON TUTTE LE FORZE, MEGLIO CON LA SOLIDARIETà BANDIERATA AI QUATTRO VENTI. AUMENTARE LE BANCHE ETICHE E CAPIRE IL FENOMENO PERCHé SIA SOLO CONGIUNTURALE E RISOLVIBILE. CHI NON HA MAI VISTO DENARO PER MANCANZA DI LAVORO MERITA ALTRE ATTENZIONI, MA LE ATTUALI ELAZIONI INDUSTRIALI SONO DIFFICILI E LONTANE DALLA PACE SOCIALE. SPERIAMO BENE, INTANTO SENTIAMOCI PIù VICINI E SCAMBIAMOCI GLI AUGURI PER LE EFSTIVITà, IN PARTICOLARE A CHI VIVE I SUOI DRAMMI
RispondiEliminaANTONIO LANZA
Quanta verità amara c'é nelle tue parole caro Aldo!
RispondiEliminaLa scomparsa, la violenza, gli omicidi sulle donne bambine fanno notizia solo per dare un momento di precaria gloria a qualcono o qualcosa che diversamente resterebbe sempre sotto la coltre della mediocrità.
Ma la mancanza di denaro é un'onta perniciosa che costringe le persone a mangiare pane e pane piuttosto che ammettere un bisogno.
Ma non é solo questo.
la solidarietà, quella vera é diventata una condizione come la foca monaca, é in via d'estinzione.
Una carezza a te.
mariaconcetta
la povertà è il reato più perseguito della società che fa spettacolo della ricchezza...
RispondiEliminaQuanto hai ragione Aldo....ci si dimentica di qualunque cosa, ma la mancanza di denaro pare essere la colpa più grande, io penso che la mancanza di denaro sia molto spesso solo sinonimo di onestà....ci si vergogna di essere onesti!
RispondiEliminaGrazie Aldo per dire quello che tanti vorrebbero gridare.Ho sentito dire da gente benestante che chi ha bisogno,non chiede per dignità e chi ha chiede.Io nel mio mestiere di insegnante,ne ho visto chiedere senza vergogna e avevano ragione,quando i figli hanno fame,i genitori non possono starsene ad aspettare che la Provvidenza si avvicini a loro.Gridate poveri della terra e delle nostre società,gridate finché quelli che soffocano di tanto,ogni tanto abbiano un sentimento di malessere,anche un po' di timore perché quando la fame diventa massa,non chiedete più alla gente di stare brava ad aspettare.La pubblico da me,grazie ancora:-) Laura dalla Francia
RispondiElimina..dici bene Aldo, troppa gente si vergogna anche solo di ammettere di essere in difficoltà,ma secondo me non è solo frutto di una società che ti etichetta, ma soprattutto di un educazione familiare, nella mia famiglia il motto è sempre stato tutti x uno e uno x tutti in base alle possibilità!!!!!!! E' altrettanto vero che tutti si lamentano ma non sono disposti a rinunciare a nulla, vedi pizzerie,ristoranti,centri commerciali,vacanze,ecc...., si è disposti a rinunciare all'essenziale ma non al superfluo, è l'immagine che conta???? x me NO!!!!!!!
RispondiEliminaWilliam
tabù fondamenta della disgegrazione sociale...non solo per i soldi..per tutto...spesso gli usuari lo sono tanti anche con i sentimenti..le emozioni..le sensazioni..personalmente tornerei volentieri al baratto..forse si tornebbe timidamente a riscoprire l'essenza umana...sono una che di credito a fondo perduto ne ha fatto e continua a farne molto...in tutti i sensi,,ed ancora non riesco ad arrandermi...
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