Ci sono parole che hanno poteri magici.
Una di queste, per esempio, è demagogia. Succede che ti prepari tutto il discorso mentalmente, poi alla fine, magari, nella foga dell'enfasi retorica ti scappa un innocuo “la gente ha bisogno di lavoro”. L'interlocutore, se è scaltro, a quel punto ti stoppa immediatamente tacciandoti di demagogia. Dizionario alla mano, dovrei essere accusato di concionare per interessi esclusivamente miei oppure per procacciare consensi. Ma io non sono un imprenditore né tantomeno un politico. Dovrei continuare imperterrito il discorsetto. Ma demagogia è uno stop loss granitico; ha il potere di creare una pausa perdente nei miei concetti. A quel punto sono fottuto. È la magia di una parola.
Un'altra parola usata a piene mani dai Burattinai è percezione. Tremonti afferma che nella sua personale percezione, la Grande Crisi sta volgendo al termine, quindi le migliaia di posti di lavoro andati in fumo altro non sono che la fallace percezione negativa dei soliti disfattisti (e comunisti, che non guasta mai).
La percezione di Maroni, invece, ci consegna una nazione, la nostra, in balia di rom, stupratori, camorristi e malviventi generici. Ne consegue che altro non si può fare che destinare milioni e milioni di euro agli arsenali militari. Non importa se le statistiche parlano di una situazione nella norma rispetto agli anni passati e alle nazioni limitrofe. Quello che conta è la percezione di insicurezza del Bobo nazionale e del popolo padano. Manco fossimo un paese di medium e chiaroveggenti.
Secondo una recente indagine, la percezione che la stragrande maggioranza delle persone ha è che Georges Simenon, il giallista più famoso del secolo scorso, sia francese. Perchè ha scritto in francese, perchè ha vissuto buona parte della sua vita in Francia, perchè il suo grande successo è iniziato quando ha messo piede a Parigi. Anche in questo si parla di percezioni. Si usa per dire che l'impressione, la sensazione, l'immagine collettiva che uno ha può essere tenuta in considerazione almeno quanto la realtà stessa. In nome del rispetto delle singole sensibilità. Così indagare e descrivere la realtà è un esercizio inutile. Le statistiche dicono che siamo ancora nel mezzo della grande crisi? Non importa. Le indagini parlano di criminalità in calo? E chi se ne frega. C'entrano solo le percezioni. E in nome di queste si giustificano provvedimenti legislativi francamente sproporzionati e malriposti.
Ma aldilà delle percezioni, il punto è che Simenon era belga, non francese. E chi dice il contrario dice solamente una schiocchezza...
La realtà é dura.
RispondiEliminaLa percezione mutevole.
La demagogia salva i populisti, non salva il popolo.
Qui annaspiamo tra le parole, tra i condomini allegri...
Ma a chi davvero importa di me, di te e di tutti noi?
Un saluto cordialissimo
Mariaconcetta
Caro Aldo, tempi bui!
RispondiEliminaPerò un mio vecchio amico mi disse "Albè il mondo è sempre lo stesso e sarà sempre e ancora così" La percezione è meno che niente i fatti sono la realtà che viviamo tutti i giorni!
By alberto Saxo
Georges Simenon: bello spunto che ti aiuta a comprendere cosa sia la ...percezione.
RispondiEliminaDa ragazzo lo facevo francese, più in là avevo deciso che fosse svizzero. Riflettendoci, immagino che la mia ignoranza sulle sue vere radici sia collegata al fatto che sull’uomo Simenon non mi fossi mai posto alcuna domanda, né - ad esser franco - sono mai andato oltre alla realtà delle sue fantasie.
E forse sta proprio qui il vero nocciolo della questione: chi si interessa veramente di comprendere ciò che accade? Distratti, come siamo, dal nostro quotidiano, dal nostro benessere e dalla nostra presunzione di saper giudicare tutto, non ci accorgiamo che quasi sempre le nostre analisi si basano su nozioni superficiali e di seconda mano: quelle che tu chiami “percezioni”.