venerdì 4 marzo 2011

Quello che le donne non dicono


Da più di due mesi, l’osteria di Brunin sembrava il palco del circo Togni. Carmelo il marocchino si era prestato a mettersi in bilico su una sedia in modo tale da permettere all’antenna della radio di captare perfettamente le frequenze di Radio 24. Alle 11 va in onda La Zanzara e noi non ce la vogliamo perdere. Questo non per bullismo nei confronti di Carmelo: il fatto è che Carmelo è l’unico che riesce a restare in equilibrio precario per un tempo (per me) assolutamente record.
Per evitare questa prova degna di una giovanissima ginnasta dell’est europeo basterebbe un occhiello e una vite. Semplice. Tanto semplice che Adelmo un giorno ha lanciato una proposta: «Andiamo dal ferramenta», una frase detta con la solenne chiarezza che hanno i pensieri pensati per la prima volta. L’intervento ha avuto il potere di inquinare quell’aria di incrostata e irrimediabile normalità. Infatti abbiamo evitato questa ingombrante incombenza (il ferramenta dista dall’osteria ben cinquanta metri).

Ieri da Brunin è entrata Giusy, evidentemente impietosita dalla patetica scena di Carmelo-antenna. Aveva un sacchettino con una serie di occhielli di acciaio e relative viti. È andata a prendere una scala che era appoggiata ad una distanza mostruosa (oltre tre metri) e, agguantato il martello, ha costruito un perfetto crocchio con tanto di guaina porta-antenna.  Al termine della complicatissima operazione, Giusy è venuta da me e mi ha aggiustato il colletto della camicia, con un gesto colmo di pietà femminile. Prima di uscire ha pure svuotato il portacenere che stava esplodendo di cicche. Noi, naturalmente, siamo rimasti immobili ad ascoltare La Zanzara, davanti ad un vermentino e un piatto di bruschette al pesto. Così, romanticamente superficiali. In fondo, Giusy, che cosa aveva altro da fare?

Ore 7: sveglia, con relativo sussurro alla piccola Chiara di formule sperimentate nel tempo per tenerla tranquilla. In contemporanea, colazione pronta per Matteo, vent’anni suonati. Dopo aver accompagnata Chiara al pulmino e baciato Matteo sulla fronte. Si va al lavoro.
Ore 13: dopo una mattinata di lavoro, pronti a casa per preparare il pranzo. Nel frattempo che l’acqua bolle, si spazza, si rassetta, si fa una lavatrice e (di tacco, colpo da fuoriclasse) si rammenda un paio di pantaloni. Dopo aver sparecchiato e lavato i piatti, c’è la battaglia quotidiana con le stanze sconfitte dall’assedio tenace del disordine
Ore 14.30: pronta per il lavoro; truccata, lavata e profumata.
Ore 19.30: si abbassa, finalmente, la saracinesca del negozio. Capatina dai genitori anziani. Per rendersi utile, si da una pulitina al forno genitoriale.
Ore 20: preparazione della cena (cercando di cambiare ogni giorno menu: altrimenti arrivano le lamentele). Per fare un po’ di esercizio fisico, si attaccano due quadri, lasciati in un angolo del soggiorno da tempo immemore (sempre per la questione del ferramenta ad una distanza umanamente irraggiungibile).
Ore 23. A nanna, dopo aver lavato i denti a Chiara.

Finita La Zanzara, finalmente, Brunin ci prepara un piatto di pansoti in salsa di noci. In sottofondo una musica neutra: era Wish you were here dei Pink Floyd in una annacquata versione orchestrale. È uno di quei momenti toccanti, in cui la terra è così ben intonata agli uomini che sembra impossibile che tutti non siano felici. Appena dopo l’ultima forchettata entra Giusy che mi rivolge un sorriso totale, di biologica gratitudine.

Non mi ricordo chi aveva pronunciato questa frase, ma mi sento di sottoscriverla: Che cosa è un uomo? Un bimbo gonfio di età...

9 commenti:

  1. Grazie a nome di tutte le Giusy d'Italia. Giusy.

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  2. Ecco all'uomo che sei e che dimostri di essere con più umanità di tanti regalo il mio statuto di ieri.Dire che ho adorato leggerti,è poco.Dico che sei grande perché lucido e poi dicono che siamo moderni,io ne rido,non di te ma di questa funzione maschile ancestrale e in più sono sordi."Oggi ho trovato la forza di fare sforzi:ordinare il disordine degli altri.A domani,oggi saro' di passaggio,a tutti buona serata♥
    Aujourd'hui ,j'ai trouvé la force de faire des efforts:mettre de l'ordre dans le désordre des ordres.A demain,ce soir,je serai de passage,bonne soirée à tous♥"Laura dalla Francia e grazie Aldo,ti pubblico e spargo:-)

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  3. Esemplari d'acciaio intrecciati con oro zecchino le donne.
    Si ricompone un ordito resistente al tempo e al "logorio della vita moderna".
    Grandi le donne che non dicono ma fanno.
    Sì che fanno!!!
    Cordialmente
    Mariaconcetta

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  4. non c'è che dire... straordinaria "la donna" nell'ordinario ... un bellissimo omaggio che rivela un sentimento di gratitudine da parte di un uomo che si riconosce "bimbo gonfio di età..." nei confronti di una donna che nell'ordinario quotidianamente dimostra concretamente la sua straordinarietà. W le donne <3 grazie della condivisione <3 sereno weekend in felice compagnia.
    Celeste

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  5. sento profumo di mimose,,,,, grazie Aldo <3
    gabriella

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  6. donne di qua Donne di la......e noi maschietti?Auguri Auguri!! che ogni giorno possa essere festa e gioia e canto per TANTO che è la Donna!!!ma all'alba di ogni vostro risveglio ricordatevi che e anche l'uomo e festa e gioia del vostro vivere!!.....poi ci sono i teneroni come Aldo che profumano di Mimose.....qualcosa da farti perdonare? ciao collega!!

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  7. Quello che le donne non dicono va a braccetto con quello che gli uomini non fanno!!!!

    Questo emerge dal racconto di un giorno come tanti all'osteria di Brunin.

    Ma queste contrapposizioni ci aiutano ad incontrarci? o piuttosto ci mantengono dentro a rigidi schemi mentali di come "ormai siamo fatti" e, imprigionati nello schema medesimo, rimaniamo convinti che nulla possa cambiare.

    L'uomo è così...
    La donna è così...

    Aprire l'attenzione agli schemi mentali che definiscono, in maniera fittizia, chi siamo spalanca le porte dell'anima al nuovo, ad incontrare chi veramente siamo, come esseri viventi prima che come donne e uomini, senza disconoscere le differenze, anzi dandogli nuovo valore, che nasce direttamente dalla fonte prima: la notra Natura Profonda.

    E' che non conoscendola, il piu' delle volte, ne abbiamo paura e preferiamo restare dietro alle maschere rassicuranti dell'Ego.

    Al contrario aprire e conoscere dà accesso all'incontro con l'Amore, scintilla che sgorga dall'Uno, la presenza di Dio lì dove meno te lo aspetti!

    Questo apre alla festa della donna come quella dell'uomo!

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  8. Caro Aldo, millenni di esperienza pesano sulle spalle delle donne, così come millenni di privilegi hanno prodotto l’uomo di oggi: non che sempre sia così, ma certamente quello che hai dipinto con sapiente ironia è un quadro che s’adatta alla massima parte di noi.
    In parte è anche vero che ciascuno si crogiola nel ruolo che il DNA sembra volerci assegnare: mia moglie alla mia richiesta se ha bisogno d’aiuto, mi risponde immancabilmente: “vai a fare le tue cose”, il che ha il sapore di: “levati dai piedi, cosa inutile”.
    Le “mie cose” per lei sono: la tastiera sulla quale sto pigiando, i miei hobbyes, i miei impegni estrafamiliari... . Non che mi dispiaccia più di tanto, ma a volte riesce a farmi sentire in colpa, soprattutto quando - a seguito del mio far finta di non capire - mette fuori vernici e pennelli per ridipingere la cucina o qualche altro ambiente della casa. Allora si che il mio senso di colpa mi trasforma in muratore, imbianchino, elettricista, ecc..., tutti mestieri che odio, ma ai quali poi mi diventa difficile sottrarmi... .

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  9. UN BIMBO GONFIO DI ETA' lo vedi come un palloncino? sì, a volte restano bimbi, nonostante tutto e tutti, allora, oggi, la festa delle donne. AUGURI UOMINI.

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