martedì 1 marzo 2011

Una brutta giornata


La scelta del prosciutto cotto al giorno d’oggi è cosa importante. Molto importante e, soprattutto, complicata.
Mi stavo appunto orientando tra speziati, affumicati, più o meno grassi, con polifosfati eccetera eccetera, quando la signora Amelia mi ha bussato alla spalla. «Ha sentito che brutta cosa?». In breve tempo al banco dei salumi (dove, modestamente, godo di un certo prestigio) si è formato un capannello. La “brutta cosa” era il ritrovamento del corpo di una bimba nel bergamasco. Mi chiedevano di dar un giudizio su questa brutta cosa. Ma non ho saputo dargli niente di più che una impotente allargata di braccia.

Tutto, da quel momento in poi, è stato brutto. Che brutto pomeriggio. Brutto abbastanza per finire in pioggia. Hanno trovato il corpo, “che brutto”, mi hanno ripetuto Adelmo e Carmelo il marocchino, Brunin, mia moglie, mia figlia di otto anni. Che brutto. Brutto per i genitori di quella povera ragazza, brutto per tutti noi.

Per andare a casa ho approfittato del lungomare; al tramonto cerco sempre l’ultima luce, la più bella. La più morbida, che colora il mare di verde e di turchino. Quella luce che riesce a colorare il mare della tinta dell’oro antico. Di solito mi fermo un attimo per prendere quella luce tutta per me. In lontananza si vedono le lampare dei gozzi. Nessuno. Solo io e la luce dorata. Qualche pescatore dilettante fa da corredo agli scogli, avanzi ignei di tempi incredibili. Nessuno. Qualche granchio che fatica a starsene tappato in casa, anche se la notte comincia ad avanzare. Nessuno. Qualche involucro di preservativo da poco prezzo. Nessuno. Di solito mi sta bene dividere il tramonto con loro, personaggi e suppellettili del mare d’inverno. Ma oggi è tutto brutto. Fastidiosamente brutto. Tutti personaggi di questo fermo immagine sono appiccicati da una colla triste.

Ho capito che quel tramonto non mi serviva a niente, che quello che avrei dovuto fare era tornare da dove ero venuto, portando con me un poco del peso di quella bruttura. E provare a fare qualche cosa. Come per esempio, pregare. Allora sono andato vicino ad una cappelletta, l’unica che conosco. Lo spazio angusto era occupato da una vecchietta. Senza bisogno di troppe parole, mi ha guardato e ha detto “che brutto, che brutta cosa”. Si è unito anche un muratore. Ha chiesto notizie. Si è appoggiato alla balaustra e ha appoggiato a terra il secchio della calcina. Ha chiesto da accendere. Abbiamo fumato una sigaretta assieme. Tutte e due appoggiati, come vagabondi esistenzialisti. Poteva essere una bella scena, ma tutto era brutto e spaventosamente monocromo.

Brutto è la parola giusta per reclamare l’inevitabilità di ciò che è successo, di un tempo che può essere molto, ma che non può essere la salvezza di una ragazzina. Brutto è come mi sento io, la signora che prega e il muratore che fuma. Brutto per le migliaia di persone che stanno ascoltando la radio, guardando la Tv navigando sulla Rete.
Forse la bellezza di quel tramonto era per lei, per la piccola Yara, anche se ha vissuto perchè non sapessimo niente di lei. Ma questo è un particolare secondario...

10 commenti:

  1. Non solo brutto Aldo.
    Orrido.
    M’incammino anch’io con te sulla battigia.
    Percorro il cammino alla ricerca del senso.
    Nessuno senso sensato
    Il tutto ha il colore dell’assenzio
    E di esso anche l'amaro sapore.
    Mi taccio.
    Mariaconcetta

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  2. brutti ed impietosi i commenti falso compunti che ipocritamente arrivano da ogni programma-salotto della tv e che non rispettano una famiglia che si sta difendendo ....proprio dal brutto che , più della morte , è la curiosità malsana e morbosa.

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  3. Aldo, oggi hai superato te stesso, interpretando lo sgomento di tutti noi... .
    Il tuo disagio è il nostro ed il tuo “brutto” dice tutto quello che altrimenti non può neppure concepirsi.

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  4. Per andare a casa ho approfittato del lungomare; al tramonto cerco sempre l’ultima luce, la più bella. La più morbida, che colora il mare di verde e di turchino. Quella luce che riesce a colorare il mare della tinta dell’oro antico. Di solito mi fermo un attimo per prendere quella luce tutta per me. In lontananza si vedono le lampare dei gozzi. Nessuno. Solo io e la luce dorata. Qualche pescatore dilettante fa da corredo agli scogli, avanzi ignei di tempi incredibili. Nessuno. Qualche granchio che fatica a starsene tappato in casa, anche se la notte comincia ad avanzare. Nessuno. Qualche involucro di preservativo da poco prezzo. Nessuno. Di solito mi sta bene dividere il tramonto con loro, personaggi e suppellettili del mare d’inverno.
    Credo che questa stupenda descrizione sarebbe piaciuta alla giovine Yara....
    Commosso ti ringrazio Aldo.

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  5. Questa volta hai toccato l'anima.Grazie per essere come sei e per quello che riesci a scrivere. Giusy e Chiara...

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  6. caro Aldo,
    quella bambina cosi simile alle nostre bambine. Piccola Yara. POVERA PICCOLA, come si può.....Credo che passi l'idea che il corpo di una donna, di una bambina, sia poco più di uno strumento....e se non lo puoi pagare 7/10 mila euro te lo prendi lo stesso.
    Angelica

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  7. sono storie terribili, ma che sono sempre successe, solo ora la tv na fa un uso sconsiderato. La curiosità della gente di vedere il dolorre, anche solo per immedesimarsi, ma non è morale, io mi rrifiuto. Quella povera famiglia ha il diritto di viversi questo tragico lutto nel silenzio del suo dolore. Si può stare vicini a loro solo con l'anima, ma il rispetto della loro initima tragedia, questo dev'esserci. Anna

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  8. la giovane piccola Yara che amava lo sport e la vita - l'uomo che uccide, chi è? si mimetizza fra i nostri sentimenti, anche lui direbbe che è brutto, nascondendosi, un uomo come tanti.
    an ma

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  9. E' brutto che una ragazzina non ci sia più, è brutto che qualcuno l'abbia uccisa. Tutto è brutto quando si parla di dolore, ma è brutta l'indifferenza con la quale si accolgono queste notizie, la tv ormai dice le cose come se si trattasse di fatti ..... normali.
    E' brutta la nostra società che genera mostri e vittime.

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  10. E' brutto il fatto che si dimentichi, pochi giorni...e si passa ad altre notizie, altri interrogativi, altri sgomenti. E intanto Lei viene inghiottita dal nulla. Teresa

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