venerdì 3 giugno 2011

Il mio privilegio




Oggi ho riflettuto sui miei privilegi. Mi è capitato di farlo perché mi sono svegliato all'alba. È l'ora in cui mi sveglio e mi alzo, l'alba. Ma l'alba di questa mattina è stata molto particolare. Dalla grande finestra di cucina mi è apparso un mondo nuovo e irreale, come se il cielo e la collina fossero stati mutati in una materia diversa, spostati in un altro universo. O come se io, durante la notte, fossi stato trasportato in un altrove ignoto.

Guardavo alle sette questa mattina un mondo rosso cupo farsi lentamente del giallo spento dello zolfo e poi ancora rosso, di un rosso immaginario e astratto che non ricordo di aver mai visto nemmeno nella più grande scatola di pastelli. Sono stato a lungo a guardare, mentre il caffè bolliva e ribolliva. E mi ha preso uno sgomento strano, uno stato d'animo raro: stupore e sgomento al cospetto del mondo intorno a casa mia, al mio mondo.

Ma le sensazioni che ho provato permangono ancora adesso, e forte ancora sento il bisogno che ho provato all'alba di questa mattina: bisogno di riparo. La certezza che solo un metro al di là della finestra mi sarei perso in un mondo stravolto e alieno e la certezza la mia casa mi avrebbe protetto. Ed è stato un privilegio straordinario. Riparare la mia anima dalla tempesta, restituirle forza e tranquillità.

Io ho il privilegio di vivere in una casa che mi accoglie tra pareti più solide della loro stessa materia. Di alimentarne la mia anima, curarla, sostenerla, crescerla. Perché, anche oggi, il mio privilegio fa di me un uomo capace di liberarsi dalla paura, dall'angoscia, dallo sconcerto. Un uomo ricco che non ha bisogno di altre ricchezze. Per questo posso ancora vivere sentendomi libero, nonostante da molto tempo ormai, ogni mattino al mio risveglio, il cielo e il mondo sotto il cielo, mi appaiono di colori innaturali, spesso lividi, dipinti dalla voce delle notizie alla radio, dalla lettura dei giornali.

Forse è questo che fa di noi persone libere. L’avere un riparo per potersi difendere da tutte le baggianate che ci vengono propinate. Un baluardo per difenderci dagli uomini neri che puntualmente, tutte le mattine, ci vengono a spaventare.

Una casa e un cervello. Due privilegi che vogliono toglierci a tutti costi...

10 commenti:

  1. Eppure la casa e il cervello, non ci fa essere uomini! Diceva un pensatore contemporaneo nella sua ultima intervista " l'umanita' e' andata in crisi da quando abbadonando il bastone del pellegrino si e' rinchiusa nella propria stanza in balia dei propri fantasmi".
    Ebbene, allora e' proprio il gesto di brandire il bastone o come l'uomo delle caverne, piu' inconsapevole di Noi, brandiva la lancia ed usciva fuori per vivere e combattere l'ignoto, che ci fa' veri uomini.
    Il male di amleto, la vecchiaia, la troppa lontananza dalla precarieta' della foresta ci ha ridotto in una vita decadente, dentro i nostri castelli che infine potrebbero essere solo prigioni!
    DIPENDE DAL PUNTO DI VISTA.

    RispondiElimina
  2. "sorpreso dopo tanto d'un amore"...ora leggendo il tuo articolo m'è venuta in mente questa poesia di Ungaretti nella scompigliata agrammaticalità dei suoi versi per osannare la sua immensa emozione di fronte all' intensità dell'amore improvviso per la casa ritrovata dopo tanto peregrinare..così come sorge per te dopo il rossore insolito del cielo mattutino cosparso di notizie ingombranti..questa necessità dettata dal tuo cervello che richiama come assoluto riparo il benefico amor di casa...

    RispondiElimina
  3. Vero, una casa ed un cervello è sufficiente per noi ma a chi ancora tenta di darle sostanza facendolo crescere sano, come farà? Questo sistema Sociale permette a chi ha la gestione del pubblico potere e l'abbiamo delegato a rappresentarci, il proprio approfitto. Abbiamo noi permesso a questa globalizzazione di falcidiare tutti i valori di riferimento della civiltà con il profondo silenzio della politica, ciò al di là di ogni schieramento, così abbiamo ucciso il futuro dei giovani, ora non serve più stare zitti e rinchiusi nelle nostre case, bisogna tornare a confrontarci, saggiamente, insieme, per darci l'identità necessaria per un divenire certo, nella piena libertà, nell'uguaglianza e di pace per tutti. Basta appiattirsi alle Logiche d'una economia di mercato liberale, dove l'uomo non è centrale ma serve solo ad essa al fine di sfruttarlo. Bisogna quindi riflettere insieme affinché si determini un accettabile futuro tra le diverse etnie.

    RispondiElimina
  4. Privilegi...
    Aldo caro. Questo é il mio privilegio di ieri. Essere amico di
    Paolo Gagliardi, tuo conterraneo, una persona immensa. Perchè ti chiederai....
    Perchè ieri mi ha regalato l'ennesima lezione di vita regalandomi in un messaggio una sua creatura scritta con il cuore e non con la mente. La riporto nelle due versioni.
    dialettale e italiana.
    Io ho il privilegio di essere sua amica.
    Eccola.
    A SIMI
    U j è sté di dè
    che i mi fiul i m’dgeva:
    “a t’arculdat,
    quand ch’a simi sgnur…”.
    E pu i a smés.
    I a capì che sól adës
    a sen una fameia.

    ERAVAMO
    Ci sono stati giorni
    in cui i miei figli mi dicevano:
    “ti ricordi,
    quando eravamo ricchi…”.
    Poi hanno smesso.
    Hanno capito che solo ora
    siamo una famiglia.

    Ancora con i lacrimoni ti saluto.
    Mariaconcetta

    RispondiElimina
  5. ANCH'IO SPESSO MI ALZO MOLTO PRESTO, MI AFFACCIO E MENTRE SORSEGGIO IL CAFFE' MI ACCINGO CON MERAVIGLIA A STUPIRMI DEL SILENZIO...UNA GRANDE CITTA' ADDORMENTATA, GUARDO I PALAZZI..TUTTI DORMONO,,,,SOLO IL PANETTIERE GUARDA VERSO ME E RISPONDE AL MIO SALUTO...CHE MERAVIGLIA, ANCORA CI SONO PERSONE EDUCATE E CON IL SORRISO,,,E' DIVENUTO UN RITO DICE LUI QUANDO POI SCENDO A PRENDER IL PANE E LA FOCACCIA... IL SUO SORRISO ALLONTANA I BRUTTI PENSIERI NOTTURNI A VOLTE.... CHIUDO LA FINESTRA, E PENSO... QUANTE PERSONE NEL MONDO HANNO LA MIA STESSA FORTUNA? GRAZIE ALDO...

    Eleonora B.

    RispondiElimina
  6. ciao amico Aldo, stamattina di buon mattino mentre ero alla guida della mia macchinina,guardavo estasiata (rischiando ogni tanto di finire in cunetta)la meravigliosa fioritura dei papaveri, centinaia, migliaia ,milioni di papaveri rossi, che la natura quest'anno ha voluto regalarci,insieme alle ginestre in fiore e ai campi di grano già dorato, uno spettacolo straordinario che mi ha accompagnato lungo i 150 km che mi separavano da Cagliari,anche questo è un privilegio,tutti quei colori mi hanno regalato allegria e pace e la leggera brezza che mi è venuta incontro arrivando in città, mi ha annunciato che un venticello nuovo,smuove finalmente le coscienze addormentate..

    RispondiElimina
  7. Io, ancora, non ci riesco. Ho provato le tue sensazioni svegliandomi dopo aver passato la prima notte nella mia casa nuova, la casa che io avevo disegnata e realizzato... .
    Da quel mattino, altri miei sogni si sono realizzati e tutti m’hanno dato un’eguale soddisfazione. Oggi non desidero più niente per me; m’accorgo di non aver altra ambizione che quella del futuro dei miei figli e per questo trepido, forse per un eccesso di protezione nei loro confronti, o forse perché mi sgomenta le scarse promesse d’una precarietà fatta regola.
    Sono sicuramente un privilegiato, così come il mio cervello e la mia casa m’hanno consentito di essere. Ho questa coscienza e mi sento fortunato. Ma la mia missione non è finità...

    RispondiElimina
  8. E' bellissimo provare quelle sensazioni di fronte agli spettacoli che ci offre la natura!In quei momenti non penso a nulla di "terreno!"
    Io,di fronte all'immensità, alla bellezza,ai colori, ai suoni, ai rumori, ai profumi della natura...
    Non desidero altro, non penso ad altro!!
    M'inebrio dell'aria che respiro e la vita mi appare più bella, anche di fronte alle "brutture",mi sento più forte e pronta ad andare avanti...
    Ho pena per chi non ha nulla e prego per loro...

    RispondiElimina
  9. Riesci sempre ad emozionarmi fratellone....
    (Chicca)

    RispondiElimina
  10. Io mi alzo spesso durante la notte e rifletto sulla differenza di durata tra le cose della natura rispetto alla nostra vita terrena. Le montagne il cielo, il sole le stelle e questo pianeta sono vecchissimi se paragonati a noi e la loro è un'identità complessiva fatta anche di noi come la nostra identità risente dei microrganismi buoni e cattivi che ci portiamo dentro. Allora immagino che esista una grande identità eterna consapevole di tutto questo cambiamento e dotata del potere di conservare, cambiare, creare e distruggere ciò che vuole, quando vuole. Questi pensieri mi portano a sperare di far parte di tale immensa identità ed è così che a volte torno a dormire, con queste idee, che non mi abbandonano mai, nemmeno durante il sonno più profondo.

    RispondiElimina