lunedì 10 ottobre 2011

La sconfitta dell'Uomo-Lasagna



Il fatto è che ci fregano ogni giorno. Non fai in tempo ad abituarti ad un termine che subito dopo ti scontri con un altro neologismo che ti condiziona la vita.
Ieri sera è arrivato un giovane rampante proveniente dal salone nautico di Genova. Oltre ad avere disturbato la normalità olfattiva dell'osteria con i suoi fortissini aromi di emporii lontanissimi, ha spiazzato tutti con una richiesta che ci ha lasciato basiti (io, Brunin, Adelmo e Carmelo il marocchino). Voleva organizzare un brunch per domenica mattina.

Brunin ha accettato, non prima, però, di aver organizzato immediatamente una mini-riunione tra di noi nella saletta dei vini.

Ci siamo informati (ah, Internet che bella scoperta in questi casi...), perchè non vogliamo mica fare la figura degli stupidotti con gente estranea.

Le statistiche dicono che il pranzo domenicale (a casa o al ristorante) è in netto declino, soppianato dal brunch - anglofona crasi tra breakfast e lunch – che si consuma in tarda mattinata. Tra le pietanze che vanno per la maggiore spicca il pancake (una spugnosa fuffa che sa di dopobarba), imbibito di sciroppo d'acero (assieme al baseball, le uniche cose americane fin qui giudicate non esportabili).

Non saremmo più, quindi, dei contadini inurbati, ma cittadini del mondo. L'anziano uomo-lasagna, stordito dal suo ripieno, si avvia barcollante sul viale del tramonto sostituito dal croccante ragazzo-bacon.

Sono un tradizionalista, ma è difficile arroccarsi in difesa della nobile abbuffata domenicale. A parte il richiamo dell'unità famigliare, il torpore oleoso che si protraeva almeno sino al Novantesimo minuto, non appartiene, aimè, alla salubrità e fa certamente a pugni con i metabolismi contemporanei. Gli anziani, che di solito governano questi antichi riti, discendono da avi che avevano un fabbisogno calorico illimitato; gente avezza alla bicicletta, alle zappe, ai badili. È per persone come quelle che qualche nonna ebbe a inventare la lasagna, terrifica summa di proteine, grassi e carboidrati.

Oggi quando vedi verso le tre di pomeriggio, le Uno e le Duna ridiscendere dai colli cariche di nonni e zii sonnecchianti a minima velocità, non puoi che ammirare lo forzo sacro che i commensali hanno fatto per rispetto di una tradizione secolare. Hanno aliti ribollenti e guidano con braccia saldate al busto da sughi di cinghiale e vini della casa.

Se lo sciroppo d'acero è alle porte (come sembra essere) non è nella tradizione offesa che troveremo la forza di reagire.
La smettano le nonne in ansia di minacciare il nipote in fuga con porzioni smisurate di tradizione. E non provino nemmeno, non dico ad imbandire, ma a pronunciare la parola brunch (avremmo tavole trafficate di taniche di sciroppo d'acero e aceto balsamico).
Provino piuttosto a sezionare la liturgia tradizionale in piccole parti, in porzioni umane. E a trarne il meglio, l'appetibile, l'affascinante. Il poetico.

La qualità, non la quantità, ha sempre la meglio. E chissà che non sia possibile, in questa chiave, tramandare ai posteri anche la lasagna, svuotata da qualche intruglio e abbassata dal suo volume tipo Dizionario Zingarelli a quello di un tascabile...

9 commenti:

  1. Brunch? vabbè, non l'avevo mai sentito, imparare è sempre utile
    Lucini Alessandra

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  2. chi è "Brunch"un clandestino?una nuova razza di invasori culinari?,mi sa che profuma di odori inconsueti alla nostra gente abituata com'è ormai da generazione in generazione al sapore della "vecchia lasagna"...

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  3. VALTER MASSIMO CONTU10 ottobre 2011 alle ore 14:26

    bruncu in campidanese (sud ovest sardegna ) significa il muso ,in altre lingue non lo avevo mai sentito dire ,
    aggiornarsi e sempre utile , ma ho dei forti dubbi su cosa mangerà e che gusterà quel giovine rampante con profumi che odorano di altre mete che non ci appartengono ,con i miei 130 kg preferisco le calde soffici e gustose lasagne di mia madre ,con su una montagna di parmigiano reggiano ,quello padano lo odio ,perchè extra comunitario ,nel senso che la padania non esiste e che viene fatto per risparmiare sui costi ,con il latte che arriva dall'Ungheria .

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  4. Difensore indomito dell'Accademia della Crusca e mai arreso ai moderni modi linguistici, sono un convinto sostenitore che usare terminologie anglofone sia sinonimo di crassa ignoranza e di esibizionismo. Ho buone ragioni, pertanto, di ritenere che il disinvolto giovane di cui ci parli non sapesse neppure cosa stesse chiedendo: un tentativo pietoso di fare il figo..., ahilui.
    Se a tutto ciò aggiungi l’ammissione d’un alto ufficiale inglese, ospite inaspettato alla mia tavola, che: “... dopo la cucina etiopica, viene quella inglese...”, c’è anche d’aver pena del tuo rampante interlocutore, se mai avesse avuto effettiva coscienza di cosa stava dicendo.
    Non nego che i riti domenicali a base di antipasti, primi, secondi, dolci e libagioni connesse, siano alquanto indigesti e spesso anche poco salutari, ma sostituirli con i trogoli d’oltreoceano è perfino offensivo per chiunque abbia un briciolo di buon senso e rispetto di se stesso.

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  5. Come sempre il tuo approccio al tema ha un impronta informale e soavemente ironica...Quindi il suggerimento finale risulta non solo coinvolgente perchè ci fai sentire parte del problema ma viene accolto con un sorriso e ...questa volta ,devo dirti sinceramente che ho riso di cuore perchè le immagini erano talmente vive e reali da sembrare tratte da un film di Paolo Villaggio...In sostanza, non è tanto la questione linguistica che preme...quanto adattare le nostre carissime radicate tradizioni alla velocità dei tempi e del cambiamento della vita moderna!Un congruo tempo dedicato a fare e consumare in modo conviviale un pasto ,adeguandoci ...per far sopravvivere in modo dignitoso e decoroso le nostre lasagne e similari!Cercando di conoscere meglio anche ciò che ci viene propinato con un 'etichetta straniera! Questa è una piacevole lezione di INTERCULTURA....!!!Sei grande....anzi,grandissimo, Aldo!!!!

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  6. Ci sforziamo di essere cosmopoliti e ci ritroviamo apolidi nel senso più becero del termine.Cittadini di tutto, cittadini di niente.
    Ciao Aldo!
    Mariaconcetta

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  7. discorsi ragazzi ! solo discorsi sulle parole, andiamo alla sostanza ! poco fuori Londra mia moglie ed io ci fermammo ad un ristorantino ... ci sembrava accogliente, entriamo... senza alcuna pretesa ma la fame era a livelli di guardia ... ci sediamo e vediamo che quelli accanto stanno mangiando di gusto un bel pollo arrosto ben dorato, croccante! ottimo! arriva il cameriere quello anche a noi! fu la prima e l'ultima volta che spelluzzicammo pollo lesso con uno strato di caramello e spaghetti con una strana cioccolata marroncina che sembrava ragù. chiamiamo le cose con il loro nome in italiano ... na' schifezza ! anche se era un brunch, molto meglio oggi col cimalino di scottona razza chianina fatto con panna e funghi di BORGOTARO, a parte lenticchie di Colfiorito con un poco di sale di Cervia ed un cucchiaio d'olio del mio, mezzo calice di rosso di Panzano , se lo chiamate brunch ... provate ad immaginare

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  8. La cucina italiana è troppo buona per essere soppiantata da qualsiasi altra inclinazione culinaria, o moda incalzante, ma condivido pienamente il concetto del ridimensionamento porzionale. Il brunch è un'ottima cosa, dilazionato su più ore, stile buffet e con cibi di ogni varietà, dal dolce al salato, dunque ingloberebbe potenzialmente colazione, pranzo ed io includerei anche la merenda o spuntino. Ognuno può fare il brunch con quello che vuole, incluso delle porzioni più piccole delle ottime ed insostituibili lasagne (il mio piatto preferito), combinate con ogni altra varietà di cibo e bevanda. Il termine brunch è neologismo, è solo una definizione. Le cose buone, come le lasagne sono destinate a durare nel tempo....per fortuna....dovrebbe solo cambiare leggermente la forma, la dimensione, ma non il contenuto.

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  9. Interessante e ben condito!! non è da molto tempo che conosco questo termine brunch che è appunto la contrazione di due parole inglesi: breakfast (prima colazione) e lunch (colazione, pranzo)ed è quindi un pasto unico, che fa da prima e seconda colazione. Un pò come in germania, li avevo un'amico e da lui si faceva colazione e pranzo insieme, poi una merendina nel pomeriggio e cena alla sera. Comunque viva le lasagne!!!

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