Io ve la racconto come l'ho sentita. C'è un uomo, valente manovale, che tiene da dieci anni segregata in un garage una Porsche nera e fiammante. Conosco quell'uomo e mai me lo sarei immaginato. Quel bolide deve essere il sogno della sua vita, e per acquistarlo deve essersi indebitato per tutta la vita che gli rimane. La leggenda narra che ogni sera il manovale - lavato e profumato di doccia dopo le otto ore di polvere e sudore -, vada a pasare mezz'ora a bordo del suo sogno, accontendandosi di accendere l'autoradio. Tutte le sere, festivi compresi.
Non voglio fare il ragioniere, ma ho la quasi certezza che, pagata la rata, dato da mangiare alla famiglia, non gli rimanga nemmeno un euretto per dar da bere un litro di benzina alla sua macchina che solo per muoversi dal garage ne chiede una tanica.
È un sogno, dicevamo, per quel uomo; senz'altro più abbordabile del sogno di un mondo di giustizia, della propria promozione sociale, di un futuro radioso per il suoi figli. Più abbordabile e anche più reclamizzato: fateci caso, ogni due spot pubblicitari in Tv, almeno uno decanta le doti meccaniche di una macchina, il design di un Suv, le prestazioni di una fuoriserie.
I sogni non hanno prezzo, su questo penso nessuno abbia nulla da obiettare. Ma questo sogno ha un prezzo che paghiamo tutti quanti.
Secondo le ultime statistiche, l'Italia in rapporto alla popolazione, è la nazione più inquinata del mondo, addirittura più della rutilante Cina. E non siamo un Paese in pieno boom economico che fuma da milioni di ciminiere, ma - attenzione - un Paese, unico nell'universo conosciuto, dove le automobili immatricolate hanno superato il numero delle persone in grado di portarle, con o senza patente.
Provate a trarre delle conseguenze da questo strabiliante primato. Provate a pensare cosa gliene può fregare agli italiani dei mutamenti climatici; provate solo a chiedervi se sanno di cosa si sta parlando quando si parla di gas serra, di risparmio energetico, di futuro del mondo. E provate a chiedervi ancora: cosa interessa veramente agli abitanti di questo Paese, di cosa sentono di aver bisogno, che non sia un pacchetto di eurazzi in tasca e un poliziotto sotto il portone. Per inciso abbiamo rispetto agli altri Paesi europei un 30% in più di polizia; più poliziotti di noi li ha solo Cipro, paese diviso in due dall'ultima cortina di ferro.
Siamo un paese profondamente egoista, anche per quello che attiene la sicurezza. Scendiamo in piazza per la nostra sicurezza, ma in quanto alla sicurezza sul lavoro siamo ancora al livello del Medioevo.
Ma questa è un'altra storia...
Dagli anni 60 in poi il mito dell’automobile ha tatuato nell’immaginario collettivo l’idea dell’uomo ricco, bello,rombante, scattante e perché no … anche capace di “rimorchiare”. Cosa importa se si fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, se si firmano “pagherò” a go gò, se i livelli d’inquinamento anche intellettuale ha superato la soglia di guardia e il nulla condito con il niente esonda… L’onore è salvo Vivadio… Si è strafighi in questa italietta dalle aspirazioni d’accatto.
RispondiEliminaUna carezza al tuo cuore.
Mariaconcetta
é la quarta volta che tento si commentare... salta tutto ...il manovale mi desta tenerezza, il suo sogno a meta' compreso i festvi...mi intristisce pure, lui e la sua autoradio...comunque un primato l'abbiamo...dovremmo imbarazzarci, invece il vanto sopraggiunge! Si viviamo nel medioevo, concordo...l'automobile diventa un simbolo..e se poi i pasti son magri e talvolta insufficenti...pazienza abbiamo pero' la macchina!!! Roba da matti. Grazie Aldo
RispondiEliminaeleonora becelli
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RispondiElimina(VIVA L’Italia 1)
RispondiEliminaSarei Stato più felice se al posto di una Porsche ci fosse stata una Ferrari od una Maserati, non per campanilismo, ma perchè dare i nostri denari ai signori tedeschi o francesi è proprio una stupidata.
Detto questo dobbiamo ragionare sul fatto che gli Italiani non sono per nulla stupidi e che, si è vero che l'Italia ha un forte debito pubblico, ma è anche vero che gli italiani sono i meno indebitati a livello personale ; infatti sono dei grandi risparmiatori!
Se togliamo il debito pubblico, con quello che abbiamo mediamente a livello personale saremo i più ricchi d'Europa, hanno veramente molto poco da insegnarci i tedeschi ed i Francesi!
Certo occorre e lo stiamo facendo, invertire una tendenza dissipatoria nelle uscite delle amministrazioni, è doverosa molta più serietà e moralità nello spendere a livello pubblico, ci vuole che le amministrazioni pubbliche non sperperino facendo opere inutili, ed evitando che quelle utili siano costosissime.
E' da arginare il flusso di denaro che dall'Italia fugge all'estero verso i paesi d'origine degli immigrati che qui lavorano.
E' un discorso lungo e complesso..., posso dire che nella mia famiglia è ancora molto vivo il ricordo dei miei zii e di mio nonno che andarono "a cercar fortuna" in America e che sostenevano la famiglia in Italia, dunque conosco bene il discorso e difatti non parlo di bloccare, ma solo di "arginare" perchè l'emorragia è di proporzioni inimmaginabili. Per questo non faccio un discorso egoistico, piuttosto di visione in prospettiva, perchè allo straniero poco importa se l'Italia dovesse "crollare" ; infatti come sono venuti qua vanno da un'altra parte, non gli cambia nulla, invece per noi cambierebbe molto.
Dobbiamo essere oculati, in modo che l'Italia viva ed il lavorante straniero non sia più straniero, ma si trovi bene qua, continui a trovarsi bene e ci rimanga, si integri e sia uno "non più straniero" fra noi; dunque deve contribuire in maniera sostanziale al mantenimento del paese in cui lavora e contribuire attivamente per il mantenimento del suo posto di lavoro ed anche, ove possibile, sostenere il suo sogno di una vita migliore nel suo paese.
Solo così potremo continuare a far si che il suo sogno s'avveri.
Dato che così pensiamo in molti non penso proprio di essere in un paese profondamente egoista.
Ne parlavo proprio oggi con il mio più caro amico, che leggendomi potrà confermare, circa l'altruismo, la bontà d'animo degli italiani avendone avuto riscontri tangibili in più e più occasioni.
Solo che c'è un però (come sempre) la moda di dir sempre male di noi stessi! E' l'ora di finirla! noi siamo un popolo e non un'accozzaglia di gente egoista malfamata che ha eletto per presidente del consiglio il peggior delinquente del mondo, ripeto siamo un popolo, un popolo di gente onesta, lavoratori, che ci tiene alla famiglia, ed ai valori su cui la nostra Italia si fonda (rimando ai primi dieci articoli della nostra Costituzione) magari disorganizzati, magari con dei poteri dello stato in contrasto fra di loro, magari con una scuola inadeguata ai tempi, ma per esempio assolutamente attenti all'ecologia.
Altro che se agli italiani interessano i mutamenti climatici, certo vi sono località in cui ancora la raccolta differenziata non è fatta a dovere, ma sono innumerevoli le città ed i paesi in cui non solo la cosa funziona bene, ma anzi benissimo!
Brontolo Ne
(Viva l’Italia 2)
RispondiEliminaQui vicino a me c'è il paese di Peccioli che ha fatto della raccolta dei rifiuti e del loro riciclaggio una fiorente industria, e le tasse comunali sono al minimo, pensate a tante altre città che sono all'avanguardia nel settore e non pensate a quelle, poche oramai rimaste, che arrancano faticosamente per raggiungere risultati ottimali. Ora non è il caso che mi dilunghi in elenchi e numeri, ma questa è la realtà.
Certo abbiamo un numero esorbitante di agenti nelle forze dell'ordine, ma quale grande "ammortizzatore sociale!" e quale grande generosità è guadagnare un po meno, ma dare lavoro a molti ! certo vi è la questione del "precariato" si, ma non so se sia meglio avere il dubbio di aver il lavoro od avere la certezza di non averlo.
Certamente sarebbe molto meglio averlo tutti e tutti guadagnare a sufficienza da portare a spasso quel sogno che idealmente abbiamo in garage dopo aver soddisfatto tutte le necessità primarie.
Si ma se dall'estero vengono a lavorare in Italia ... mi domando, ma allora il lavoro c'è o non c'è? la risposta è solo una , c'è ! ma non c'è più la cultura del lavoro manuale, o meglio viene considerato disdicevole, meglio un figlio a letto la mattina che un figlio che imbianca un appartamento!
Questo è solo un fatto derivante da decenni di una idea errata circa la nobiltà del lavoro. Parlavo con una mia cara amica orgogliosissima di saper cucire, di saper fare i vestiti per la famiglia, eppure ha un marito che non avrebbe la necessità di farsi cucire pantaloni e camicie, io sono ORGOGLIOSISSIMO di avere una amica di tal fatta, che nulla ha da invidiare ad una avvocatessa o ad una signora architetto o comunque impiegata in qualche lavoro di alta considerazione.
Questa amica, so per certo, che divide tutti i rifiuti di casa... eccome se ci tiene alla raccolta differenziata!
Lei per me è eccezionale, ma non crediate che le altre siano da meno, le donne Italiane sono FANTASTICHE !
Brontolo Ne
(Viva l’Italia 3)
RispondiEliminaHo amici che cambiano la caldaia e sono felici di aver installato recentemente quella a basso consumo e sono felici che lo stato, seppur in modo dilazionato nel tempo, gli venga incontro per il 55% , come si può dire che il popolo italiano non è attento ! eccome se è attento ! e non sono casi isolati, casi isolati magari sono quelli che ancora non sono stati sensibilizzati a sufficienza.
Qui da noi chi ha il cane ha anche il suo sacchetto per raccogliere le feci e le getta nell'apposito raccoglitore.
Insomma se si vuol dire male di tutto e di tutti fatelo pure, ma è un grave errore !
E' invece proficuo portare ad esempio chi fa bene e spronare gli altri a fare altrettanto.
Chiedete ai miei collaboratori(pochi in verità) in dieci anni quanti incidenti sul lavoro abbiamo avuto, ve lo dico io NESSUNO! e centinaia di migliaia di ditte non hanno incidenti e sappiamo bene che nel calcolo del rischio rimane sempre un qualcosa che si chiama "rischio residuo" ineliminabile.
Questo non vuol dire che non si debba fare e continuare a fare di tutto affinchè la sicurezza sui luoghi di lavoro, e non solo li , sia a livelli sempre maggiori.
Le leggi ci sono e severe e chi non le rispetta è un delinquente e non può essere portato a simbolo dell'Italia, gli Italiani non sono così, gli Italiani costituiscono un popolo che rispetta le leggi e si è dato una Costituzione che è all'avanguardia! certamente una delle più moderne e democratiche che vi siano al mondo.
Allora va tutto bene? NO senz'altro no! ma nemmeno tutto male! è l'ora di finirla di dire che va tutto male... è l'ora di dire le cose come stanno realmente e non è assolutamente vero che va tutto male, men che meno che il paese Italia sia egoista, sia insensibile all'ecologia, ai mutamenti climatici ecc. ecc. , siamo un gran bel popolo e sono orgoglioso di essere italiano sia quando sono in Italia sia quando vado all'estero.
Quando sento parlar male del mio paese, specialmente all'estero, mi arrabbio più di una tigre infuriata ed internet è una vetrina sul mondo, dunque il mio essere contrariato si manifesta con forza, è giunto il momento di dire e continuare a dire :
VIVA L'ITALIA !
Brontolo Ne
tanti, ma tanti anni fa avere un sogno era simbolo di levatura morale, si veniva additati come esempi da imitare...tanti anni fa.
RispondiEliminaOra i sogni nel cassetto sono terribilmente fallaci, si tenta solo ad avere l'ultimo modello, di qualsiasi genere anche se non serve,anche se non si può, anche se non è alla nostra portata, il comando è TUTTO E SUBITO.........solo un bene non viene desiderato :- IL CERVELLO PER PENSARE.
BY Bruna
Forse a Brontolo Ne mancherà il dono della sintesi, ma le sue analisi sono chiare, lucide e di buonsenso. Quel buon senso che molti sembrano avere smarrito.
RispondiEliminaI Napoletani - con la loro colorita saggezza - dicono: “Ghiagne e futti”, intendo con ciò che a lamentarsi c’è sempre da guadagnare.
Ma il lamentarsi sembra uscito dagli angusti confini campani per divenire lo sport nazionale, viepiù alimentato dalle interessate opposizioni e dai “mass media” i cui operatori, conformisti e pigri, trovano più semplice e remunerativo adeguarsi agli andazzi.
Fatto sta che, a forza di dire peste corna dell’Italia e degli Italiani, abbiamo perso credito ai quattro angoli del globo terracqueo, ed abbiamo finito per crederci anche noi.
L’autolesionismo, male atavico dell’italica progenie, serve solo a farci del male, e come comunità civile, e come produttori di beni, poiché alla perdita d’immagine ne consegue una perdita di mercati che, per noi che viviamo di trasformazione e di esportazione, equivale al disastro. Chi vuoi che compri all’estero un prodotto fatto da gente incapace, incivile e disorganizzata?
Eppure questi Italiani, alla faccia dei detrattori nostrani e stranieri, sono generosi, risparmiatori, industriosi, fantasiosi, lavoratori, inventivi.
Taluni vogliono giustificare la propria pochezza spirituale e materiale attribuendola a tutto un popolo, come dire: io sono uno corrotto, un lavativo perché sono un italiano e gli Italiani sono fatti così... .
Capita che anch’io mi lamenti: il mio lamento però è mosso però dalla critica costruttiva, dall’anelito a meglio fare. Ma nelle lamentele diffuse oggi a piene mani - anche da gente che avresti motivo di stimare - non vedo niente di costruttivo: esse si ripiegano in se stesse quasi con compiacimento nell’ineluttabilità d’un male che si vuol dire essere solo nostro. Ci si sguazza dentro come il porco nel suo fango.
Tutto ciò non mi appartiene.
E se gli Italiani sono quelli che si vogliono così descrivere, allora chi sono io che all’Italia ho dedicato l’intera mia vita?
(VIVA L’ITALIA 4)
RispondiEliminaRingrazio Dario per i complimenti che contraccambio, inoltre aggiungo: Dario sei un grande uomo e chi ti è amico è fiero di te, continua a darci la forza, con la tua costanza e perseveranza nel giusto.
E' vero, non ho il dono della sintesi, o meglio, l'ho, ma non riesco ad usarlo; infatti come si fa ad usarlo in questi frangenti?
E’ facile denigrare con una parola, difficilissimo dimostrare il contrario senza portare argomentazioni solide che attestino la non veridicità delle affermazioni, accuse gratuite, che ora è di moda lanciare dissennatamente.
Se uno mi dice che non me ne frega nulla del riscaldamento globale perchè sono italiano, posso rispondere sinteticamente "non è vero"; tutti capiscono che non sono d'accordo, ma nessuno capisce perchè non sono d'accordo; invece è importantissimo che si sappia che il mio non essere d'accordo nasce da ragionamenti logici e sequenziali derivanti dall'attenta osservazione dei fatti e delle loro origini, senza drogarli con ideologie, teoremi, direttive di partito, mode, o deviarne l'ottica con personalissime lenti prismatiche.
Attenersi ai fatti non vuol dire esprimere giudizi andando a scovare od inventarsi, come spesso avviene, il lato negativo (ogni medaglia ha il suo rovescio!), ma assumersi la responsabilità civile, morale e personale, di dare alle cose il loro giusto valore, sia rispetto a noi stessi, sia verso gli altri. Se mio figlio compisse un atto condannabile, ammetterei la verità, ma cercherei anche di far risaltare le sue buone qualità, o forse i tanti che ho letto preferiscono esaltare le pessime qualità dei propri figli?
Un figlio non diventerà mani buono dicendogli, specialmente in pubblico, sei una peste! Ma si sentirà parte della famiglia e migliorerà se il padre, pur condannandolo con affetto, evidenzierà le buone qualità che pur ci sono.
VIVA L’ITALIA
Brontolo Ne
(VIVA L’ITALIA 4)
RispondiEliminaRingrazio Dario per i complimenti che contraccambio, inoltre aggiungo: Dario sei un grande uomo e chi ti è amico è fiero di te, continua a darci la forza, con la tua costanza e perseveranza nel giusto.
E' vero, non ho il dono della sintesi, o meglio, l'ho, ma non riesco ad usarlo; infatti come si fa ad usarlo in questi frangenti?
E’ facile denigrare con una parola, difficilissimo dimostrare il contrario senza portare argomentazioni solide che attestino la non veridicità delle affermazioni, accuse gratuite, che ora è di moda lanciare dissennatamente.
Se uno mi dice che non me ne frega nulla del riscaldamento globale perchè sono italiano, posso rispondere sinteticamente "non è vero"; tutti capiscono che non sono d'accordo, ma nessuno capisce perchè non sono d'accordo; invece è importantissimo che si sappia che il mio non essere d'accordo nasce da ragionamenti logici e sequenziali derivanti dall'attenta osservazione dei fatti e delle loro origini, senza drogarli con ideologie, teoremi, direttive di partito, mode, o deviarne l'ottica con personalissime lenti prismatiche.
Attenersi ai fatti non vuol dire esprimere giudizi andando a scovare od inventarsi, come spesso avviene, il lato negativo (ogni medaglia ha il suo rovescio!), ma assumersi la responsabilità civile, morale e personale, di dare alle cose il loro giusto valore, sia rispetto a noi stessi, sia verso gli altri. Se mio figlio compisse un atto condannabile, ammetterei la verità, ma cercherei anche di far risaltare le sue buone qualità, o forse i tanti che ho letto preferiscono esaltare le pessime qualità dei propri figli?
Un figlio non diventerà mani buono dicendogli, specialmente in pubblico, sei una peste! Ma si sentirà parte della famiglia e migliorerà se il padre, pur condannandolo con affetto, evidenzierà le buone qualità che pur ci sono.
VIVA L’ITALIA
Brontolo Ne
(VIVA L’ITALIA 5)
RispondiEliminaVi era un tempo in cui in America era di moda la "pubblicità negativa", ma si rifaceva alla massima "parlate male di me purché ne parliate" non si può applicare questo modo di fare ad un popolo che è in stretta correlazione con altri e che dalla sua credibilità dipendono le sorti di milioni di persone. Parlar male dell'Italia e del suo popolo è assolutamente un crimine, perchè si va a ledere la possibilità di gestire alla pari l’interazione con gli altri popoli e questo è gravissimo.
In tutto questo parlar male vi è uno scopo ? certo che si! ed è ovvio, tutto sta in questo: "non posso averti allora ti distruggo", sperando che, come l'araba fenice, l'Italia risorga dalle sue ceneri.
Così non è; perchè se è il suo stesso popolo a non credere più in te cara Italia, se è il tuo stesso popolo a non credere più in se stesso, viene a mancare quella forza straordinaria che fa rinascere un popolo unito, per esempio, dopo una disastrosa guerra.
Un popolo unito ha la capacità di risorgere, un popolo che si autodenigra, sparisce come popolo. Sappiamo bene che grandi imperi si sono sciolti come neve al sole, perchè non avevano più la forza di essere un popolo;se questo volete allora vi assicuro che siamo sulla strada giusta.
Se qualcuno mi chiederà se penso che tutti i mali derivino dal parlar male dell'Italia o del suo popolo chiaramente dirò di no, dirò che i mali ci sono, esistono e vanno combattuti proponendo qualcosa di costruttivo, partendo con forza dall'essere orgogliosi di essere italiani e giustamente Dario dice che dobbiamo smettere di ripiegarsi in noi stessi quasi con compiacimento nella ineluttabilità d'un male che si vuol dire essere solo nostro.
E' profondamente sbagliato questo comportamento, certo il male non scaturisce dal parlar male, ma certamente il parlar male ne aggrava gli effetti.
Un poco come la velocità, spesso non è la causa dell'incidente, ma certamente ne aggrava le conseguenze, per questo chiedo a gran voce di alzare il piede dall'acceleratore della evidenziazione del rovescio della medaglia, vi è anche un diritto della medaglia che è splendido e quello deve essere esaltato ed esposto nella miglior vetrina.
VIVA L'ITALIA
Brontolo Ne
Che siamo un popolo, un popolo di gente onesta, lavoratori, che ci tiene alla famiglia posso anche condividere ma questo popolo ha eletto il peggior politico del mondo che si sostiene e si fa sostenere dai peggior politici, che hanno anche il difetto di essere "delinquenti" e SERVI di un padrone generoso ma solo con loro e le "escort" che quando era vivo mio nonno si chiamavano zoccole
RispondiEliminaSe uno mi dice che non me ne frega nulla del riscaldamento globale perchè sono italiano, posso rispondere sinteticamente "non è vero"; tutti capiscono che non sono d'accordo, ma nessuno capisce perchè non sono d'accordo; invece è importantissimo che si sappia che il mio non essere d'accordo nasce da ragionamenti logici e sequenziali derivanti dall'attenta osservazione dei fatti e delle loro origini,
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