mercoledì 17 agosto 2011

Eppure il vento soffia ancora




Siamo circondati”. Una striscia di angoscia mi sale dentro, venata di sentimenti a cui non riesco a dare un nome.
Mi capita quando realizzo che qualcuno ha dato l'opportunità a S.V. (Sua Vuotezza, alias Simona Ventura) di pontificare sui media nazionali sull'inutilità della Tv di Stato (lei?!?).
Oppure quando percepisco che parte del nostro destino è in mano a Calderoli.
Ma anche quando prendo atto che parte dei miei (pochi) risparmi sono alla mercè di un circolo di avvinazzati astiosi che prendono il nome di Standard & Poor's.
Quando le frustranti palle di Fede non mi fanno più ridere; quando Capezzone mi fa vergognare di essere un suo contemporaneo.
Quando Berlusconi e D'Alema parlottano e ridacchiano insieme penso: “Siamo circondati, non riusciremo mai a saltarci fuori indenni”.

Dopo però, capto sulle onde medie “Eppure il vento soffia ancora” di Pierangelo Bertoli, scendo dalla macchina e incontro nel caruggio Brunin. Incidentalmente ci imbattiamo in Giovanni di Padivarma e ci mesciamo tre pinte di birra bionda fredda accompagnate da striscie di focaccia alle olive appena sfornata.
Mi compro un libro e, sfogliandolo, ne annuso l'aroma. Leggo un passo del Don Chisciotte di Cervantes: lo sorseggio un po' alla volta come un buon wishky torbato da oramai dieci anni (una specie di auto reverse: quando lo finisco ricomincio daccapo).
Parlo con mia moglie dello scibile intonso sotto un cielo di stelle che pare dipinto.
Accendo il computer e leggo un commento del mio amico Dario e una nota poetica di Marina da Rimini.
Abbraccio mia figlia.
Poi quando tutti sono a letto, mi stappo un'altra birra e mi metto a scrivere.
In pace.

E allora mi chiedo e vi chiedo, amici miei: perchè continuiamo a sottovalutarci?
E, soprattutto, come abbiamo potuto credere, anche solo per un attimo, che questa gente qui possa veramente toglierci qualche cosa?...

13 commenti:

  1. Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
    l’ira funesta che infiniti addusse
    lutti agli Achei,
    poi alla fine tutti si salvano e noi siamo fregati
    by Bruna

    RispondiElimina
  2. AlBo deve essere rimasto vittima di un incubo orribile per aver scritto frasi tanto nobili...

    RispondiElimina
  3. Desidero commentare in un modo anomalo oggi. Ti spiego. Ieri sera ho pubblicato questa mia:

    "dissonanze"
    tra i lai
    l' utero sterile
    partorisce
    vuoti a perdere
    Scritta su altri temi, ma può stare bene anche nel tuo tema.
    Riporto 2 commenti di due miei immensi amici.
    Michele Cologna scrive.

    Se fossero solo gli uteri sterili a partorire vuoti a perdere, Mariaconcetta, la situazione non sarebbe così tragica.
    Un po’ di “lai” e nessuna consistenza.
    Sono gli uteri fecondi che partoriscono l’uomo.
    Non conosco vuoto a perdere più degno.”
    Mario Rigli scrive
    “E’ stato grande il passaggio tra i vuoti a rendere e i vuoti a perdere. E’ il consumismo esasperato che ha prodotto questo passaggio provocando anche un duplice aumento di spesa, il consumatore non deve pagare solo il contenuto, cioè quello che si vuole acquistare, ma anche il contenitore e dove pagare anche per lo smaltimento dei milioni di contenuti.
    Questo perché ho notato anche una dicotomia fra sostanza e forma. Il tuo utero, poi dirò se è sterile o no, è costretto a dare vita a contenitori, più che contenuti. Ma è quello che pensi tu, in questo periodo buio e zeppo di domande. E le tue domande sono quelle sull’esistenza e le risposte appaiono nere quanto le domande. L’ansia e l’angoscia la fanno da padrone come nella letteratura del novecento, non si intravede una via d’uscita. “un animo che si va inaridendo fino a non dare più sensazioni o pulsioni vitali, dove la presenza di una qualsiasi forma vitale è impossibile”, dice il mio Fratacchione, il grande Peppino. Ed ha ragione Peppino, ma io voglio a tutti i costi cercare una pur minima ancora di salvezza. E allora mi vengono in mente quei LAI. Il laio era sinonimo anche di canto nel Medioevo, “chant” era sinonimo di laio. E il tuo utero è tra i canti, partorisce insieme ai vuoti a perdere anche canti, o almeno li ascolta, e non è sterile un utero che sa cantare, che è immerso nei canti. E non è sterile perché quei vuoti a perdere, appena usciti fuori dalla carne sono pieni di contenuto, un alto ed elevato contenuto.”
    Siete grandi. <3 <3 <3

    RispondiElimina
  4. Anonimo ha detto...
    Ora ti sei convinto che intorno a noi c'è tanta gente che non vale un fico secco, ma anche noi abbiamo qualche peccatuccio da farci perdonare, mi riferisco alle tante sfumature che caratterizzano certi gruppi e gruppuscoli, che non hanno capito che la divisione porta solo sventura. Se alcuni fanno delle proposte oscene, e altri ci governano come se fosero stallieri, allora qualcosa non va. Scopriamo per una volta qualosa di serio, che è la nostra disgnità e per la quale non esistono bandiere, motti, pretestuosi distinguo, ma solo un impegno: lottare perché la dignità abbia il giusto rispetto e riconoscimento. Ce la faremo?
    Sono stato sempre ottimista, anche maledettamente ostinato. Ciao Aldo, magari ora ti berrai un'altra birra scociato dalle mie parole. Buon lavoro
    Antonio Lanza

    RispondiElimina
  5. Eppure il vento soffia ancora, epoi l'hanno lasciato morire lì sulla prora, appena un'articoletto interno, dove poi osannato dopo aver sparso le sue ceneri, le calpestano per sollevar la polvere e respirarla un pò, come un mantra religioso, con la saccoccia aperta chiedendo soldi ai passanti, sputando poi sul terreno, e mandarlo a quel pese, e coi soldi ci fanno le cene e i remind, tanto per tenerlo vivo con la pubblicità.

    Bertoli ha dato, ma se non se ne sono ancora accorti che la pubblicità della cabina telefonica non funzionava, perchè ha messo in evidenza un problema di cui non fregava niente a nessuno.

    Il vento soffia ancora, e tutti ne aprofittano per stendere i panni appena lavati............

    simone.

    RispondiElimina
  6. Buona la focaccia con le olive ! riappacifica con la vita ..... come un buon libro ....
    Però lo sfacelo intorno purtroppo non s'arresterà da solo ....

    RispondiElimina
  7. no, non si arresterà da solo...questo è il problema...

    RispondiElimina
  8. Da pelle d’oca, Aldo.
    Questo tuo intervento è un inno alla positività ed all’ottimismo; una dichiarazione di fede in un futuro migliore nel quale vivere una vita degna d’essere vissuta.
    E’ una sciabolata decisa ai professionisti del pessimismo e del querimonioso lamento; alle prefiche ed alle cassandre che nulla propongono, ma tutto tingono di nero.
    Nel tuo scritto s’avverte quasi la sorpresa che ti prende nel ritrovare …la forza che viene dall’intima capacità di godere d’un cielo stellato, dalla dolce tenerezza d’un bimbo…; dalla vicinanza di gente sana, forte, laboriosa ed onesta, che t’accorgi essere poi è la maggioranza in barba a tutte cronache giornalistiche.
    Straordinaria l’immagine di quest’uomo che, forte di questa ritrovata fiducia, la notte - quando tutto tace - alla fioca luce d’un lume riprende la missione che s’è scelta: quella di condividere con i tanti la sua fede in un mondo dove i lupi si abbevereranno con gli agnelli.

    Dai commenti che ho letto, credo che non tutti abbiano inteso appieno questo tuo messaggio di fede. Taluni sono talmente drogati dai piagnistei delle prefiche ed dalle profezie delle cassandre che se appena qualcuno esce dal coro per lanciare un messaggio di speranza, non lo sentono neppure e se lo sentono, fraintendono.

    RispondiElimina
  9. Magnifica suggestione che nn leggo come beata rassegnazione ma al contrario come un'esortazione al recupero della dignità civica, collettiva ed individuale! Infatti è proprio dalla consapevolezza che "questa gente non può veramente toglierci nulla" che dovrebbe scaturire una forte e determinata volontà reattiva ed ESPULSIVA...sono ancora in trepidante attesa di un repentino passaggio dall'estetica del lamento a quella dell'opporsi.. per cambiare questo paese nn di 110° (come sogna l'opposizione) ma di 180°

    RispondiElimina
  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  11. Condivido in pieno il commento di Gigliola.

    Sulla tua domanda finale credo che questa gente ci abbia tolto già molto e continua a farlo con soluzioni che tolgono diritti, rimandano doveri. I loro.
    Il vento soffia e spazza via ogni cosa. Ma questo vento non riesce a pulire quanto sparso, è tutto attaccato nella melma cui abbiamo contribuito a creare. Non è più tempo di lamenti ma di reazioni, non ho ottimismo nè speranza.
    Voglio armarmi di rabbia e uscire dalla melma.

    RispondiElimina
  12. .....bello, mi è davvero piaciuta la verve con cui lo hai scritto e anche il messaggio di speranza e "volontà di cambiamento " che ho scorto tra le righe.......è vero ci hanno circondati.....o così credono.....ma noi stiamo finalmente scuotendoci dal sonnambulismo mediatico a cui ci avevano ridotto e stiamo recuperando la capacita di discernere , scegliere e lottare uniti .....questo sarà il nostro asso nella manica .....non la rabbia che spesso ti fa andare in direzioni autolesioniste ......la capacità di lottare uniti x ritrovarsi e restituire dignità alle nostre vite....
    felice domenica <3

    RispondiElimina
  13. La speranza che il cambiamento ci sia sempre!

    Aprire il cuore a credere che ciò è!
    Questo non dà il potere ai burattinai di manovrare le nostre vite, di cibarsi della nostra energia!
    Credere nella Vita e Amare! Incondizionatamente!
    Sempre!
    con affetto
    anna

    RispondiElimina