lunedì 29 agosto 2011

Lettere in Rete - 1° puntata




Ricevo e ospito sul mio blog, uno scritto di una lettrice. Non l’ho elaborato – come lei stessa mi ha chiesto – per non togliere nè aggiungere nulla ad uno sfogo che merita la pubblicazione. Aspetto con ansia la risposta di un maschietto...

“Da adolescente credevo che avrei incontrato un principe azzurro, che sul suo cavallo bianco, mi avrebbe portato con se, al salvo (ma da che?).
Crescendo ho pensato che il principe azzurro avrebbe preso le sembianze di un ragazzo, di un uomo comune, e che al cavallo bianco si potesse anche rinunciare in una città così piena di traffico.
Ad una cosa non ho mai voluto rinunciare: all'idea che un uomo potesse avere la sensibilità per capirmi e amarmi.
Oggi, oltrepassati i 40 anni, mi accorgo che è più facile incontrare il cavallo bianco, piuttosto che trovare un essere di genere maschile capace di comprendere la mente e il cuore di una donna.

Dici che esagero? Non sono solo le mie esperienze personali, a farmi arrivare a questa amara deduzione, ma il risultato di una serie di confidenze e scambi di idee raccolte da altre donne, amiche e non.
L’elemento comune è l’idea di un uomo che non sa identificare ed esternare i propri sentimenti, e non sa distinguere gli stati emotivi dalle percezioni fisiologiche. Molti uomini le emozioni le vivono direttamente sul corpo, senza rielaborazione mentale, senza necessità di interpretare o sintetizzare con un semplice “ti amo” che racchiude in sè una vastità di significati.

Al contrario spesso restano sconvolti o spaventati dal “ti amo” di una donna, per la naturale reciprocità di esternazione che questa comporta, come se questo li facesse entrare in una specie di gabbia, quella di chi, a quel punto non può più non riflettere sui propri sentimenti e tanto meno può esimersi dall’esternarli.

A quel punto emergono le dissonanze emotive: lui sempre più sfuggente, lei sempre più insicura, bisognosa di rassicurazioni e di amore. Lei vorrebbe sentirsi dire che è nei suoi pensieri, che è importante, che non vuole perderla, peggio….. “non posso vivere senza di te!” .
Lui si pensa già incastrato e scappando pensa: “no grazie, preferisco vivere!”. L’esito al 99 % è immaginabile.
Non convinta della malafede degli uomini, mi sono arroccata su una mia certezza. Uomini e donne siamo diversi non solo per forza fisica e quantità di peli (e questo non sempre), ma perché sentiamo, percepiamo cose diverse in modo diverso. Il problema è che non riusciamo ad essere complementari. Le donne si affannano a “femminilizzare” gli uomini e loro si aspettano delle donne con una mentalità “maschile” cioè più concreta.

Dunque non solo non potranno amarsi, ma non riusciranno neanche a capirsi perché, arroccati nelle proprie verità, non sanno più ascoltarsi.
Aldo, non avermene a male, se sono stata severa con gli uomini. Ci sono, come sempre, le dovute eccezioni, e se oggi ti chiedo un confronto su questi argomenti, è perchè esistono eccezioni”.

A noi la risposta...

10 commenti:

  1. Concordo!Anche se cmq la colpa è di entrambe,sia dell'uomo ke della donna ma si sa,i tempi cambiano e ci si adegua ad una nuova mentalità e cultura dovute e causate da migliaia di fattori esterni,quindi nn c'è da disperare ma bensì da accettare e trovare il lato positivo in tutto ciò,che a mio avviso è molto più positiva la realtà odierna che quella di 30 anni fa

    RispondiElimina
  2. Non sono un maschietto, credo comunque che la cosa dipenda dal fatto di avere due sfere emotive completamente diverse. L'uomo si manifesta carnalmente, la donna intellettualmente oltre che carnalmente. E' una diversità che si fa fatica ad accettare ma che esiste da sempre.
    L'uomo manifesta tutta la sa insicurezza solo nel momento in cui viene lasciato e non sempre è una manifestazione calma, molto spesso diventa violento.
    Io non voglio essere fraintesa soprattutto dai maschietti, ma penso che proprio per indole e per differenze che noii non accettiamo, l'uomo non sia capace di esprimersi. Voglio citare, ma non con cattiveria, non fraintendetemi: "Lamore di un uomo comincia quando si cala i pantaloni e finisce quando se li tira su?" Con questo non voglio condannare nè giudicare, ma penso che data la sua razionalità e differenza, l'unico modo che ha per esprimere il sentimento sia proprio questo. Se sbaglio per carità ditemelo, ma non c'è nessun spirito di polemica o di giudizio in quello che sostengo.

    RispondiElimina
  3. Bella lettera, ma non tutto è condivisibile: riguardo al rapporto uomo/donna gererallizare spesso non giova. Che i generi siano diversi e che tale diversità va rispettata, ormai è assodato, anche dal pensiero post-femminista. E' pur vero che da due o tre generazioni le donne si sono mascolizzate da sole e gli uomini, di conseguenza, si sono femminilizzati; il che ha creato gran confusione nei ruoli e nelle responsabilità! E le conseguenze a livello sociale sono sotto gli occhi di tutti, a comiciare dalle famiglie.
    La soluzione? Segnalo, come esempio, le risposte di Luce Irigaray in "La democrazia comincia a due" e "Essere due".
    La donna, secondo lei, deve tornare a testimoniare i valori femminili veri... e io aggiungo, il mondo intero, ha un estremo bisogno che la polarità femminile della coscienza umana diventi operante a tutti i livelli... e in quanto polarità, come sapevano bene gli antichi cinesi, non appartiene solo alle donne!
    Annarosa Restifo Olivera

    RispondiElimina
  4. L'argomento mi stuzzica e non poco! Passo alle provocazioni: quanti legami stanno andando male? Quanti divorzi, separazioni, quanti singol delusi dalla vita e dall'amore? Vogliamo cominciare a chiederci i motivi? Saranno le aspettative troppo alte? Gli investimenti emotivi troppo bassi? Una diversità non accettata? L'egoismo imperante o la incalzante precarietà economica e lavorativa ? O semplicemente...l'amore non esiste, è solo una fantastica illusione!

    RispondiElimina
  5. AMICA DI FACEBOOK
    Bella la lettera, in lieve dissonanza invece con alcune risposte.
    Alla cara amica dico: anche al giorno d'oggi esistono uomini, portati al sentimento, uomini che non si nascondono più dietro alla loro innaturale
    dolcezza d'animo.
    E' solo una questione d'incontri.
    Chi ti parla, ha sempre incontrato uomini, come quelli che tu descrivi,,ma io ho detto basta aspettare..aspettare chi?
    vivi la vita giorno per giorno, e prendi da essa il meglio che c'è.
    Poi vedrai che l'amore, il sentimento, il tuo uomo saprà arrivare fino a te.

    RispondiElimina
  6. ottimo l'argomento...ci vorrebbe un mucchio di tempo per parlarne ed ancora ognuno resterebbe ancorato alle proprie esperienze personali...sono una donna, ma spesso vengo definita un'aliena, non perchè mi sono maschilizzata troppo, anzi..ma perchè nei rapporti interpersonali, di coppia o no, parto dal sano presupposto che siamo essere umani, entrambi e non TOLLERO nessun neppur vago senso del possesso nei confronti delle persone. Rapportarsi agli altri con totale lealtà, libertà e sincerità non è semplice e si paga un dazio spesso davvero alto..ma prima di chiedere, dare , scambiare..credo sia fondamentale mettersi davanti allo specchio della propria anima...vedere le reali motivazioni delle nostre richieste, buttar giù tutti quei muri "giustificatori", essere nudi davanti ai relai sentimenti(che comprendono una dose di reale egoismo)accettare questo e poi..cominciare..magari proprio da noi stessi.
    Non ho mai aspettato nè cavallo nè principe, non perchè all'esordio della mia strada fui rapita da un mostro, ma perchè principe e cavallo lo si può idealizzare o realizzare..sempre partendo da noi..credo sia questa l'unica cosa che faccia la differenza tra illusione e mezza realtà.Un abbraccio al femminile...

    RispondiElimina
  7. Premetto che non avrei risposto a questo post se un’amica, che ha la bontà di stimarmi, non mi avesse sollecitato a farlo: è un argomento troppo personale che non m’è congeniale trattare pubblicamente.
    Non so come si possa pensare ad un principe azzurro... “preconfezionato”, studiato a tavolino o sul libro delle favole, poiché la diversità tra essere un umano e l’altro è tale che, ciò che piace e va bene per uno, spesso è esecrato e rifuggito dall’altro. Se poi si fa riferimento all’altra metà del cielo, tale complessità è elevata alle stelle... .
    Da ragazzo ho amato alla follia, e mal me ne incolse.
    Oggi, già avanti nell’età, confido d’essere (ed essere stato) un uomo sostanzialmente retto, mediamente colto ed educato, rigorosamente rispettoso dell’altro sesso del quale, troppo spesso, ho anche subito il fascino... fatale.
    Certamente ho i tanti difetti che di me fanno un essere umano, ma ho la certezza di essere stato un ottimo marito ed anche un magnifico padre, il che mi fa pensare d’essere stato il tipo di principe azzurro, almeno per mia moglie.
    Eppure sono certo che, al di là delle sette donne che madre natura m’ha assegnato, le altre - verosimilmente - mi riterrebbero brutto, noioso e stucchevole.
    Se mi guardo attorno, vedo una schiera infinita di uomini e donne che hanno fallito nella relazione di coppia, il che dimostra che principi e principesse non erano per i rispettivi partner, almeno per quelli di quel momento particolare, poiché la più parte di loro si sono poi incontrati con altri ed insieme hanno costruito una vita esemplare.
    Ed allora, sfrondiamo le nostre convinzioni da modelli preconfezionati che, nella realtà, non esistono e guardiamo alla vita con quell’atteggiamento positivo che deriva, prima di tutto, dal raggiunto equilibrio interiore.

    RispondiElimina
  8. In caso di trasfusione non si bada al sesso dell'individui, ma semplicemente al gruppo sanguigno, è vero che la maggior parte degli uomini agiscono in base alla lampo dei pantaloni, ma è anche vero che ci sono i giusti, cioè quegli uomini che trattano la compagna da essere umano, e no da sottoposta; esistono, per fortuna esistono, sono ancora in minoranza,ma la natura sta provvedendo a moltiplicarli.....sono convinta che si arriverà ad una equo ripartizione di compiti e.....DI SENTIMENTI.....
    by Bruna

    RispondiElimina
  9. ......io mi ritrovo molto in questa lettera , anch'io essendo molto romantica da bambina ho creduto negli amori stile favola x poi dover fare i conti con realtà decisamente diverse o addirittura opposte.....effettivamente anche nella ultima recente esperienza ho potuto notare che l'uomo ha questa paura assurda della gabbia che poi lo fà agire in modo poco attento e poco sensibile nei confronti della dona , condivido in parte il fatto che in entrambi la vita odierna a richiesto/portato dei cambiamenti e che sia sempre più difficile gestire la comunicazione.....ma solo se si resta ognuno arroccati sulle proprie posizioni.....e questo succede quando si finge soltanto di amare , o x paura non ci si lascia andare appieno al sentimento aprendosi all'altro/a ....se c'è apertura totale , se c'è empatia ....si può comunicare/capire e si è disposti a fondrsi con l'altro/a senza paura di perdersi ma sapendo che ognuno dei 2 ne avrà uno stupendo ritorno....
    ....il problema di fondo ......superare il proprio ego e la propria paura.....mi rendo conto che non sarà facile.....ma neppure impossibile .....

    RispondiElimina
  10. Grazie Aldo, per aver un'altra volta stuzzicato noi, tuoi "seguaci"... <3
    Io purtroppo mi rendo conto di aver amato (nell'unico modo che conosco: offrendo tutto il possibile) e di aver ricevuto veramente poco, in cambio.
    Forse è una questione di scelte sbagliate, forse una questione di evoluzione differente. Non so: attualmente sono molto amareggiata per una relazione da poco finita, nella quale avevo investito l'anima. Non per questo suddivido il problema in base al sesso.
    l'Amore dovrebbe essere la situazione più facile del mondo, basterebbe - oltre al sentimento - rispettare determinate basi. e invece assistiamo ogni giorno di più allo sfasciarsi di storie che sembravano veramente favole. questo ritengo sia uno dei tanti argomenti, che incontriamo sul nostro cammino, senza una verità assoluta. a me rimane un dolore inspiegato, una situazione irrisolta...

    RispondiElimina