Come vedi il futuro? Quali prospettive percepisci per la
generazione futura? Come affronteremo le sfide che ci si presenteranno?
Permettetemi, non me ne frega una cippola. Non tacciatemi di egoismo, ma il
discorso è che non ci capisco più niente. Questo è il problema – e per il
lavoro che faccio è un bel problema -.
Chi di voi non ha mai sventolato la bandiera del federalismo
come la panacea di tutti mali della nostra nazione? Tutti, nessuno escluso.
Salvo poi scoprire che proprio nelle regioni si annida il peggior malcostume
politico.
Chi di voi non ha mai invocato il cambio generazionale per
uscire – finalmente - dalla prima repubblica? Lo abbiamo fatto tutti, dai. Poi,
a ben vedere nelle carte d’identità dei nuovi mariuoli si legge che sono nati
nella prima metà degli anni Settanta.
E allora mi viene da pensare che io
ho innanzitutto una vita, e solo quella da portare avanti, ed a salvare il
mondo ci penserò quando non avrò più nulla da fare. Anzi quando non avrò più
nulla a cui pensare probabilmente vivrò per sempre nel mio orto e contemplerò
le stelle – cercandone sette ogni sera per realizzare il mio ultimo desiderio
-. Ma oggi il tempo passa. Ed io devo organizzarmi.
Devo ammucchiare i soldi per la
revisione della macchina e cercare di capire che cosa ho diritto per i quaranta
euro che ogni mese dò a Sky. E poi devo capire perchè continuo a pagare le
tasse visto che difficilmente andrò in pensione e i miei soldi andranno a Er
Batman per il suo meritato Buen Retiro (a proposito, non era meglio Cicciolina?).
Ho una famiglia da mandare avanti,
ed in un modo o nell’altro devo stringere i denti, perchè soldi che girano non
è che ce ne siano troppi. Dopo di che devo informarmi sul mercato per capire
quale è l’offerta migliore per l’acquisto di un tablet (si scrive così, no?),
visto che sembra che mia figlia non possa più farne a meno. Devo comprendere
fino in fondo perchè mi lamento dell’aumento della pasta e scrollo le spalle
quando mi arriva la bolletta e vedo quanto mi costa accendere una abat jour.
Alla luce di questa ultima considerazione, devo anche raggranellare qualche
euro per assicurarmi i servigi di un buon psicologo – non ci sono mai andato,
ma penso che sia arrivato il momento -.
Poi inutile ricordare che avrei
bisogno di almeno due golf (nel senso di maglioni) e due paia di pantaloni
nuovi, un nuovo paio di scarpe da ginnastica, qualche busta di tabacco e un
telecomando funzionante (o sarà un problema di pile? Boh...). A tutto e per
tutto servono soldi, e più si cresce e si matura e più bisogna inventarseli.
Sì, perchè io non ho una tessera politica in tasca, non sono l’antennista di
Berlusconi, non lavoro nello studio di mio zio e non sono un extracomunitario
con casa e assistenza sanitaria gratuita: io pago anche l’aria che respiro ergo
faccio assolutamente come cavolo mi pare e piace – rispettando le leggi.
E quindi non mi strappo i
capelli per Nicole Minetti, per i grillini e per la misteriosa vicenda di Sara
Tommasi. Non me ne abbiate. Non consideratemi superficiale se non instauro una
conversazione sulla vicenda della regione Lazio.
E poi evitate di passarmi
davanti con il vostro nuovo look anni ’60, non spiegatemi la vostra ultima
invenzione culinaria e non cercate di convincermi che il semipresidenzialismo
alla francese è la vera rivoluzione.
Ho una vita, qualcuno mi vuole
bene, il Genoa non gioca malissimo e ho comprato due libri nuovi per il fine
settimana. Lo so, è un concentrato di fesserie. Però danno un senso alla mia
triste esistenza.
L’ unica cosa di cui dovremmo veramente curarci...
L’ unica cosa di cui dovremmo veramente curarci...