martedì 24 maggio 2011

Il Futuro è adesso



Forse è meglio cambiare la nostra ottica. Sarebbe ora di trasformare la famosa angoscia del futuro in una sana – e più saggia – paura del presente. I fantasmi di cui parliamo oggi, sono sotto i nostri occhi.

A Milano clima da guerra civile, con tanto di presunte comparse raffiguranti rom e delinquenti messi in scena per spaventare il corpo elettorale.
In giro per le grandi città, ronde di paramilitari in camicia verde che picchiano gli stranieri, perchè stranieri.
A scuola pseudo-gang e simil-bulli si divertono a spaccare gli arredamenti per il solo gusto di accumulare contatti su Internet. In passato qualche pugno e calcio è toccato ad un ragazzo diversamente abile (e non immaginate nemmeno quanti click si è meritato).
Preti che abbordano ragazzini e spacciano cocaina, fregandosene bellamente di inoculargli l’Aids.

A Torino un padre stufo dei continui insulti, minacce e botte tira una coltellata al figlio tossico e alcolizzato. Poi chiama i Carabinieri e si siede ad aspettare le manette.
A Livorno un 84enne, invasato da troppe pillole blu, prende una sbandata con una 35enne e, geloso, le spacca l’appartamento a picconate.
A Lucera, in provincia di Bari, un commandos di delinquenti nel bel mezzo di una carreggiata prende a fucilate un camion porta valori e si impossessa dell’intero bottino.

A questo aggiungiamo il non trascurabile particolare del continuo - noioso - vociare tra istituzioni e giudici, tra giornalisti e politica, tra forze dell’ordine e avvocati, tra Cassano e il suo procuratore.

La felice Italia, di cui si è abbondantemente scritto in passato, ha felicemente partorito i suoi agghiaccianti figli.

Che cosa possiamo fare, adesso?
Non lo so, e nessuno può dirlo con precisione, nemmeno Morelli o Crepet.
Ma c’è almeno una cosa che possiamo fare da subito: smetterla di scrutare l’orizzonte con aria pensosa e preoccupata.

Guardare fuori dai portoni, davanti alle nostre auto, all’interno delle nostre scuole, tra i palazzi delegati ad ospitare le più alte istituzioni.

Il futuro, amici miei, è già arrivato. Ha la testa vuota e le mani pesanti.
E ha fretta di farsi conoscere...

5 commenti:

  1. HAI RAGIONE ALDO,IL PRESENTE è ORRIBILE, DOVREMMO PRIMA TENTARE DI DAR UN SENSO E DIGNITA' ALL'OGGI E POI PENSARE AL DOMANI....SE ORA PENSO AL FUTURO MI VIENE L'ANSIA...CLIMA DI TERRORE STANNO SCATENANDO, I NOSTRI IGNOBILI POLITICI EFFETTUANO DELLE STRATEGIE VERGOGNOSE... GRANDI IDIOTI E DELINQUENTI,,,AI DANNI DEL POPOLO NATURALMENTE...INOLTRE ORMAI LA FOLLIA è IMPERANTE...ACCADONO ESPOSIONI D'IRRAZIONALITA'ALLUCINANTI.. ROMA è DIVENUTA MOLTO PERICOLSA,,IN OGNI QUARTIERE SI AVVERTE TENSIONE, TUTTI GURDANO L'ALTRO COME L'EVENTUALE NEMICO.... NON VEDI PIU' PERSONE SORRIDERE, PARLARE, COSA CHE PRIMA ACCADEVA SPONTANEAMENTE.....TUTTI GUARDINGHI PRONTI A FAR SCATURIRE AGGRESSIVITA'.. CHE BRUTTA FINE AMICO IO... IL FUTURO è GIUNTO E PORTA CON SE' CROCI PESANTI.... GRAZIE, UN ABBRACCIO

    ELEONORA B.

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  2. Credo che barcollanti e caracollanti ci stiamo avvicinando a passi decisi senza voglia di riscatto verso la notte della Repubblica. Perché la Res - Pubblica é stata offesa, violata, calpestata vilipesa, oltraggiata, violentata, e noi fagocitati dalla presunzione della potenza che non abbiamo. Mi vengono ancora in mente i suoi profetici versi:
    "Ahi serva Italia, di dolore ostello,
    nave sanza nocchiere in gran tempesta,
    non donna di province, ma bordello!"
    P.S. Chi mi parla ancora del Bel paese vede....
    Una carezza Aldo
    Mariaconcetta

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  3. aquì lo de aquì alli lo de allì diceva Miguel de Umanuno commentando El Quijote..,cioè occuparsi del quì, di quello che ci riguarda nella sua immediatezza ,lasciando quello di laggiù ad altri... agire con forza e vigore nel presente perché di esso sarà il nostro futuro...ma forse è già troppo tardi,dato che siamo nella negazione assoluta di ogni tempo...

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  4. Caro Aldo, tutto ciò che dici è vero, ma - per nostra fortuna non c’è solo quello. Sono la solita voce che esce dal coro dello scoramento fatto regola.
    C’è un’infinità di gente onesta, capace di sani sentimenti, che fa quotidianamente il proprio dovere, che ama la famiglia ed i figli, che li educa nel giusto... . Ci sono sane Istituzioni delle quali si tace o parla poco e male... .
    A far notizia sono sempre i disastri ed i cattivi esempi, ma gli uomini del male non sono l’Italia che, di contro, è fatta da una maggioranza di gente sana, risparmiatrice e laboriosa.
    Vengo adesso da un nostro Raduno a Torino (Arma di Cavalleria) ed uno dei radunisti, ancora sotto l’effetto dell’emozione di quell’avvenimento, scrive su Facebook, titolando: “A tutti gli amici che condividono gli ideali della Cavalleria, è tempo che essi tornino , con forza, attuali.
    Cari amici che fate parte della Cavalleria, o che ne condividete gli ideali, partecipate i nostri valori , spiegate quali sentimenti ci spingono.
    Si parla tanto di moralizzazione: iniziamo noi mettendo in pubblico i nostri sentimenti, i nostri valori, senza falsa vergogna!
    La trasformazione/distruzione dei grandi valori porta allo scandaloso comportamento di alcuni politici, di alcuni preti , di molti che gestiscono potere o hanno influenza sugli altri.
    Noi non abbiamo il diritto di scandalizzarci se non professiamo con orgoglio quei valori che dichiariamo essere fondanti delle nostre coscienze.
    Se tutto è lecito e se non contrastiamo con forza questo "andazzo" divulgando i valori che custodiamo con gli stendardi al vento, ci precludiamo il diritto di protestare e di indignarci. Dunque NON RISTARE !
    Il periodo che stiamo vivendo non è la causa dei mali, bensì la conseguenza del lassismo dei decenni trascorsi. La moralizzazione DEVE partire da noi.
    I nostri squadroni hanno contribuito a fare l'ITALIA, ora è tempo che ci si muova uniti e compatti contro tutto ciò che mina alle fondamenta i valori per cui tanti, tantissimi hanno dato la vita, stando attenti a distinguere tra cause ed effetti. Combattere un effetto serve a poco: individuiamo insieme le cause e muoviamo al galoppo contro di loro . Stefano”
    Stefano parla di valori minati nel tempo, ma sono tanti coloro che ancora li custodiscono e credono in essi.
    Ed è vero! Noi Cavalieri (ma non siamo i soli) possiamo fare molto per questo nostro Paese: il nostro stile, la nostra fede può coinvolgere chi ci guarda, il nostro vicino, il collega di lavoro e, senza pretendere di diventarne la sporca coscienza, indicare la via della rettitudine, dell’onestà, della pietà verso i deboli e la generosità verso tutti, sollecitandoli in tal modo a riscoprire un modo di intendere la vita, tale che sia degna d'essere vissuta.

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  5. Tocca a noi riportare la solidarietà all'ordine del giorno, farla rivivere. Tocca a noi fare in modo che i vicini di casa non si vedano solo in tribunale, ad esempio. Non c'è solo il brutto per fortuna, qualcosa di buono è rimasto. come direbbe Arrigoni se fosse ancora vivo, restiamo umani!

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