martedì 17 maggio 2011

Nonna Florestina e l'arte di insegnare




Nonna Florestina usa festeggiare i suoi compleanni sotto il bersò, in giardino. Organizza tutto il genero Tano, una spremuta di organizzazione e bontà. Florestina si avvicina lemme lemme al traguardo dei cento anni di vita. Sorride sempre sotto la sua permanente d’argento. A volte mi fa arrabbiare; soprattutto quando legge il giornale senza bisogno di occhiali.

A volte racconta la sua vita. Racconta del dolore, del silenzio, della vita grama che si viveva un tempo.
E racconta una quantità di storie, così che la sua vita mi sembra gigantesca, monumentale, infinita. Ma nel suo racconto - e negli occhi e nelle mani e sulla bocca -, non trovo mai ciò che sono indotto a cercare: la traccia di un dolore intollerato e intollerabile, di una tragedia soverchiante, di una miseria disumana. Nonna Florestina sembra unicamente compresa del fatto, inoppugnabile, di essere gioiosamente viva.

E questo successo fa giustizia di ogni altra cosa. Riduce a puro accidente quello che, anche solo ad averlo succintamente scritto, non può che apparirmi come tragedia di miseria, di ingiustizia, di malvagità. Mi sorprende come Florestina racconti la storia della sua vita in perfetta coscienza e assolutamente priva di rancore. Gioiosa e magnanima perché vittoriosa.

Mi rendo conto di quanto l’ipervedente e ricciuta Florestina, sia più forte di me. Di me che non riesco ad essere né più grande né più forte dei modesti danni che la vita mi ha inflitto. 
E so anche di non essere solo in questa debolezza. Direi addirittura che siamo i più. 
Forse non è giusto chiederci di essere grandi come Florestina; forse non serve neppure a quanti tra noi non hanno dovuto né dovranno cimentarsi nella vita come lei ha dovuto.

Ma mi chiedo cosa ci potrà essere di buono in un vecchio signore, come spero di arrivare ad essere, che racconta le sue storie senza il sorriso di Florestina, senza la sua gioiosa coscienza. E mi viene da credere che se nel corso di questo secolo e di queste generazioni qualcuno potrà incontrare ancora una nonna Florestina, sarà assai probabile che la troverà altrove da qui.

Facilmente tra quegli uomini e quelle donne che saranno sopravissuti ai naufragi, alle deportazioni e al disprezzo, quelli che chiamiamo "disperati" e da cui ci difendiamo strenuamente. Qualcuno di loro sopravviverà .
E qualcun altro lì starà ad ascoltare, e continuerà ad imparare...

11 commenti:

  1. Straordinariamente dolce e lucido. Un’analisi della cattiva coscienza odierna, quando si ha tutto e di tutto ci si lamenta.
    Invidio la tua penna, invidio la tua lucidità ed ancor più invidio tutte le nonne Florestine di questo nostro mondo... .

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  2. Lucido e dolce in questa vuota realtà del momento, dove tutto è temuto tutto è additato tutto è svuotato. Tutto tranne la voglia, la forza e la gioa di raccontare la propria storia, o le storie osservate, capite, condivise, da parte forse poche persone..ma che lasceranno il segno o meglio il frutto che ciò regala. thank..ones more.

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  3. forse ci vorrebbero tantissime nonne Florestane a mettere un po d'arte nella loro vita e sorprenderci da grandi alchimiste quali sono, trasformando il piombo degli eventi che hanno vissuto in prima persona in oro di racconti deliziosi da trasmetterci...

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  4. bellissimo !!!!!!!!!!!
    E VERISSIMO !!!!!!!!!

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  5. Una bella lezione! Riflettere può cambiare le priorità ed il corso delle nostre vite... Grazie.
    ida

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  6. Senza Parole!
    Vero! Saggio! Dolce!

    Queste le sensazioni del cuore a leggere di Nonna Florestina!

    Quando al LAMENTO lamentoso e inutile si oppone l'ACCETTAZIONE di ciò che semplicemente è e viene così come è stato.

    Nell'attimo presente il passato che si digerisce e il futuro che si apre, con la gioia nel cuore, semplicemente perchè ci sei e sei viva!

    Stare in questa Verità è incontrare la vita nella sua essenza profonda.

    E nulla di altro serve, perchè l'Amore non può non aprirsi e fluire di frone a tale scelta!

    Con affetto cara Nonna Celestina, grazie

    Anna

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  7. Sono generazioni che hanno vissuto momenti brutti davvero, al contrario nostro. Forse per questo hanno qualcosa da insegnarci.

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  8. Caro Aldo, io ador e ammiro i vecchi..mi piace tanto chiamarli vecchi...mi incantano, soprattutto i loro racconti, credo che la vita abbia inflitto loro grandi dolori, hanno vissuto in poverta' e ristrettezze, hanno veramente patito la fame...ma son sopravvissuti ed ora attraverso il sorriso son riusciti a trasformare tutto....come li adoro.... Florestina ne è l'esempio... Lunga ita a Florestina, un grande abbraccio a te e sempre grazie <3

    eleonora b.

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  9. Come vorrei riuscire ad invecchiare senza diventare adulta....
    Una carezza Aldo.
    Mariaconcetta

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  10. Caro Aldo,nonna Florestina mi ricorda tanto nonna Elena,mia madre, la nonna dei miei figli..lei non c'è più, è andata via a 95 anni, il 2 giugno del 2010.Nonna Elena come nonna Florestina amava raccontare la sua vita,le sue storie che ormai tutti in casa conoscevamo a memoria, ma che ogni volta sembravano diverse,la memoria ogni tanto cedeva e allora, i racconti si arricchivano di nuovi particolari inediti, era così bello ascoltare quelle storie..sopratutto ora che non possiamo più sentirle dalla sua voce...

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