martedì 10 maggio 2011

Uno spunto per l'amico Giacobbo




L’altro giorno ho parlato con mia zia. Lei è pensionata; il suo hobby principale è andare in giro per negozi. Meglio se inseriti all’interno di un centro commerciale, il nuovo punto d’incontro del terzo millennio. Molto spesso non ha bisogno di nulla. Lei e le sue amiche (pensionate) cazzeggiano in giro tra le offerte speciali. i tre-per-due, i sottocosto, i menodicosìègratis. L’altro giorno, appunto, era particolarmente preoccupata: una saracinesca dentro al carrozzone, era chiusa. Ma non per ferie o per rinnovo locali: era chiusa per sempre. 
Un faro che si spegne nel firmamento del consumismo.

Ci si interroga spesso sulla contrazione del mercato dell’abbigliamento. Sul calo delle vendite dei giornali. Sul picco negativo dell’audience televisiva. Li si ricollega  ad un più generale (e generalistico) calo dei consumi. Non c’è dubbio che le montagne di merce invenduta che ci circonda parla anche di questo.

Ma la crisi - pur relativa -, dei consumi allude a qualche cosa di più misterioso, più inquietante. 
Mi domando come mai, Roberto Giacobbo e il suo Vojager (con la sua trentina di spettatori), non si siano ancora occupati di questo affascinante e nebuloso risvolto economico.

In una società in cui i membri sono chiamati “consumatori” e ciò che si ha è ciò che si è, smettere di consumare (o consumare meno) è come smettere di parlare. Non comprare più un quotidiano, smettere di acquistare una marca di pullover, costringendo così i negozi a chiudere, significa sparire magicamente dalle griglie di statistica e analisi di mercato attraverso le quali veniamo studiati, analizzati, classificati. Attraverso le quali noi parliamo ai Grandi Burattinai.
Che questa mancata comunicazione avvenga perchè siamo meno ricchi o perchè siamo stanchi di certi consumi, è certo molto rilevante.

In entrambi i casi, però, è come se il telefono, il nostro telefono (quindi parecchi telefoni), cominciassero a squillare a vuoto. Un interlocutore abituale, un vecchio amico, ad un certo punto smette di dirti come sta, come si veste, cosa mangia. Come si muove e come ritiene opportuno informarsi sui fatti del mondo.

Forse è arrivato il momento che chi è dall’altra parte del apparecchio telefonico che squilla a vuoto, si ponga qualche domanda strana e irrituale. 
Come per esempio se abbia mai conosciuto chi effettivamente era dall’altra parte del telefono.

Non ci hai pensato, eh, Giacobbo...

12 commenti:

  1. nella società in cui viviamo succede anche che dall'altra parte dell'apparecchio telefonico ci siano persone,capaci d'intendere e di volere...chi l'avrebbe mai detto????!!!!

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  2. Particolarmente gradito! Grazie per la bella e civile osservazione, magari, tornando ad acquistare dagli agricoltori :)
    ida donati

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  3. odio i grandi centri commerciali, sono fedele alla Coop e al mercato, uso ancora un vestito estivo che avevo comprato quando ero incinta di mio figlio ....nel'77 a Roma.Uso fb per avere rapporti di amicizia o per perderli definitivamente. Il cell è sempre acceso per 'la famiglia e i più intimi'. Forse sono 'avanti' nelle mie scelte : a me sembra di stare tornando agli anni '50 ;-((<3

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  4. un grosso problema a cui forse si dovrebbe pensare è perché tanti centri commerciali nascono e crescono. Spesso non se ne sente affatto il bisogno come delle rotonde a rompere lungo strade piane e senza incroci pericolosi. Chissà se l'idea di mafia e di riciclaggio hanno mai sfiorato i sindaci del nord/est/ovest/sud ?

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  5. Ormai da tempo siamo preda dell'omologazione, condizionati dagli annunci commerciali... Significativi alcuni esempi, e chiacchiericcio nei Supermercati: La vecchietta che diceva "Voglio il caffè di Pippo Baudo"... "L'ha detto la Televisione!"... "Questo bucato è più bianco del bianco (sic!)"... "L'uso politico della Giustizia"... "L'esportazione della Democrazia"... "Le bombe intelligenti"... "Berlusconi e i posti di lavoro" "Persecuzione giudiziaria"... Intercettazioni"... "Meno tasse?"... "Senza il Nucleare come faranno le Industrie? (sic!)"... Potrei continuare, ma dovrebbero bastare un paio di questi virgolettati per rigettare questo sistema dal contesto sociale...

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  6. Tra il seri e il faceto... Tornare alle origini. Genuinità di vita... Sì.
    Grazie Aldo
    Mariaconcetta

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  7. Aldo, come sta la tua piantina di basilico????

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  8. Bene, Minu, bene. Spero che anche quest'anno mi offra odorose foglioline...

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  9. ecco, insieme a lei continuiamo a coltivare la speranza, finchè la tua piantina continuerà a regalarti odorose foglioline, il loro profumo accompagnerà i nostri sogni...

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  10. Qualcosa sta cambiando e purtroppo non per scelta. Ma ben venga, a questo punto, il "per forza"! Nulla succede per caso. Ci sarà più tempo per imparare a coltivare le 'piantine di basilico' e quindi i propri 'sogni'. Sogni ormai da troppo tempo confusi e dimenticati. Grazie anche a MInu per la bellissima metafora!!! Spero non me ne voglia per averla utilizzata!
    Chiara D'Amico

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  11. Chiara, assolutamente no, grazie a te :-)

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