sabato 7 dicembre 2013

Mieli a "Che tempo che fa"



Lavagna, ore 21, davanti alla TV.

Giusy – Perchè?
Io – Cosa?
G. - No, dico perchè i giornalisti non fanno i giornalisti e si ostinano a fare i politici?
I. - …
G. - Senti Mieli, è lì da Fazio a promuovere il suo libro e continua a pontificare e a dirci che cosa dobbiamo o non dobbiamo fare. Il problema è che nessuno sa stare al proprio posto. Cantanti che vogliono fare gli attori, scrittori che fanno i presentatori, calciatori che scrivono libri. Ma i peggiori sono i giornalisti
I. - …
G- - Siete tutti uguali voi giornalisti. Mi state sulle palle...
I. - Ecco. Io che c'entro?
G. - Ti ho sentito quando vai a presentare i tuoi libri. Ho anche partecipato, aimé...
I. - Quindi?
G. - Quindi, anche tu non ti limiti a fare un sunto del libro, ma travalichi e ti permetti a dare delle lezioni di vita.
I- - Potevi intervenire e dire che non eri d'accordo con l'autore. Cioè che non eri d'accordo con me. Che poi non è una novità
G. - Certo, così facevo una figura di merda e tu eri contento. Tu eri sul tavolo dei relatori, con tutti gli occhi piantati addosso, in quel momento potevi dire qualsiasi cosa. Troppo facile, carino. Perché non parli ora?
- Non mi stressare ora. Siamo davanti alla Tv. Già mi devo sorbire Fazio e Gramellini e la Littizzetto e Mercalli che ogni volta che parla mi tocco le palle. Ora devo fare anche un contraddittorio con te. Mi sembra troppo francamente.
G. - Bene, vado a letto
I. - Bene, così mi guardo la partita
G. - Bene
I. - Bene
G- - Bene, bene
I. - Bene, bene
G. - …
I. - …
G. - Aldo?
I - Sì?

G. - Vai a quel paese. E spegni la luce...

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