mercoledì 8 settembre 2010

Non è un paese per vecchi



Quei rari esempi che ancora si riesce a vedere in giro, zampettano come tarantolati da una gamba all'altra, fanno strani avvitamenti e cercano nel loro orizzonte ottico una costruzione che non c'è: il Vespasiano, elemento architettonico cancellato dai moderni urbanisti (Hanno altro a cui pensare. La plebea urina? Puah!).
Per questo oramai “l'anziano che cazzeggia per le strade e staziona nei bar” è in via di estinzione. 

Ma erano belli, dai. Li vedevi sorvegliare i cantieri in tutte le parti della città, oppure a controllare incroci trafficatissimi, scambiando due parole con i vigili, che là erano obbligati a stare. Tra loro e la linea di confine tra cielo e terra, si stagliava il cappello in paglia della Landini Trattori. La divisa invernale di ordinanza comprendeva pantaloni neri di gabardine con piega e risvolto da far invidia ai camerieri italiani in Svizzera, camicia blu postino quasi normale e pulloverino damascato contrario alla convenzione di Ginevra. D'estate, immancabile era il sandalo con calzini bianchi e la maglietta della più desolata crasi cromatica (rintracciabile anche oggi nella sezione scampoli dei peggiori mercati rionali).

I discorsi che intavolavano con qualunque umano avesse avuto la sfiga di imbatterli – scremati da concetti inattendibili come “i preti sono sicari della FBI” e “le suore vanno a letto con gli UFO” - , attingevano da improbabili suggestioni e inesistenti letture.
Usavano salmodiare in maniera zen (pretendendo l'attenzione generale) su banalità agghiaccianti come il gol su calcio d'angolo di Chiarugi o il filotto perfetto che fece Tonio il Gessista non più tardi di 12 anni fa. Se si avanzava una timida critica, assumevano un atteggiamento estremamente ostile, e chiudevano definitivamente il dialogo con il dogma “io ho fatto la guerra e tu no”.

Tipiche erano anche le rivisitazioni grammaticali e sintattiche delle loro affermazioni. “Sono sceso a pisciare il cane” e “in bicicletta bisogna attraversare la strada smontati”, sono entrati prepotentemente nell'appendice del Devoto-Oli.
Ma erano simpatici, dai. Ora sono scomparsi; hanno tolto loro due accessori indispensabili: le panchine e i Vespasiani. La iattura della prostata li costringerebbe a bere troppi caffè.

E poi, magari, la toelette è fuori servizio...

7 commenti:

  1. Segnalo che oltre alle panchine stanno scomparendo anche le fontanelle. E' chiaro, se no qualche sporcaccione beve a canna anzichè comprare l'acqua nella bottiglietta di plastica venduta da qualche multinazionale!
    Via i bambini che giocano, via i vecchi che cazzeggiano: spazio ai posti auto!
    Mi viene un po' di tristezza...
    Un saluto
    Valerio Gamba

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  2. Eppure siamo un paese di vecchi. Sono tutti stipati in casa di riposo tipo lager con le ore di animazione postate sulla bakeca accanto al volantino della Agenzia di Pompe Funebri. Oppure li trovi in posta o nell'anticamera dei Dottori della Mutua. li puoi anche trovare sulle panchine dei lungomare liguri. Hanno perso dignità e valore, il nonno era fonte di valori e di moniti, oggi è segregato e giudicato incompetente e retrogrado. Le nonne le trovi anche in chiesa, chissà cos'avranno da farsi perdonare, forse il fatto di essere invecchiate.
    emma

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  3. ottimo articolo, peccato che a parma stanno costruendo un "nosocomio" chiamato WCC per 300 posti per anziani, alla fine della città. peccato che c'era un progetto, del grande mario tommasini,di lasciare nei propi quartieri o piazzette, per non creare un distacco troppo grande dalla loro realtà.sembrava che andasse bene a tutto il consiglio comunale, ma forse si cementicava poco, e ad un tratto salta fuori che si fà il "nosocomio". chi ne avrà avuto interesse? gli anziani no, però in città non si vedranno più questi"brutti anziani" che deturpano questa bellissima città. ormai al centro degli interessi europei.giovanni nazzari

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  4. I vecchi di una volta...
    Parlo della mia Sicilia...
    Li vedevo rassegnati a raccontare le loro bravate su una panchina in piazza; la guerra, la fame; le ragazze guardate al balcone... i visi bruciati dal sole... la coppola sulla testa a nascondere lo sguardo fintamente torvo...
    Oggi? Se ti va bene li ritrovi su un volo charter destinazione paesi esotici...
    o in qualche scuola di ballo ad ancheggiare mambo o chissà quale diavoleria...
    Questi naturalmente sono gli arzilli vecchietti...
    Poi ci sono quelli che di ARZILLA hanno solamente il nome della villa che li ricovera.
    Stanno lì fintamente felici di farsi compagnia a vicenda, ma "tristerrimi " nel cuore, lontani da tutti gli affetti più cari...
    Che desolazione...
    Un cordiale saluto Mariaconcetta

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  5. non negherò mai le mie origini:- i vecchi di una volta- potessi avere sono una minima parte della loro saggezza, della loro pazienza, e li vedo rinchiusi nei moderni zoo...le case di cura, cosi non sporcano pisciando dietro ad un'auto; e non deturpano il panorama con quei loro vestiti assurdi. I vecchi di una volta....sarò io in un prossimo futuro, sarai tu..nello stesso prossimo futuro...sarà lo stolto che ha rimosso il vespasiano...e sarà il di lui fratello che ha fatto rimuovere le panchine.
    by Bruna

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  6. la moderna società democratica che vuole la gioventù in ogni controluce, nascondendo i brutti, i 'diversamente abili', i vecchi in toto, i non omologabili, i distratti, i genialoidi, i sognatori...questa idea di coltivare il germoglio fino alla maturazione, disfandosene appena vira il colore.

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  7. Credo che vada rivendicato, riconquistato, un diritto a diventare vecchi, zoppicanti, bavosi, sempre a parlare da soli, per strada e senza badanti... Abbiamo trasformato la vecchiaia in una cosa da tenere nascosta dietro le tendine di casa e in un business, un grande affare. Ecco, cercherò di diventare un vecchio capace di sedersi per terra là dove non ci saranno più panchine

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