sabato 25 settembre 2010

Uomini e cani

Oramai dobbiamo rassegnarci. Sono finiti i tempi delle inchiestone sui giornali, che impegnavano giornalisti per giorni, talvolta mesi.
Si parlava di lavoro, di Politica, ma anche di costume e società. Argomenti ad ampio respiro. Dicono che non interessano più. Poco o nulla importa se il lavoro non c'è più, l'economia non gira e aumentano i senzatetto (inciso: lo sapete chi sono gli autori della maggior parte dei furti che avvengono negli scaffali delle derrate alimentari dei supermercati? Bande di albanesi? Stormi di Rom in combutta con tribù senegalesi? No. Sono italianissimi pensionati che non riescono ad arrivare a fine mese. Chiusa parentesi).
Le disgrazie quotidiane, piccole o grandi, non interessano più. Non fanno più notizia, nell'accezione anglosassone del termine – del cane e dell'uomo; chi è morso e chi ha morsicato -.
Bisogna fare di necessità virtù. Oggi giornali e Tv devono approfittare al meglio e al massimo di quella minima sintomatologia che è la vita dei Vip, i veri protagonisti del notro tempo, dell'era berlusconiana. La virata mass mediatica è addolcita anche dal fatto che questo governo ha trasformato i politici in Vip e viceversa. Un trasloco del presidente della Camera come una lite in diretta tra Belen e Corona; il divorzio del presidente del Consiglio come l'ultimo flirt all'Isola dei Famosi. Rassegnamoci, l'abbrivio è questo. Il malessere del popolino è il cane che morde ai polpacci un passante: che notizia è mai questa? L'appartamento di Montecarlo è la metafora del disagio di una nazione, dove ogni appiglio è buono per rafforzare questa alleanza spuria tra palcoscenico e dibattito politico. L'angoscia dell'inerzia sale ad ogni puntata dei talk show, che sono diventati sceneggiature da Telegatti piuttosto che tavole rotonde sulla democrazia. Rassegnamoci, quindi. Anche perchè, va detto e sottolineato, i Vip sono oramai molte centinaia di migliaia, forse milioni: senz'altro il ceto sociale più vasto e rappresentativo.
Normali, siamo rimasti in pochi: praticamente invisibili.

5 commenti:

  1. mi piace..giuste considerazioni correlate ahimè anche da esempi concretie visibili!!lo trovo unteressante e fai bene ad alternare (a mio modesto avviso) i diversi toni di linguaggio e modi di scrittura..(giornalista a volte scrittore ironico altre..)
    L'articolo di oggi è completo e coinciso sei riuscito a infilare in poche righe uno spaccato della nostra società.
    Se non riesco a postare neanche stavolta i miei commenti perderanno la poca credibilità e ben mi starà...

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  2. ahahah!!hai visto grazie a te non sono più invisibile:-))

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  3. Ieri ero in conferenza stampa all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e si è riflettuto sulla questione meridionalista grazie alla presentazione del libro di una giornalista che ha deciso di far riflettere partendo dalla stampa di quel periodo.
    Si è giunti alla conclusione che molte testate potrebbero anche chiudere.
    Personalmente mi rifiuto di dare al lettore ciò che cerca: non ho mai scritto né scriverò di gossip.
    Con tutto il rispetto dei miei colleghi - ricordo una giornalista di Eva 3000 conosciuta a Miss Italia nel Mondo - non mi abituerò mai ad essere mercenaria delle parole. Inutile sorriderci sopra.
    Quella non è, a mio avviso, informazione
    Lidia Ianuario, Il Roma, pagina Cultura, Napoli

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  4. Ora è il "gossip" che impera distogliendoci dai reali problemi e facendoci sprofondare sempre più nel fango....(Marisa Combi)

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  5. la soglia d'attenzione e' minima. Il lettore, il telespettatore ha bisogno di impulsi che fanno leva sui recettori seppur flebili delle sue emozioni. I giornalisti non sono scrittori, devono essere reporter di questi zombie e propinare dosi omeopatiche di consapevolezza. Gli italiani-medi essere svezzati dal loro imbambolamento, voi uomini di cultura e di coscienza, avete il potere di farlo.... e' doveroso farlo, senza dare nell'occhio del grande fratello! :) Dania.

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