lunedì 25 ottobre 2010

La dignità del lavoro

Alle 20 e 23 di un venerdì qualunque, dopo 23 minuti di nullagine assoluta, la signorina bionda lancia un servizio degno di nota sul telegiornale della prima rete del servizio nazionale.
Arriva via etere dal Cile e, purtroppo, è narrato con toni da Grande Fratello. La sciampista di turno non si rende conto che sta informando il paese con una notizia che parla, dopo un silenzio secolare, della Dignità del Lavoro. Di qualunque lavoro.
I minatori cileni sono stanchi dei flash, delle comparsate in Tv, delle prime pagine dei quotidiani. Vogliono tornare nelle viscere della terra per guadagnarsi il loro tozzo di pane. Difendono la dignità del loro lavoro. E questo è abbastanza ovvio.
Difendono la loro cultura scura, pericolosa e povera, il loro secolare underground. E questo è meno ovvio.
Rinunciano a cachet milionari. E questo è sensazionale.
Ce ne è abbastanza per far lavorare i tuttologi. Come nelle vicende dei minatori del Sulcis o dei camalli di Genova, gli uomini in giacca e cravatta vanno in tilt cerebrale. Pensano che tutto ciò sia anacronistico.
Oggi non capiscono perchè questi indios delle profondità rifiutino di abbandonare la loro selva fredda, malsana e, spesso, omicida. La vicenda cilena sembrava una fiction, ma era - vivaddio, per una volta – cronaca vera.
Minatori come dinosauri; come se la povertà e la durezza del campare appartenessero al più profondo, rimosso passato della nostra vita. Pensate che miracolosa truffa abbiamo perpetrato negli ultimi cinquanta anni. Ci siamo mostrati solo ricchi, vincenti e lieti. Una immensa famiglia del Mulino Bianco.
Televisioni, giornali e persino il chiuso benessere dei centri metropolitani hanno forgiato un inossidabile immaginario dell'agio come una unica possibilità di vita.
I minatori estratti uno alla volta con un cilindro, sembrano risalire da una doppia oscurità: quella della miniera da dove ora pretendono di tornare e quella da dove noi li abbiamo dimenticati.
Ci siamo scordati per lungo tempo di loro e della dignità del lavoro. Di qualunque lavoro. 

8 commenti:

  1. lucia.tombari@libero.it25 ottobre 2010 alle ore 09:41

    un altra bella pagina..con riflessioni sobrie e con un invito finale importante e auspicabile.....ma adesso chi glielo và a dire a quell'altra "immensa famiglia", mi riferisco a tutti quei giovani cresciuti e rinchiusi nelle case dei grandi frat.,studios, casini etc,etc.. che nel lavoro,in qualunque lavoro è insita una cosa fondamentale per le persone la Dignità?! p.s.: Aldo bisogna che almeno in quegli oratori o nei cortili ,dove in altri tuoi artt: auspicavi tornassero a giocare i bambini, arrivino i messaggi delle tue pagine :-))

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  2. Tutto e' spettacolo , caro Aldo.
    Se non c'e' bisogna assolutamene crearlo, in qualsiasi modo , con ogni notizia possibile.
    I tuoi articoli sono sempre interessanti !
    Buona vita :)

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  3. Interessante articolo....anche se un pò retorico. Si, la dignità del lavoro....diciamo che ormai molto è stato sfruttato e le connotazioni si sono svuotate!!! Non saprei...è tutto così banale, vago, confuso...non vi è più un reale filo conduttore e quindi qualsiasi evento, anche il più tragico è come se diventasse una farsa! Direi che la cosa importante sarebbe recuperare la dignità in prima persona, ognuno di noi...privatamente! Questo già sarebbe un enorme passo e non pensare che debbano essere gli altri a dartela o a confermartela! E' l'individuo di per sè che dovrebbe rendersi consapevole della propria dignità e rispettarla in primo luogo e tutto il resto, oggi, diventa facilmente e anche per abitudine, strumentalizzazione, teatralità, performance ...dei veri e propri passatempi che riescono a fuorviarci egregiamente, visto che nessuno se ne accorge.......

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  4. partendo dai minatori cileni.....finendo ai pulmann con meta la casa di Sara Scazzi....grazie alla ultima cultura televisiva,sono felice di lasciarla li' come soprammobile.

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  5. Riflessioni amare che guardano questo nostro mondo così ricco e così povero …
    Mi chiedo chi davvero sono i nuovi poveri .
    Poni l'accento su coloro che vengono considerati lavoratori umili...spesso non rispettati in passato come nel presente... lavori e lavoratori per cui quasi imbarazzarsi...
    Lavori che hanno dato la dignità dell’anima a queste persone.
    Grazie Aldo
    Cordialmente Mariaconcetta

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  6. Penso che chi ha grossi guadagni dovrebbe anche dimostrare ciò che sa fare,invece in Italia questi sono sacchi di veleno con capacità di licenziare e/o mandare in rovina le aziende. Inoltre, come se il tutto non bastasse, prendono pure liquidazioni spaventose.Quindi stipendi d'oro e pensioni d'oro per chi fa enormi danni al paese ed il povero lavoratore deve ingoiare e soccombere perchè fanno tutto al contrario di ogni logica di buon senso,ma costoro non è gente che merita la galera?

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  7. detto fatto, ho visitato il tuo blog.... l'ho trovato interessante e penso che ci tornerò sicuramente.

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