venerdì 6 agosto 2010

Il prezzo dell'informazione



C'era una volta l'intellettuale. Ovvero la persona che usava l'intelletto in tutte le sue molteplici sfaccettature. Antonio Gramsci era uno di questi.
Dei tanti argomenti dei quali si occupò c'era anche quello del prezzo dei quotidiani.
Gramsci diceva che il prezzo dei giornali non doveva essere troppo basso perchè indicava il valore – non solo economico – che gli editori attribuivano ai giornali e ai giornalisti. Anche la politica e i “poteri forti” entravano in questo ragionamento.
Al giorno d'oggi i quotidiani che vanno per la maggiore, soprattutto nelle grandi città, sono i free press, ovvero contenitori su carta di informazioni alla rinfusa a prezzo zero; ci sono addirittura gli strilloni che ti vengono incontro con la copia fresca di stampa.
Stesso discorso per le televisioni: i palinsesti delle Tv sono alla portata di tutte le tasche, ma la conduzione dei programmi è affidata troppo spesso a shampiste o bellimbusti imbellettati. Per capire lo spessore giornalistico dei Tg basta dare un'occhiata alle scalette di questi giorni.
L'intelletuale comunista non è vissuto abbastanza per assistere allo sbarco dei quotidiani su internet: i giornali si leggono gratis e il loro sostentamento è basato essenzialmente sulla pubblicità, con buona pace della terzietà dei giornalisti. Stesso dicasi per siti internet e blog. Insomma tonnellate di informazioni, rigorosamente gratis. Ma il prezzo – per niente economico – che stiamo pagando è altissimo.
C'è una frase di uno scrittore colombiano che sintetizza a meraviglia la situazione attuale. Efraim Medina Reyes dice: “la stupidità è un male che si diffonde anche leggendo spazzatura”. Come dargli torto.

4 commenti:

  1. in Italia poi la stupidità si è diffusa anche senza leggere...è rimasta sempre allo stato latente ed è bastato un venditore di tappeti al governo per far avere ad una buona parte degli elettori, la convinzione che per diventare ricchi bisognasse votare Berlusconi.....pensa un po'???
    io mi sono iscritta come tuo lettore fisso, poi ti metto nel mio elenco personale nel mio blog...
    ti capisco...io sono figlia di giornalista e moglie di giornalista.....

    RispondiElimina
  2. quindi anche questo blog è spazzatura? è gratis...

    RispondiElimina
  3. ciao, con delizia nel cuor, perché sento di sentirmi in casa di amici a condividere le preocupazioni del momento, a parte di chi reputa spazzatura un nobile tentativo di pluralità e sopravvivenza dell'informazione, senza dare giudizi, perchè grazie a chi la pensa come me e come te, questi può esprimersi anche negativa-mente, mentre altri non lo sopporterebbero e sarebbero capaci di fare una legge ad oc.
    Andiamo avanti, con serenità d'animo e con la grinta giusta per cambiare questo notro paese

    RispondiElimina
  4. Condivido. L'amarezza è che, senza quelle riviste on line, io non avrei spazio per conseguire il numero di articoli validi ai fini dell'iscrizione all'Ordine dei Giornalisti. Tale amarezza diventa morte dell'anima quando, tra l'altro, anche sulla carta stampata ogni forma di collaborazione è gratuita.
    Qualcuno, che giornalista lo è stato nei tempi d'oro, dice a noi giovani di non svenderci. Già, eppure tutti lo sanno, ma nessuno ha il coraggio di fare multe. In fondo, da chi è composto l'Ordine?
    Dagli amici, e dai colleghi, di coloro che non rispettano la legge, tanto che nel 2007 il tariffario è stato soppresso dall'Ordine stesso.

    Una giornalista, ancora per poco non iscritta all'Ordine

    RispondiElimina