martedì 17 agosto 2010

Quel tram chiamato desiderio



Delocalizzare” sembra essere la parola più in auge negli ultimi tempi. Per indorare un po' la pillola la chiamano anche outsourcing; spruzzare qualche parola di idioma straniero serve ad ottenebrare la mente. Si delocalizza, però, solo dal basso: in pratica ci rimettono solo le manovalanze, che, quando non sono esautorate dal proprio lavoro, sono spostate come pedine in una scacchiera universale.
Nel nome della globalizzazione, le industrie sono riuscite a delocalizzare di tutto. Senza che nessuno si lamentasse più di tanto.
La prima categoria che si è approfittata di questo nuovo vocabolo sono stati i giornalisti (furbi li siamo sempre stati, questo è indubbio). Un reporter del New York Times, fu licenziato qualche anno fa: diceva di essere in un posto, mentre invece era comodamente seduto nella poltrona di casa sua. Si era delocalizzato, insomma.
Ma il punto non è questo.
Quando cominceremo a delocalizzare anche gli amministratori delegati? Magari un manager cinese ha uno stipendio più ragionevole dell'intero Cda di Metroparma, per esempio.
E che dire di un sano outsourcing anche per gli amministratori? Vuoi vedere che un sindaco indiano (che, con i tempi che corrono, sarebbe stato senz'altro assunto con un parco co.co.co.) non avrebbe gettato alle ortiche trenta milioni di euro per una metropolitana che non si farà mai, come invece hanno fatto a Parma?
Perchè non delocalizziamo dall'alto, per una volta? 

3 commenti:

  1. Caro AlBoh... ricordo quando si cominciava ad usare anche "competitività" e "innovazione". Negli anni di fabbrica mi uscivano dalle orecchie.
    Entrambe le parole, per quanto italiche, intendevano "andiamo in Cina che costa meno che non ci sono i diritti che togliamo lavoro all'Italia che creiamo disoccupazione..." che poi è arrivata la crisi. E hanno dato la colpa alla crisi.

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  2. delocalizzare, localizzare, centralizzare e decentralizzare sono soltanto "tecniche" usate per distribuire i costi su più budget, non per incrementare i ricavi. le logiche che vigono (in stretto e tacito tramandarsi da manager a manager) nel gota di un'azienda sono machiavelliche. in realtà c'è stato un taglio generale ai costi poi, raschiato il fondo, nessuno (o pochi) sono stati in grado di aumentare la produttività... tant'è. eh.

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  3. Gli unici che delocalizzano - a volte per forza - dall'alto sono le organizzazioni mafiose, con successo fra l'altro. Prendiamo l'esempio dei cutresi in provincia di Parma. L'ultima relazione della DDA di Bologna che ho avuto modo di addocchiare su Parma mette almeno le mani di tre famiglie 'ndriine. Ops, scusate... ovviamente non è la città che secondo l'ex prefetto è "immune" dalla mafia, è la provincia ad essere sommersa da questi problemi. Provare per credere lungo gli arigini dell'ex "nostro" Po.

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