mercoledì 23 marzo 2011

Invasioni di campo




Scrivere con la Tv accesa, non va bene. Ne risente la concentrazione; non servono simposi di medici per questa affermazione banale. Ma io ho questo brutto vizio. A dire il vero ascolto le parole che escono dallo schermo con una levità regalatami da anni e anni di affiliazione alla categoria dei tele-spettatori. Diciamo che sono vaccinato. Certi argomenti però fungono da catalizzatori di attenzione.

Qualche tempo fa per un attimo ho sollevato le dita dalla tastiera e la mia attenzione era calamitata dall’elegante signore che stava concionando in qualche Tv. Era Cardinal Bagnasco che disquisiva sulla “ineleggibilità di quanti hanno pendenze penali con la giustizia” e la questione del numero dei mandati. E poi individua quattro punti: democrazia interna dei partiti, lotta alla criminalità organizzata, legge elettorale e federalismo. Parla metricamente, quasi solfeggiando, sfruttando con abilità l’uso delle pause. Bene. Bravo.
Naturalmente non parlava del suo Stato (cioè il Vaticano) ma di una nazione straniera (cioè l’Italia).
Ma dico, perchè interessarsi tanto di un altro Stato? Perchè non analizzare lo stato dell’arte in Francia o in America Latina o in Cina? Ci permettiamo noi di dare consigli sull’elezione del Papa? Abbiamo noi qualche rappresentante nel loro conclave? Per restare calmo e analitico mi sono affidato ad un Dio preso in prestito all’istante.

La verità è che questo Governo sta riarrotolando, metro dopo metro, il tappeto della seconda repubblica per riporlo – finalmente – nella soffitta della storia, lasciando scoperti al freddo e al gelo vastissimi territori.
E la Chiesa prova a occuparli tutti. La televisione pullula di preti sessuologhi, preti opinionisti, preti sportivi, preti presentatori, preti costituzionalisti e, ogni tanto, anche preti che parlano di religione.

Da giovane pensavo che un giorno finalmente l’Italia si sarebbe svegliata senza la Dc e governata da una coalizione progressista. Mi avessero detto che ci saremmo svegliati senza la Dc ma governati da Papa, forse avrei deciso di tenermi stretti Gava e Cirino Pomicino.

Ero fieramente convinto di questo concetto senonchè navigando nella Rete mi sono imbattuto nella preghiera che gli schiavi d’America  usavano recitare nei momenti di sconforto (come quello che stiamo passando in questo periodo). La preghiera fa così: “Noi non siamo ciò che dovremmo essere, e non siamo ciò che vorremmo essere. E non siamo quello che un giorno saremo. Ma, grazie a Dio, non siamo ciò che eravamo”.
E allora mi rimetto a picchiettare sulla mia tastiera... 

6 commenti:

  1. Hai toccato, caro Aldo, un tasto che m’angustia fin dai tempi in cui portavo i calzoncini corti e sui banchi di scuola avevo sentito per la prima volta la cavouriana frase: libera Chiesa in libero Stato.
    Mi rendevo conto, già da allora, che qualcosa non funzionava: attaccati alla porta delle Chiese c’era l’elenco dei libri e dei film proibiti; durante le prediche si minacciava la scomunica a chi avesse votato in modo sbagliato e mio nonno materno, la cui colpa era stata quella di parlare a nome dei compagni di lavoro, s’era trovato - in uno - disoccupato e scomunicato, con la moglie più preoccupata per il secondo degli stati che non per il primo.
    Sono cresciuto anch’io nella convinzione che di tale situazione, per quanto lentamente cambiasse (Indice e scomuniche vennero man mano a scomparire) fosse colpevole la Democrazia Cristiana, ma era una valutazione sbagliata.
    Il fatto è che la Chiesa, in quanto istituzione terrena, è storicamente la fonte di tutte le disgrazie di questa nostra infelice Penisola, fin dai tempi in cui il Papa - per tema di perdere quanto reclamava in forza della (fasulla) Donazione di Costantino, chiamò Carlo Magno in Italia per vanificare il tentativo di unificazione messo in atto dai Longobardi. E poiché quella prima esperienza aveva funzionato, chiamate e scomuniche si successero nei secoli, dal Barbarossa agli Angiò, fino ai tempi del Risorgimento quando i Patrioti morivano scomunicati.
    Oggi i preti occupano, manu militare, la nostra televisione: non c’è telegiornale (della Tv pubblica o privata) che non ci aggiorni sulle esternazioni papali e perfino sulle sue vacanze a Castel Gandolfo ed il Consiglio dei Vescovi italiani non passa giorno che non pontifichi sui nostri fatti di politica interna. Nei miei frequenti viaggi all’estero, anche in paesi di antico e provato cattolicesimo, non ho mai visto un telegiornale parlare del Papa... .
    Mi perdonerai, pertanto, se l’unico passaggio del tuo intervento che non condivido sia quello che tanta iperattività clericale sia dovuta alla colpevole latitanza del presente governo: in Italia è sempre stato così, basta riandare con il pensiero alle lotte per il divorzio, per l’aborto, per la fecondazione assistita... .

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  2. Caro Aldo... anch'io da giovane pensavo le stesse cose...poi non c'è stata la rinascita tanto voluta, trovo un'invadenza da parte delle televisioni a mio avviso esagerata.Ci sono tanti don anche psicologi inTV, per carità siamo liberi, se non mi aggrada posso sempre cambiar canale..ma perchè non affrontano gli innumerevoli problemi del loro stato? intendo il Vaticano, eppure ne avrebbero di che parlare. ma l'Italia offre a tutti spazio... vergogna, non viviamo in democrazia, ma l'apparenza è questa. Splendida la preghiera. Grazie Aldo sempre lieta di leggerti.

    eleonora b.

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  3. Quando parla il Berlusca il tv mi dà fastidio a me che non piace e che pago il canone...quando parla Bersani idem.....lo stesso quando sento un cardinale......Poi mi viene pensato che loro parlano ai loro iscritti...è un modo di comunicare ai seguaci quello che i capi vogliono sia fatto....Non posso adirarmi...posso solo dire: non è per me...e cambiare canale...bigi

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  4. Caro Aldo mi trovi concorde in parte sul tuo argomentare.
    Salvo la politica sociale della chiesa. E' nella sua universalità la sua essenza.
    Non possiamo disattendere il messaggio sociale insito nella "Rerum Novarum", nella " Populorm Progressio" o nella forza propulsiva di Giovanni Paolo II,che aiutò molti muri a crollare...
    Ma proprio nell'univesalità il suo limite.
    Libera Chiesa in libero sato. Sì.
    Cordialmente Mariaconcetta

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  5. @Mariaconcetta -Giovanni Paolo II,più che altro aiutò la sua Polonia......e poi i messaggi sociali per me sono solo parole parole parole...

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  6. Purtroppo ci sono stati due concordati......ma non per questo il Vaticano deve sentirsi autorizzato ad intromettersi nelle faccende di un altro Stato... Si fossero tenuti il papato ad Avignone!!!!!

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