mercoledì 13 luglio 2011

Offresi voto...




Tendenzialmente essere schifati dalla chiesa cattolica – almeno in Italia – è una grossa fregatura. Chi, come me, convive e ha avuto l’ardire di mettere al mondo una creatura, è trattato alla stregua di un appestato. Figurarsi se qualcuno, in campagna elettorale, si appella al voto dei “conviventi con prole”. Nessuna speranza di vita eterna, nessuna possibilità di spendere convenientemente la tua spiritualità. Mi sono ridotto a manifestare (modestamente) la mia essenza profonda nell’amore per gli alberi, gli animali – confesso però che odio le zanzare e i piccioni -; nel mio sconsolante caso anche per la pianticella di basilico che quest’anno mi sta dando grandi soddisfazioni.

Nessuno, nemmeno il più disperato degli schieramenti viene a chiedere il voto alla mia disperata categoria. Nessuno ti inibisce e ti ricatta, facendoti sentire corresponsabile di valori che non hai. E se ce li hai non sono stoccabili al mercato all’ingrosso.

Non si è mai sentito nessun leader politico (neppure Rutelli, che penso sia quello che raschia di più il barile) invocare la “comune vocazione sociale dei conviventi con figli” o il loro “prezioso contributo al mantenimento della tradizione familiare”.

Se abbiamo una famiglia è solo così, per banale simpatia nei riguardi dei nostri congiunti. Se vogliamo bene a qualcuno è così, perchè è troppo faticoso volergli male. Se siamo di sinistra è solo per fare arrabbiare chi vota a destra.

Sereni e indisturbati andremo alle urne aggiornando, a nostro vantaggio, un vecchio slogan del dopoguerra: “Nelle urne non ci vede nè Dio, nè Stalin. Quindi se sbagliamo voto vuole dire che siamo dei pirla”...

3 commenti:

  1. Grande ironia...bellissimo articolo, anch'io sono trattata così, in quanto divorziata, il prete del paese mi ha detto che potrei essere diversa agli occhi di Dio solo qualora mio marito mi avesse abbandonata, non è così, ahimè,e quindi, quando sento il brusio della gente che esce dalla Chiesa dopo la messa, sorrido di fronte all'ipocrisia e mi sento felice di essere rimasta a casa mia

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  2. ...e non ti senti felice di non essere stato individuato? Io al posto tuo mi sentirei gratificato ed invece sono bersagliato come consumatore, pensionato e non so quant'altro, cosa che m'offende.
    Vorrei che, guardando a me, pensassero solo al cittadino senza chiedersi se sono del Sud, bianco, istruito, gay o pallini rossi e gialli.
    Io non mi sono chiesto, quando ho cominciato a seguirti sul Blog in quale categoria ti collocassi e guarda che bella stima che ne è nata...

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  3. Lo stile è stile. Grande articolo.

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