mercoledì 24 novembre 2010

Di rotonde, fontane e Cultura

Ora chi scende dal treno a Lavagna ha di che sollazzarsi. È pronta la nuova rotonda, ingentilita da una fontana a cascata che di notte si fa notare con luci psichedeliche. L'amministrazione ha operato bene: Lavagna è una cittadina civile e democratica, a forte vocazione turistica. Un occhio sensibile al bello non può che trarre piacere dal constatare come la nuova opera bilanci mirabilmente la vetusta presenza della stazione ferroviaria, smorzando con la gaiezza dei suoi zampilli la mestizia di stampo littorio della stazione ferroviaria. La sfera luccicante da cui esce l'acqua - che ricorda tanto le discoteche dei miei tempi -, è la classica strizzatina d'occhio per i giovani che approdano nel Tigullio.

Sui giornali è raccontata la legittima soddisfazione di sindaco e giunta: in questi tempi di ristrettezza economiche anche uno scivolo in un parchetto è una vittoria.

Dopo aver detto tutto ciò (e con la riconoscenza di un ospite grato), voglio rivolgermi ai cittadini; le istituzioni, per dogma, non devono e non possono essere intelligenti.

Siete mai venuti a conoscenza di altri modi (esotici? bizzarri?) con cui gli uomini, in Europa e nel Mondo, hanno inteso qualificare il territorio urbano, sconfiggendo il degrado urbano e innalzando la qualità del vivere? Nel tragitto che va dall'osteria di Brunin alla mia macchina (parcheggiata nell'area asservita ai pendolari), ho pensato ad una videoteca di repertorio mondiale aperta fino a notte fonda con caffè annesso. Oppure ad un centro di documentazione per le nuove generazioni indigene che intendono sperimentare le loro manifestazioni artistiche. Oppure ancora ad una biblioteca letteraria italiana, magari corredata da una piccola bouvette o una saletta da the.

Non sono un organizzatore culturale e nemmeno un emulo di Sgarbi; mi ricordo solo quello che ho visto scarpinando per l'Europa, anche in cittadine assai spesso di aspirazione più modesta di Lavagna. Alternative frutto dell'iniziativa privata e anche del concorso pubblico. Non speculazioni, ma onesto ricavo. I costi per la comunità sono assai limtati, senz'altro inferiori a quelli sostenuti per la costruzione e la manutenzione di una rotonda con annessa fontana zampillante e coronata di aiuola fiorita. È un investimento che dà interessi altissimi in termini di qualità della vita e crescita culturale dei giovani.

Questo succede però, purtroppo, lontano da Lavagna, dalla Liguria, dall'Italia...

6 commenti:

  1. Aldo ma cosa dici???
    Vuoi investire in cultura?
    Una biblioteca letteraria dove disquisire amorevolmente di Verlaine piuttosto che di kafka o Pirandello?
    In questi tempi bui in cui si razionalizza tutto e in particolare la formazione educativa ...delle nuove leve, più d'impatto é una "tristerrima" fontana con le luci colorate , fumo negli occhi per distratti passanti.
    Ciao ragazzo!
    Cordialmente
    Mariaconcetta

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  2. Adoro Aldo,ti sceglierei Ministro della cultura,che bell'idea.Portane altre cosi',almeno la notte,i ragazzi s'incontrano,leggono,prendono una bevanda calda in queste notti cupe e moderne.Mi piace anche l'inizio,una favola che hai smantellata.Laura dalla Francia:-)Pubblico di nuovo sulla mia bacheca.Ciao

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  3. ANTONIO LANZA HA DETTO...
    Ciao Aldo, batti il ferro finché è caldo. La cultura è fonamentale per questo paese, speriamo che se ne accorga anche il Governo e gli amministratori locali con meno fontane e più fondi.
    Ti abbraccio

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  4. Sai, viviamo in un Italia in cui ciò che conta è ciò che si vede, dimenticando di arricchire l'interiorità dell'uomo, che sarebbe veramente l'investimento migliore ma, ahimè da poco nell'occhio e quindi....meglio prodigarsi in fontane e rotonde anzichè tristi e noiose biblioteche, sono una volontaria della biblioteca del mio paese, non hai idea di quanto sia difficile comunicare alle persone quanto sia bello sapere, tutto è basato sull'immagine. ciao e graszie come sempre
    Alessandra Lucini

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  5. Buon giorno, Aldo. Le biblioteche e, in generale, i luoghi di incontro per i giovani (che ne hanno veramente bisogno) e i meno giovani (che si arrangiano come possono), non rappresentano certo un obiettivo dei nostri governanti. La cultura, lo scambio di idee, la comunicazione e la condivisione di spazi ed eventi, sono cose poco visibili e non sono considerate sufficientemente prestigiose da chi, dell'immagine, si alimenta e vive. Una bella rotonda, con fontana zampillante, costringe i viaggiatori a rallentare la corsa e li obbliga, per lo meno, a chiedersi il perchè di tale "installazione". Così facendo, la gente è costretta a pensare che il nostro Paese è un posto dove si "fa" qualcosa, un Paese governato da gente che del "fare" ha fatto la sua bandiera. Le solide strutture sono visibili e danno un ritorno di immagine molto utile. Il resto, è immateriale, e quindi poco considerato. E poi, investire in cultura perchè? Siamo il Paese in cui la scuola è considerata un covo di nullafacenti, in cui si possono tagliare fondi per il funzionamento e per la ricerca. Perchè mai un privato dovrebbe investire in strutture dove "praticare" l'inutile cultura? Di che ci stupiamo? Accontentiamoci di nani e ballerine. Lo spettacolo deve andare avanti!
    Alba Antonella

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  6. Ma dai..., Aldo, perché no... anche l’arredo urbano?
    Ti confesso che io non giro molto volentieri per il mio paese che risulta essere, forse dopo Cavaglio, quello più depresso dell’intera area geografica.
    Benché si riscuotano le tasse come altrove, qui non si pianta un chiodo da trenta o quarant’anni.
    La nuova illuminazione, rigorosamente limitata alle poche vie (cosiddette) centrali, è stata arraffazzonata con fili volanti e canaline esterne sui muri sberciati delle abitazioni; le piste ciclabili (sovvenzionate dalla Regione) sono state realizzate restringendo con una striscia continua bianca le strade esistenti; l’unica strada rifatta, 250 metri, è quella che passa davanti al Comune.
    Ma il sindaco dice che lui spende i soldi nel sociale: in ciò che non si vede.
    Ma non è vero che non si vede: della stazione ferroviaria dismessa, che il comune limitrofo ha concesso meritoriamente ai volontari della Croce Rossa, lui dice d’averne fatto un centro sociale per giovani, sicché s’è subito riempito di strani individui, da lui stesso chiamati e mai visti in paese prima che, nel giro di 15 giorni, l’hanno ricoperto di graffiti a vernice spray, l’hanno trasformata una sorta di pattumiera per bottiglie vuote di vino e birra di giorno, e in un precario dormitorio pubblico la notte. Dopo averne demolito l’interno, la cui ristrutturazione era costata alla comunità alcune decine di migliaia di euro, sono spariti così come erano arrivati, con grande sollievo della popolazione e decoro per un paese che di decoroso gli rimane poco, a parte l’onestà dei suoi cittadini rassegnati.
    Io so di cosa tu parli: ho visto a Cambridge, per esempio, una biblioteca pubblica che funziona come dici tu..., ma questi nostri amministratori, le cui idee sono ben confuse nelle acculturate oscure botteghe (scusa il volontario lapsus) dei partiti sanno solo partorire costosi aborti.
    Tanto a pagare siamo sempre noi.

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