martedì 19 aprile 2011

Il corvo nero




A volte i ritardi dei treni possono portare qualche beneficio. Penso che la vita attorno alla stazione ferroviaria di una grande città ci dice molto sull’anima della gente. Dagli aromi riesci a intuire il grado di integrazione delle varie etnie. I paraggi di Genova Principe, per esempio, sono una specie di osservatorio sull’immigrazione. Questo da sempre.

Genova è una città unica. Non è una città per turisti. Non c’è nulla da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Là, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora ciò che c’è da vedere si lascia vedere. Ciò che c’è da capire, si lascia capire. Voci di piante, odori di persone.

Il negozio di Chen è anfrattato in mezzo alle stamberghe di vico della Maddalena. Chen arriva a tutte le ore; ha una macchina vecchissima, con gli sportelli alti come le porte e finestrini che sembrano feritoie. Non ho mai capito che razza di marca sia. Qui viene a fare la spesa l’altra metà di Genova, quella che cerca foglie di banana e salamini halal. Ma anche massaie progressiste che cercano un’alleanza pericolosa tra il pesto e il cous cous. Fuori c’è uno zerbino che troppo ottimisticamente dice “Benvenuti”.


All’interno il negozio trabocca di parole. Ognuno ci porta i suoi quattro soldi di saggezza. Tra gli avventori ci sono anche quelli che possono permettersi di pagare le derrate solo con mucchi incredibili di monetine da due centesimi o il venditori ambulanti che barattano il prezzo del pesce surgelato con due ombrelli. Ma anche l’imprenditore pachistano o il professore libanese.

I mediatori culturali definiscono un posto come il negozio di Chen, adatto per quelli che condividono “la cultura del riso”, intendendo con questo non solo l’affinità di gusti alimentari, ma anche la propensione all’allegria tipica di quei paesi in cui, in mancanza d’altro, ci si regala almeno un sorriso.

Una volta da dietro gli scaffali di pesce essiccato ho sentito una voce con una cantilena xeneise, supplicare la signora Chen di trovargli una buona moglie cinese. “Le nostre mogli hanno troppi grilli per la testa. Voi siete gran lavoratrici, mangiate poco e rispettate anche l’uomo”. La signora Chen non si è spazientita. Tanti anni passati nel negozio di Chen le hanno insegnato che vendere i sapori significa anche assaggiarne i dissapori.

Ho tergiversato per i bancali che esponevano creme schiarenti e balsami per domare i ribelli ricci africani. Non ero per nulla interessato a quei prodotti, ma volevo vedere almeno la faccia di quell’italiano maschilista. Da dietro lo scaffale, invece, è sbucato un uomo dalla pelle nerissima. Al mio stupore, la signora Chen ha recitato un proverbio cinese: tutti i corvi del mondo sono neri. Ovvero, gli stereotipi universali, sono duri a morire...

7 commenti:

  1. eh,si i pregiudizi nel confronto della donna squarciano ogni frontiera ogni etnia toccando anche coloro che hanno condiviso con le donne la marginalizzazione e la regressione dei diritti acquisiti...c'è nella donna quella apertura,quella "béance"che fa paura a coloro che non accettano né accetteranno mai la sua potenzialità vitale...

    RispondiElimina
  2. ..pregiudizi sulle donne..sempre ed ovunque, la cosa che mi rammarica oltre al perseverare dei pregiudizi sono tutte quelle donne che "consapevolmente" regalano materiale per far si che i corvi neri possano continuare a cibarsi.

    RispondiElimina
  3. Grande Aldo, a volte la tua lucida saggezza mi coglie di sorpresa, mi spiazza. Piacevolmente.

    RispondiElimina
  4. E' geniale il tuo narrare Aldo. E' attento e rispettoso. E' arguto e dolcissimo.
    sei forte ragazzo.
    Questo per nome e per conto di tutte le donne.

    RispondiElimina
  5. Bravissimo ! Leggerti è sempre piacevolissimo.
    Anche quando narri di come le donne quando sono indipendenti e manifestamente intelligenti siano quasi universalmente "dispregiate" dal genere maschile .....
    Da giovane ho lavorato a lungo in ambienti prevalentemente maschili, per una donna pensante un vero delirio .....
    L'idea che ne ricavai è che in testa i maschi hanno stampata ben e spesso solo la parola sesso e in base a questa categoria distinguono le donne fondamentalmente in due specie : quelle che te la danno (possibilmente senza rompere le palle ) e quelle che non te la danno .....tutto il resto è un contorno ........
    Non so bene come funzioni al giorno d'oggi ....
    Sicuramente ci sono eccezioni, ma sono appunto eccezioni .....

    RispondiElimina
  6. Ottimo pezzo. Ma sul fatto che a Genova non ci sia niente da vedere la penso all'opposto.

    RispondiElimina
  7. Si tutti i corvi sono neri, ma sono anche tra gli uccelli più eleganti e intelligenti tra le varie specie la Taccola è la mia preferita è semplicemente splendida

    RispondiElimina