Il mio amico Adelmo – che la sa lunga – ogniqualvolta si va su certi discorsi, finisce sempre con il solito refrain: “è inutile discutere: siamo in un mondo materialista”. Secondo me ha capito male: viviamo in un mondo regolato dalla metafisica, dominato dai filosofi. In questa straordinaria epoca, tutto è perfetta sostanza se proviene dal mondo delle idee. Tutto è illusione se scaturisce dalla materia. La verità è nel verbo. Nella realtà e nell'esperienza alligna solo l'illusione.
Tanto è vero che il verbo più usato dai “filosofi di Stato” è percepire: povertà, sicurezza, inflazione, ricchezza.
Tutto non è constatato, ma percepito. Il popolo vive nell'inganno. Il filosofo solo conosce la verità. La verità che egli può spargere sul popolo è distillata in gocce omeopatiche, in modo che il ristretto comprendonio delle masse non se ne abbagli.
Questo è ciò che pensano gli attuali padroni del mondo, che sembrano presidenti di nazioni, amministratori di multinazionali, segretari di partiti, ma sono in verità filosofi, dottori della metafisica.
Va umilmente spiegato ai metafisici che la percezione è un'esperienza sensoriale mendace, fallace e volgare. La verità risiede, per esempio, nella povertà scientificamente rilevata, nella statistica Istat.
Non sfugge ai filosofi che governano questo paese che l'insubordinazione delle masse alla verità del Verbo è foriera di anarchia. Il nocciolo è questo: il mondo può essere governato in modo impeccabile solo se i popoli sono finalmente disposti a riconoscere la loro incapacità a distinguere ciò che è vero da ciò che loro percepiscono.
Non esiste nell'economia classica il concetto di povertà percepita, essa è parto della cosiddetta economia creativa, la più grande conquista intellettuale di questo millennio.
Questo concetto è stato mutuato in verità dalla meteorologia. Quando forniscono le previsioni, i metereologi danno sempre due informazioni: la temperatura oggettiva e quella percepita. Perché 40 gradi sono molto diversi se l'umidità è, ad esempio, al 10% o al 90%, o se sono vissuti nel cuore di una montagna o nel centro di una metropoli. Se voglio andare a Rio de Janeiro o a Vladivostok, ciò che mi serve sapere è che là la temperatura percepita sarà di +48 gradi e -30, qualunque cifra segni la colonnina del termometro. I metereologi accordano all'esperienza sensoriale un'importanza assoluta, da privilegiare rispetto al dato puramente statistico, e naturalmente fanno bene se vogliono che il loro lavoro serva a qualcosa per la gente.
I filosofi di governo hanno rubato il concetto e lo hanno usato come sanno meglio fare: per servire se stessi.
Provate solo per un attimo a riflettere, provate a chiedervi quanto di ciò che provate, sperimentate, vivete e patite, vi sia negato come verità in nome di una verità superiore che non siete destinati a conoscere se non per bocca di quelli che dicono di possederla. E vi governano. Qui e nel mondo intero.
Provate a pensare cosa accadrà della nostra vita intelligente e della stessa nostra libertà, quando il governo dei filosofi sarà universalmente realizzato e operante...
GRAZIE. RIFLETTO E MI ADIRO ANCORA. VUOL DIRE CHE NON E' ANCORA SUBENTRATA LA RASSEGNAZIONE.
RispondiEliminabene... torniamo alle dimostrazioni dell'esistenza di dio... ma non sapevo che minzolini e costanzo fossero anche filosofi...
RispondiEliminaTra il reale e il percepito esiste il solco dell'assenza, quel vuoto cosmico dentro il quale ci hanno fagocitati, noi e la nostra volontà che di nebbia in dissolvenza mi auguro che non sia più fatta.
RispondiEliminaCordialmente Mariaconcetta
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RispondiEliminaRiesci a farmi ridere di cose tragiche e di questo ti sono grata, perchè quando si è di buon umore si è anche più lucidi intellettualmente ....almeno io ne sono convinta .
RispondiEliminaIo quando vado al supermercato percepisco che il mio stipendio non basta a permettermi di riempire la dispensa se non quando ci sono prodotti a prezzo dimezzato e a volte nemmeno .
Questa è una percezione talmente concreta che avrei voglia la sperimentassero di persona i nostri governati ...
Avere una bacchetta magica , togliere loro tutto quello che hanno e farli vivere con una pensione sociale ad esempio ......
Nessuna pietà per loro .......
Cosa proponi alla riflessione, Aldo, lo sento quasi come la continuazione del discorso che hai fatto – solo pochi giorni or sono – con il post dal titolo: i Miserabili.
RispondiEliminaAl di là di quella che... può essere la povertà vera, infatti, quella cioè della pensione sociale; del precario; del quarantenne licenziato per contrazione di personale, per intenderci; o quella che non ti consente obiettivamente d’arrivare a metà mese o, peggio, ti vede in coda al refettorio della Caritas, c’è quella indotta, o come dici tu, …percepita.
Possiamo dare la colpa al governo di questo o di qualsiasi altro paese, perché il detto: “piove, governo ladro” è valido, certamente, a qualsiasi latitudine… . Ma la mia generazione, nata nell’immediato dopoguerra, ha vissuto con gli occhi da bambino - e forse per questo lo ricorda meglio - tutte le contraddizioni che provenivano dall’educazione impartita dai nostri genitori, che uscivano dal periodo più buio della nostra storia, ed i primi fragorosi diktat dell’incipiente benessere che voleva farsi strada in un Paese che si sforzava d’uscire dalla disprezzata civiltà contadina.
Sicché il latte materno era pericoloso: bisognava sostituirlo con quello in polvere; il prodotto artigianale non valeva niente: meglio quello industriale perché fatto a macchina; il comprare quando s’aveva il denaro sufficiente era da stupidi: meglio le cambiali; e via dicendo… . Un battage capillare che ti additava un modello di vita che metteva in ridicolo le certezze degli insegnamenti familiari che ti volevano sobrio e risparmiatore, per condurti verso il consumismo sfrenato dei nostri giorni e che ha portato, inesorabilmente, all’odierna società.
Oggi, un nostro figlio che dovesse portare un sano panino a scuola per lo spuntino delle 10:00 verrebbe ridicolizzato da tutti gli altri che hanno la “merendina” o, meglio, i dieci euro nella saccoccia del grembiulino (ma esistono ancora i grembiulini?).
Quindi, a fianco dei poveri veri che, ahimé sono fin troppi senza neppure voler contare gli extracomunitari, e sui quali i nostri politici fanno filosofia, ci sono quelli che si percepiscono poveri perché non possono sostituire subito lo scatolone Tv con un ultrapiatto a led retroilluminato; il telefonino dell’anno passato con l’ultimo iPhone 4 della Apple; acquistare le scarpe, stracci e gioielli, per i quali io non spendo un centesimo, ma che sono firmati dal solito paraculo che ti vende plastica e metallo da recupero al prezzo dell’oro… .
Questo io intendo per percezione, ma infondo sto macinando acqua nel mortaio perché tutto questo l’hai già detto tu, e non è la prima volta… .
Che i governanti abbiano il dono della scienza infusa è risaputo, ed in Italia più che altrove, forse. Quello che loro manca è, apparentemente, la lucidità di discernere quanto sia vero e statisticamente riscontrabile e quanto sia, invece, percepito.
Ma tale capacità comporta almeno due qualità: la competenza e l’onestà.
Sicché, in assenza di almeno una di queste due virtù, di quanto è solo percepito ne fanno un alibi.
una politica, un'economia, una giustizia che diventa pura dialettica...le parole che riescono a riempire le menti...a volte ad ingannare le menti...vero Aldo, quasi tutto ormai passa solo attraverso la parola, costa poco e richiede meno sacrifici...
RispondiEliminaQuesto post è uno dei più belli...
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