martedì 9 agosto 2011

Il gene del verme




Sito del Corriere della Sera, più o meno in mezzo alla pagina iniziale. Dopo averci fatto capire che la finanza globale sta andando a rotoli, i redattori di uno dei siti più frequentati a livello nazionale, ci rende edotti che la prima sigaretta mattutina – quella dopo il caffè e i seguenti bisogni fisiologici – è la più deleteria per la nostra già cagionevole salute. Quella bionda, infatti, aumenterebbe il rischio di contrarre il cancro a polmoni, testa e gola del 78%. Letta la notizia sic et simpliciter, ci sarebbe da pensare che chi, come me, soddisfa il bisogno di nicotina nella prima mezz’ora dopo essersi svegliato, ha un’altissima probabilità di morire in un letto di ospedale soffrendo le pene dell’inferno. Andando a leggere l’articolo, invece, scopriamo che proprio non è così. Il titolo altro non era che l’ennesimo memento mori che ci viene propinato.

Con la vecchissima legge del bastone e della carota, i grandi burattinai tengono alta la tensione su altre questioni, cercando di sviare l’attenzione su affari molto più importanti.

Così qualche mese fa abbiamo imparato che Sharon Stone sconfisse il cancro bevendo il caffè e le malattie cardio vascolari si possono prevenire con un bicchiere di vino rosso (quello bianco invece, fa solo male, boh...). Di più. Una indagine di qualche misteriosa università americana ci solleva il morale dicendoci che la vita media si alzerà fino alla soglia di 128 anni (perchè non arrotondare fino a 130, cribbio!), grazie al gene di un non ben specificato verme. 

A parte la fastidiosa sensazione di essere il balia delle lobby mondiali (coltivatori di caffè, viticoltori, allevatori di vermi), resta l’impressione che l’informazione scientifica si strutturi secondo regole di una spassosa novellistica.

L’era della tecnologia non ha ancora generato – nonostante il prodigioso moltiplicarsi di mezzi comunicazione, oppure anche in ragione di quello – un metodo linguistico consono alla realtà. Quello che accade nei laboratori è argomento da bar e da piazza del mercato e viene trattato quasi con superstizione. Tutti si approcciano con credulità religiosa o con scetticismo beffardo; tutti atteggiamenti prescientifici e preistorici che non hanno niente a che vedere con la realtà. A questa stregua, è molto difficile stabilire una diversità tra il culto della Madonna del Carmelo e quello del verme della longevità.  L’attesa fiduciosa di un miracolo (o l’autodifesa dall’inganno) ci restituisce alla nostra atavica condizione di “folla in passiva attesa”. Per la religione può anche funzionare.

Ma per la scienza?...

5 commenti:

  1. mio unico rammarico è che Giulio Verne si sia fermato con i suoi romanzi, certo sarebbe stato comodo avere una ...specie di prontuario, e si Giulio Verne...ci seppe guidare sotto i mari, sarebbe stato capace anche di guidarci in un futuro così....opacizzato? Lui avrebbe saputo farci comprendere dell'assurdità della Mente Tecnologica ?
    by Bruna

    RispondiElimina
  2. ALDO CARISSIMO GRAZIE !!! CONDIVIDO IL TUO SENTIRE ... RAMTHA X CHI CREDE AD ENTITA' ESTERNE A NOI ,DICE : POTRESTE ESSERE PERFETTI NON FOSSE X IL GENE D'AUTODISTRUZIONE DA VOI DETENUTO . PENSO PERSONALMENTE ,CHE DOBBI-AMO SEGUIRE CIO' CHE PROFONDAMENTE SENTI-AMO X ARRIVARE AD UNA VERA PACE ED ARMONIA DENTRO ... NOI STESSI,PRIVA D'OGNI SQUILIBRIO !!! PERSONALMENTE UNO DEI MIEI PIU' GRANDI SQUILIBRI ERA IL CIBO CHE ORA MEGLIO CONTROLLO. SONO QUASI ... PESO FORMA !!! NON SI-AMO PERFETTI, MA PERFETTIBILI ... PROSEGUI-AMO . NON AFFANNI-AMO-CI TROPPO NELLA VITA TANTO NON NE USCIREMO ... VIVI !!! VALE X : ATEI ... AGNOSTICI ... CREDENTI !!! AMI-AMO-LI ED AMI-AMO-CI !!! *** mari-OM ***

    RispondiElimina
  3. fondalmentalmente non mi frega niente di morire a 200 anni ma l'unica cosa che spero è di morire bene senza accanimenti terapeutici per poter dire che sono riusciti a farmi vivere per tutto questo tempo meglio morire con la pancia piena ciao cekke

    RispondiElimina
  4. e così i grandi burattinai ci tengono in sospeso tra il miracolo religioso e lo scetticismo beffardo occultandoci in mille modi, uno più sofisticato dell'altro, l'accesso alla via del giusto mezzo verso una presa di coscienza critica della realtà in ogni suo aspetto...

    RispondiElimina
  5. L’informazione scientifica, che ci viene propinata quotidianamente mediante i mass media, mi pare che ormai da anni nulla più abbia di scientifico. La necessità di dover riempire la pagina di giornale fa si che l’operatore dell’informazione accetti, il più delle volte acriticamente, qualsiasi folata di vento, magari ampliandola e mettendoci del proprio se ha la necessità d’arrivare alle 1.200 parole canoniche. Peggio quando si presta, più o meno consapevolmente, alle esigenze di mercato e agli appetiti delle case farmaceutiche, come quando puntualmente ad ottobre ci dice del nuovo virus dell’influenza e del miracoloso vaccino apprestato.
    Ma se posso pur comprendere (non giustificare) l’urgenza dell’articolista, rimango stupito della faciloneria con la quale l’utente sistematicamente abbocca a tali forme pubblicitarie, visto che altro non sono ormai, e si lasci indurre al nuovo bisogno che nessun altri soddisfa se non la multinazionale del farmaco.
    Ieri il telegiornale delle 20:00 ci ha comunicato serafico, con tanto di intervista allo scienziato di turno, che l’invasivo butolino per le rughe fa male e che è meglio tornare ai rimedi delle nonne. Ma no! Non ci avevo mai pensato… .

    RispondiElimina