martedì 18 gennaio 2011

Seduto sul bordo del fiume

Ieri Brunin era arrabbiato. Lo vedevo gesticolare, da fuori il locale. Parlava animatamente con Adelmo. Faceva gesti ampi da giureconsulto, indicando un punto imprecisato dell'osteria. Mi faccio forza e entro (le bruschette calde e impiattate sono un incentivo potente). “Proprio te cercavo – sibila – Volevo dirti che io non c'entro niente”. Per una frazione di secondo i miei ragionamenti si sono andati ad impigliare nella cronaca nera (deformazione professionale). Brunin interrogato per un omicidio? Il mio oste incolpato di un feroce stupro? Adelmo lo incolpa di un abuso edilizio?

No. Hanno tagliato dei cedri per far posto ad un parcheggio, in un luogo indefinito dell'entroterra ligure. 
Lui si accalora a proclamare la sua innocenza su tutto quello che succede in questa disastrata nazione, è fatto così. Le generazioni future, lui pensa, potrebbero puntare il dito contro di lui (e contro Adelmo, anche se si anfratta dietro alle bruschette sottilmente pavimentate di squisito pesto). Ora si è messo in testa di mettere un cartello fuori dall'osteria: “Io non c'entro niente”. Azione che gli ho caldamente sconsigliato: la gente potrebbe non capire.

Vuole imitare i pacifisti americani degli anni '70; loro sfilavano come uomini sandwich gridando il loro dissenso rispetto alla scelta del governo di entrare in guerra in Vietnam “Not in my name”, dicevano. Avevano ragione. Anche Brunin ha ragione. Io mi comporto diversamente.

Mi sono seduto sul bordo del fiume, come hanno fatto, in passato, i saggi orientali. Aspetto che questa classe politica si autodistrugga. Oramai ci siamo. Me ne sto buono in silenzio, a leggere i commenti sarcastici che provengono da tutte le parti dell'Universo per addossarci un'unica colpa: quella di essere italiani. Ancora per poco, spero.
Il nostro primo ministro è un'anomalia; e non per quello che è e che fa oggi, ma per quello che era e ha fatto prima di candidarsi a una carica politica per la sua prima volta. Il nostro ministro della semplificazione sarebbe da tempo interdetto dai pubblici uffici anche nel Burundi. Per non parlare dell'informazione televisiva pubblica. Siamo a tal punto “anomali”, che se ci capita di vedere un qualsiasi altro telegiornale del mondo occidentale, ci coglie il dubbio che siano emittenti rivoluzionarie clandestine.

Solo per dilettarci in oziosi pensieri, allora possiamo chiederci, cosa è successo ad un intero popolo perché trovi normale quello che, per chiunque altro, è fuori norma. Perché ci siamo autoimposti – o abbiamo accettato che ci imponessero – una visione della realtà così meschina, povera, squallida. Il problema del mio paese non è il suo primo ministro, ma i milioni di persone che accettano, e gradiscono, questa normalità. Jung dice che un uomo può accettare qualunque cosa, dipende solo dal grado della sua sottomissione. A quale entità, a quale fato, a quale vizio, siamo riusciti a sottometterci fino a questo punto?

Brunin continua a mescere, sfornare bruschette e parlare astiosamente. Io me ne sto in silenzio, accrescendo la sua ira universale. Me ne sto fermo con il respiro al minimo, ad aspettare ciò che il fiume mi potrebbe portare...

6 commenti:

  1. ..invidio un poco la tua capacità di startene seduto in riva al fiume..io ci provo ma spesso..forse troppo spesso..mi rialzo per uralre al mondo la rabbia per tutto ciò che il popolo italiano (quindi me compresa) sta permettendo ed alimentando oramai da troppo tempo...forse lo faccio solo per lasciare che il mio grado di sottomissione non aumenti sempre più...buona vista del fiume...godila anche per me :=)

    RispondiElimina
  2. ci hanno drogati davvero per benino.... stiamo con gli occhi dilatati e stupiti ma non urliamo mai BASTA
    Siamo dei veri conigli.... cercasi persone per andare a fare la rivoluzione...chi viene con me?

    RispondiElimina
  3. Si, il mondo non si cambia se non si cambia se stessi. Tutti a sbraitare che il governo..che gli altri..che si dovrebbe e non si dovrebbe...,ma poi il mio collaboratore cerca di fregarmi un po' di soldi giustificandosi col fatto che io ne dovrei avere più di lui e quindi "ha diritto..", il mio vicino di casa cerca di appropriarsi del cortile in comune perchè "lo spazio va usato!", il mio conoscente ridacchia sotto i baffi (che non ha) al solo pensiero di come se la sarebbe goduta se ci fosse stato lui alle serate con le escort....
    Allora, mi chiedo, dove sono gli italiani che pensano con le loro teste - e che le hanno - ?
    Sono solo quelli che telefonano a rai3 la mattina? Tutti a pontificare, ma poi lo votiamo!! Sono troppo pessimista? Cieca? Disillusa? Perchè tagliare teste se poi quelle che vanno a sostituirle (storia insegna) non sono migliori? Ma non abbiamo il voto? E cosa ne abbiamo fatto? Basta, mi metto a piangere e vengo al fiume con te.

    RispondiElimina
  4. Troppi pochi no a mio parere hanno distrutto confini e steccati.
    Confini e steccati non moralistici, ma di buon senso.
    Se già gli antichi Romani, che certo non peccavano di senso moralistico e non avevano tabù ,dicevano che la moglie di Cesare doveva essere senza macchia, figuriamoci Cesare...Noi cittadini "avanti" stiamo a giusificare tutto e tutti.
    In sicilia si dice. CALATI IUNCU CA PASSA LA CHINA", tradotto a grandi linee lascia passare la bufera...
    No. Io prorpio non ci sto!
    Cordialmente Mariaconcetta

    RispondiElimina
  5. A nessuno viene in mente che se siamo a questo punto è per lo spettacolo indecoroso dato dagli altri, quelli cioè che gridano agli stessi Italiani, cui si rimprovera l’assuefazione, oggi allo scandalo?
    Gli Italiani sono schifati dallo spettacolo della politica e non vedono via d’uscita: nessuno dimentica, infatti, che se Berlusconi va a puttane, altri - quelli dell’altra parte andavano a travestiti e si compiacevano al telefono per le scalate alle banche... .
    Questa è la vera realtà oggi: gli Italiani sono schifati e rassegnati.
    Ma non dimentichiamo che la classe dirigente - non importa se di sinistra o di destra - è sempre lo specchio della società che l’esprime.
    Al che, c’è da chiedersi: quanti Italiani sono retti oggi?

    RispondiElimina
  6. "l'anomalia felice della Storia" - come Ferrara ha definitoil nostro capo del governo -ha dato il via al degrado civile e sociale del paese, dove i valori morali sono sentiti come noiosi e polverosi echi del passato, e l'imperativo è arraffare, per sè e propri cari, prebende, incarichi, beni, donnine.....Certo i suoi servi felici sguazzano in questa melma- e quando mai avrebbero potuto ottenere così tanto al "solo" prezzo di vendersi, un po' per giorno - ? Ci vorranno anni e anni per riacquistare la dignità di una condivisa convivenza sociale e civile.

    RispondiElimina