venerdì 25 novembre 2011

La mia Maestra




Trotterellava frettolosamente per le vie del paese. I manici della borsa della spesa le asserragliavano le dita, fino a farle diventare esangui. Guardava poco in giro; lo sguardo era fisso davanti a sè. Fiero. Appena mi vedeva mi sorrideva e mi sbatteva davanti – ancor prima del saluto – i miei (tanti) errori dell’ultimo articolo che avevo scritto. Lei era una mia lettrice indefessa. Non ha mai smesso di essere la mia Maestra delle elementari. “Io non ti ho insegnato così. Vergogna!”. Poi mi dava uno buffetto sulla guancia e tornava a occuparsi di vivande per figli e nipoti.

La mia Maestra era una sostenitrice del lavoro “a regola d’arte”, parlo del suo lavoro che io conosco bene da quarant’anni. Una Maestra è tale per tutta la sua vita, almeno quelle di una volta.

Io e i miei articoli siamo siamo orgogliosi di essere diventati, maldestramente, colleghi suoi. Quelli che la mattina si alzano per lavorare, quelli che credono, anacronisticamente, stolidamente, che scrivere sui giornali non sia una concessione divina al furore creativo del genio, né un polimero semilavorato da mettere in mano all’allegra brigata dell’ufficio marketing, ma un duro, onesto lavoro, da eseguire a “regola d’arte”. Per rispetto a se stessi e alla spettabile clientela dei lettori. Questo me lo ha fatto capire lei. Con l’aggiunta che voleva bene a me e voleva bene alla mia storia, con il di più che ci volevamo bene.

Una Maestra non ha bisogno di giustificazioni, non ci sono ragioni per la sua venuta, men che meno per il suo volerti bene. E tu che devi fare? Niente; assistere allo spettacolo, ridere, sbuffare e godertela. E disperare che si stanchi, che lasci la presa da quello che inutilmente pensavi fosse lontano dalla portata della sua matitina.

A tutti dovrebbe toccare la grazia di una Maestra da essere badati.
Per giocare, per lasciare un giusto spazio ai propri difetti, alla scrittura (la mia, in particolare) un po’ troppo bizzarra. Per ricordarmi ogni volta che il suo duro, onesto lavoro, concerneva il farmi un mazzo così per ogni mio vezzo e errorino. Perchè per me era questione di diventare un giornalista decente senza soffrire troppo e tutto insieme.

In fondo a questa storia, in due righette le dico grazie, ora che non c’è più. Queste due righe le ho sottratte alla sua lettura di Maestra. Me le avrebbe corrette e io non avrei voluto...

16 commenti:

  1. Anch'io ho un ricordo meraviglioso della mia maestra e magari ti manderò qualcosa in proposito.... peccato che non sia più concesso alle maestre di oggi di essere come la tua e la mia maestra
    A.L.

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  2. LA MIA MAESTRA ..... no, ti parlerò dell'altra parte della barricata, di quando i bambini si confondono e la chiamano mamma...stoppandosi all'improvviso come se avessero compiuto il reato più efferato del mondo, poi la guardano, abbozzano un sorriso e poggiano il capo sulle sue ginocchia, o quando la si incontra per la via, vedi in quegli occhi un guizzo di vivacità amorevole ed una lacrima che non lascia il suo letto, la vedi con lo sguardo che brilla perché alla tv dicono che uno dei suoi …….. monelli è alla ribalta della vita e ha concluso un intervento salvavita ……. La vedi leggermente rattristata quando il solito ……… capatosta, incontrandola, si vuol fare grande davanti al figlioletto e …..ancora oggi, sbaglia la tabellina. Si, le maestre sono mamme più delle altre perché hanno un’infinità di figli e per ognuno di loro hanno una carezza e un posto nel cuore.
    Bruna

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  3. Io la mia maestra ,la ringrazio ,ancora per la sua ferma disciplina , insegnamento , educazione che tutti i giorni inculcava a ognuno .
    Mi auguro che c'è ne siano ancora,è indispensabile
    Con affetto Giovanni .

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  4. Non vale … Sono di parte … Una cosa solo posso dirti di me maestra, una cosa cerco in tutti i modi di veicolare. Io dico e sempre, ai miei piccoli leoncini e a quelli che ormai sono donne e uomini fatti, dico loro di non assorbire come spugne tutto ciò che viene loro imbandito su un piatto spesso molto appetibile, ma di filtrare tutto con la ragione per maturare un pensiero divergente oggi diventato davvero molto raro. Altra cosa che devono imparare è destrutturar certezze e ricomporre nuove verità.

    P.S. Quando a trent’anni mi chiamano ancora maestra …. Io mi sciolgo …


    Mariaconcetta

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  5. no komment.....this is the teacher!hahhahahahah ;_)) posso stamparlo ed attakkarlo a scuola??? no kiedo....è la tua maestra....se mi è prermesso...vorrei solo kiarire il koncetto di ESSERE MAESTRE.....invece ke fare le maestre!mi dai il permesso di stamparlo...è il tuo artikolo..è la tua storia...di vita.....kuindi....decidi tu..per te!xme....è perfetta...la tua skrittura...ed io...sn una maestrina molto severa...nn faccio skonti a nessuno...nei kuli...veri,pero'!hahahah :-)p.s. grazie......e tu sai xkè!;-)maestra i.s.a.heheh ;-)<3!

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  6. HO UN DELICATISSIMO RICORDO DELLA MIA MAESTRA LILIANA, CUI HO DEDICATO UNA SEMPLICE POESIA CHE INSERIRO' AL PIU' PRESTO NEL MIO BLOG...
    GRAZIE DEL BELLISSIMO TUO POST!

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  7. Bello questo tuo peniero per la maestra. Io non sono stata altrettanto fortunata con la mia, ma mia figlia si. Ha trovato un'insegnate alla scuola primaria che oltre ad essere molto brava dal punto di vista didattico, è stata lo è ancora e lo sarà per sempre la sua Maestra di vita...e anche la mia!
    Bellissimo post, complimenti!
    Caterina

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  8. Mi hai fatto venire le lacrime... Ho avuto una maestra come la tua, molto critica e molto dolce. Bravo Aldo!

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  9. quand'ero ragazza io, i Maestri erano la maggioranza: 10 a 1 (massimo 2) Signori Professionisti dell'educazione, mai scontati, quasi mai teneri ma tutti indistintamente innamorati della loro materia. Oggi (da quel poco contatto che mi rimane) mi sembra che le cifre si siano invertite.
    A pochi è rimasta la passione di insegnare...
    Grazie Aldo, come al solito

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  10. Ricordare la nostra cara maestra - chi non ne ha avuta una - intenerisce il cuore e ci trasporta indetro negli anni a ricordare come si è costruito pazientemente e anche duramente l'edificio della nostra conoscenza e del nostro lavoro. Erano lo zelo e l'autorevolezza, le caratteristiche dell'isegnamento quotidiano, anche un buffetto non era fuori luogo, anche se ho visto di peggio e fuori norma. Ci si sente orgogliosi di aver avuto persone così, mai frettolose, mai stanche, sempre con la mano tesa e un libro aperto. C'era tanta luce in quelgli occhi, che oggi sembra un po' appannata. Non la vedo attraversare le strade del mio paese, nè sento la sua voce, ma porto di lei, con me, un grande tesoro che mi ha fatto apprezzare e dato dignità. Ciao Aldo, questo ricordo ci fa dimenticare le storture di questo mondo e ci fa sperare ancora...
    Antonio Lanza

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  11. La maestra mamma, una delle figure più straordinarie della nostra infanzia.
    Allora, alle scuole elementari, io ero in collegio e lei, la mia maestra, spesso sostituiva nella mia percezione quella mamma che non vedevo così spesso.
    Porto con me ancor’oggi il ricordo tenerissimo della sua dolcezza, delle sue piccole attenzioni, del suo amore.
    Per anni, nel giorno del suo onomastico le ho mandato una cartolina dovunque mi trovassi in giro per il mondo e lei, di rimando, mi rispondeva con la stessa dolce puntualità, rinnovando in me sensazioni di tenerezza.
    Sono decenni che tale rito s’è arreso alle leggi ineluttabili dell’anagrafe, ma l’8 dicembre di ogni anno immancabilmente mi ritrovo con una cartolina in mano che mai più partirà... .

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  12. il ricordo della mia Maestra è ancora vivo in me, a lei devo tanto anche i primi anni da mamma. Già aveva capito come sarebbe stata mia figlia da grande e così è diventata, aveva azzeccato ogni cosa.
    La mia maestra, mamma, amica e consigliera...non la dimenticherò mai!!!

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  13. Io l'ho incontrata un giorno in una cartoleria della mia città di quando ero ragazza, lei comperava qualcosa per i suoi nipoti io un gioco per mio figlio, non la riconobbi subito ,erano passati molti anni ,troppi ,lei si mi vide e mi salutò chiamandomi per nome ,io ebbi paura ,la stessa paura che avevo da ragazzina ,poi si trasformò in rispetto,anche se io dentro sentivo una gioia nel vederla e avrei voluto abbracciarla e stringerla forte a me. Mi fece il più bel complimento che potessi sperare :- Hai gli stessi occhi grandi e curiosi di quando eri bambina- Io mi emoziona i al punto che i miei occhi si riempirono di lacrime , mi vergognai , mi sembrava di ritornare quella bimba di dieci anni timida e riservata che diventava rossa per ogni cosa che le dicevano. Ora quella non c'è più ma è rimasta la sensibiltà e la curiosita nel capire e conoscere le cose della vita è lo devo a lei la mia maestra che mi diede fiducia nel credere in me stessa è anche se non sono diventata quello che avrei voluto non importa perchè il rispetto è l'onesta nel vivere ogni giorno la mia vita sono le cose più importanti . Sarò antica come dice mio figlio,ma io quando vado a scuola ai colloqui con i suoi professori mi sento in dovere di ringraziarli per il lavoro che esercitano anche se noto una forte frustrazione nei loro occhi ed è molto triste . Patrizia G.

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  14. Grazie Aldo, da mamma, da lettrice,...e da maestra! Teresa

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  15. bellissimo!

    una maestra

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  16. Io avevo un maestro e sinceramente non ho ricordi particolari a parte la severità. Ma quest'anno ho mio figlio che ha " trovato " sulla sua strada una maestra a dir suo "stupenda" che riesce a "tirargli fuori il meglio" prendendolo con le giuste maniere. E' a dir poco entusiasta!!!!!!!!

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