venerdì 23 dicembre 2011

Buon Natale, Claudio




Per Natale volevo un post speciale. Un dono. Me lo ha fatto un mio amico.
Anche un dolore può rendere speciale un giorno speciale. Onorato di ospitare nel mio blog il tuo bellissimo scritto, Gerardo.

L’ANNO CHE VERRA’

La cosa a cui dedico maggior attenzione quando scrivo una lettera, una mail o un semplice Sms è l’inizio. Il resto poi viene da se, per me è determinante nel dare un’impronta, a tutto quello che viene dopo.
Questa volta poi, ci tengo particolarmente. È per una causa importate, perciò ho bisogno d’aiuto.
Ho già un’ idea, maturata in una notte insonne, uscita dalle mille pieghe di un povero lenzuolo.
Userò un Jukebox.
Si ma non uno qualunque, ce ne vuole uno speciale, uno con una canzone altrettanto speciale che userò come introduzione e ipotetica colonna sonora nella lettera che ti scriverò.

Ricordi, al Borgo ne trovavi  uno in ogni bar e pensa come ragiona la mia testa, associa ad ognuno, determinate sensazioni, profumi, stagioni, ma ovviamente canzoni. E’ un salto malinconico nel passato.  Ti prego prova a seguirmi.

Chiudi gli occhi, l’estate, la sera e la una terrazza affollata,
Immagina il jukebox all’aperto che suona Zodiacs- A-2 di Roberta Kelly.
Allora? Bello vero, potrebbe essere una calda estate del 1978, ma non è questa la canzone che sto cercando.
Forse se facciamo un salto allo Snack Bar e ci facciamo largo tra  fumo e odore di panini caldi, possiamo selezionare G-8 Eugenio Finardi- La musica ribelle. Forte, bellissima; ma non è nemmeno questa.

Allora, dai, andiamo da Renato, qui ci insinuiamo tra i tavolini, dove i nostri papà giocano a carte, oltrepassiamo la porta modello saloon e qui troviamo un altro jukebox. Beh qui, l’avrò ascoltata mille volte Z-3-Edoardo Bennato-  La torre di babele, 1979.  Che strano, erano anni che non sentivo questo motivo, ma questo viaggio nel passato mi sta regalando sensazioni antiche, mai sopite.

Mi stai seguendo, ci siamo quasi, ti chiedo solo un ultimo sforzo e ti porto dal Mata.
Sì certo, lì non c’erano i quadri alle pareti come oggi, ma le lamiere con sfondo azzurro che illustrano gelati di mille colori.
Appena entravi, sulla sinistra, di fianco al frigo dei gelati, appunto, c’era il jukebox. Dai, ho già pronte le 100 lire. Qui c’è quello che mi serve, quello che stavo cercando.
La moneta scende nell’apposita fessura, selezioniamo T-11 e il braccino robotizzato preleva il 45 giri dal rack, la puntina si abbassa lentamente ed eccoci qua, Lucio Dalla, L’anno che verrà, possiamo iniziare.

Caro amico ti scrivo, cosi mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò. Da quando sei partito c’è una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va…..
Ecco, fantastico, semplice e pulito, dritto al punto. Adesso faccio da solo.

Il 25 Dicembre sarà di nuovo Natale.
Sarà di nuovo messa, aperitivi e risate.
Ricordi quante volte ci siamo ritrovati al bar proprio quel giorno. All’inizio eravamo solo io, te, Orecchia, Panz, il Bore, Wischy e Zanaglia e tutti volevano offrire un giro.
Poi crescendo ci siamo riappropriati dei nostri nomi di battesimo, si sono aggiunti tanti altri e ci siamo fatti accompagnare di volta in volta da fidanzate, mogli e di nuovo da soli, tanto per confermare che nulla è per sempre a questo mondo.
Sono ricordi bellissimi che oggi mi scaldano il cuore.

Volevo dirti che anche quest’anno, nonostante non sarai fisicamente appoggiato al bancone, sarai lì, comunque, in mezzo a noi a brindare, felici.

Volevo solo parlarti di cose semplici, e ho usato tutto questo giro di parole, questa metafora del jukebox, per parlarti di noi.
Volevo parlati del Natale, dei nostri  25 Dicembre.
Immancabilmente passerà anche questo. Arriverà il 25 di Maggio, giorno della tua partenza, e sarà già passato un anno. Chissà se hai fatto buon viaggio, chissà.

Alla fine ti scrivo e davvero vorrei dirti tante cose e qualcuna l’ho detta, ma non riesco a trovare le parole, quelle giuste, per dirti quanto mi manchi.
La vita continua, ma nessuno può negare che non sarà mai più come prima. Un altro mattone è caduto dal muro protettivo delle mie certezze e io mi sento ancor più solo e indifeso nel vento di Dicembre.

L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, io mi sto preparando è questa la novità...


Gerardo Villa


9 commenti:

  1. Sei cattivo oggi Aldo, ognuno ha nel cuore un Gerardo Villa, una musica, un pensiero che ci acchiappa in una morsa, Dio, annullare la mente e i suoi meandri.......e gli attimi di vita volati via, e non voler asciugare le lacrime perchè devono essere un tributo per loro, che misera consolazione ...... e quando quest'anno andrà per sempre via chi si porterà appresso? a chi squarcerà il cuore in mille brandelli?.
    Bruna

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  2. Per ora ho gli occhi lucidi e non vedo quello che scrivo, lo rileggo perchè è troppo bello.
    A.L.

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  3. una bellissima indimenticabile poesia di Natale, una grande manifestazione d'amicizia e d'amore
    bravo Gerardo

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  4. Bella la lettera di Claudio, molto malinconica e soprattutto vera.
    E’ un ritorno nella luce dei ricordi; un ritrovare col cuore sensazioni credute perse.
    Il tempo, nel suo divenire infatti, cancella i tuoi rifermenti di oggi, sbiadisce il mondo in cui ti riconosci ed ami, alimentando l’illusione di un domani migliore nel quale difficilmente potrà trovar stanza tutto ciò che ciò che hai imparato ad amare... . Così non è e non sarà.
    Ho incontrato spesso questo turbamento; ho vissuto l’angoscia della realtà che muta allontanandoti dalle tue certezze: i compagni di giochi e di bravate; i primi turbamenti; il primo amore... . Tutto ormai lontano ed irrecuperabile... .
    La vigilia dell’anno nuovo porta a queste riflessioni struggenti. Ma ora hai imparato a guardare avanti poiché è un errore, che io ho fatto edi cui mi dolgo, tornare sui passi perduti... .

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  5. a volte sensazioni restano nell'aria nel cuore negli occhi degli amici fraterni , di quelli che hanno condiviso, ma forse nn capito fin in fondo quello che era quello che ci dava e continua a darci CLAUDIO. Grazie Gera. Grazie Claudio grazie di avermi accompagnato .Manetta

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  6. La prima sensazione che attraversa la mia mente è meraviglia.
    Mi sono sempre chiesta come mai Claudio mi avesse scelta, ma questo ora non conta...
    Amare qualcuno significa scegliere ed io ho scelto. Ma non è di questo che voglio parlare. Leggere queste parole, vedervi in giro, vedere la vostra cura, il vostro sguardo vigile, guardarvi negli occhi e leggere lo stesso dolore che ho io mi ricorda costantemente Claudio. E' una sensazione ambivalente. Ci sono delle volte che faccio molta fatica ma se mi do il tempo di rimanere con voi il dolore poi si trasforma in meraviglia. Credo che sappiamo tutti di cosa stiamo parlando...
    Grazie Gera, grazie Aldo, grazie a tutti voi ragazzi!
    Anna

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  7. Bellissime parole, un fiume in piena di emozioni, profumi, sorrisi, in cui è incredibilmente salutare tuffarsi...
    Dette da te ancora di più perché sei quello, forse con gio, che più di ogni altro associo al Ghiro...
    Se sposto la mia memoria a qualche anno dopo, per me ragazzino voi eravate i miei idoli sportivi, gli esempi da seguire ma soprattutto due splendidi ragazzi che mi regalavano sempre parole e tempo, seppur fossi piu' piccino!!!
    Quelle nuvole di fumo al bar Roma o al bar Grotta sono diventate delle ancore bellissime a cui aggrapparsi nei momenti di sconforto.
    Manu

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